lunedì 26 dicembre 2011

GRÁ - Grá


Informazioni:
Gruppo: Grá
Titolo: Grá
Anno: 2011
Provenienza: Svezia
Etichetta: Unexploded Records
Contatti: grahorde.com
Autore: Bosj

Tracklist
1. I - Karon Kommer
2. II - Döden Ser, Döden Tar
3. III - Kraft
4. IV - An Empty Place
5. V - Det Sista Han Sade
6. VI - Om Livets Besudlade Harg
7. VII - Skelmisdrep
8. VIII - Allt Ljus Förtvina / All Light Fade
9. IX - Offerrök
10. X - Farväl
11. XI - Ett Sista Kapitel

DURATA: 49:06

Nostalgici, accorrete! Un inizialmente secondario progetto di due musicisti di lungo corso (Dimman, batteria, e Heljarmaðr, voce e chitarre), dopo l'iniziale EP Helfärd (2010) ha definitivamente assunto una forma compiuta e completa e ci consegna oggi il proprio full lenght di debutto. "Grá" è infatti il disco d'esordio dell'omonima band, attualmente terzetto in cerca di un bassista, dedita ad un black metal dal sapore classico, molto onesto e per questo non sorprendente, ma godibile.

Dall'inesauribile Svezia arrivano questi undici brani intessuti con trame ben note agli abituali fruitori della scena. Dark Funeral, Marduk e compagni sono i nomi più facilmente accostabili alla neo-formazione partorita dai due membri dei Cursed 13, tuttavia va specificato che le corde su cui "Grá" si sviluppa sono più lente e malinconiche rispetto a quelle su cui si basano predetti acts. Niente accelerazioni al fulmicotone, batteria in perenne blast beat o riff asciuttissimi e gelidi; per quanto tutti gli ingredienti siano parte del disco, non è raro imbattersi in down-tempos ("Skelmisdrep"), linee di basso distintamente udibili e portanti (l'intro di "All Light Fade") e più genericamente elementi che potrebbero quasi ricordare il filone depressive black.
La voce di Heljarmaðr, inoltre, non è prossima allo scream esasperato di un Magus Caligula, ma si propone più cavernosa, lenta e ponderata, la pronuncia quasi distinguibile fluttuante sul mare di distorsioni buie e nere. Pronuncia che, tuttavia, non sarà poi comprensibile a molti, essendo quasi tutti i testi (eccezion fatta per "An Empty Place" e la traduzione di "All Light Fade" sul libretto) scritti in rima e cantati in lingua nativa, in quanto liberamente tratti ed ispirati da poeti svedesi di inizio XIX secolo. Tematica conduttrice dell'intero lavoro è la Morte in quanto entità ed in quanto termine del percorso terreno dell'uomo.
I pezzi, tendenzialmente omogenei, si attestano tutti su durate piuttosto brevi, eccezion fatta per la lunga "Offerrök", quasi dieci minuti dove le influenze più depressive trovano la loro maggior risonanza ed esposizione, rendendo quindi l'ascolto semplice e godibile, seppur senza grossi picchi di coinvolgimento.
Anche dal punto di vista ideologico, più o meno tutto già visto: il gruppo si dice non schierato con alcuna posizione religione, per quanto ci tenga a precisarsi "avverso alle religioni di Abramo e alle loro perversioni". Dal punto di vista "divulgativo", però, c'è una differenza: la band cura molto il proprio sito, da cui è possibile ottenere tutte le informazioni del caso relativamente a passato, presente e futuro del progetto. Niente trueness minimale, eremiti dei boschi o disprezzo delle nuove tecnologie: tutto è a disposizione dell'appassionato o anche solo dell'interessato.
Prendiamo atto della presenza dei Grá: non cambieranno la nostra vita, né intendono farlo. Se siete in cerca di un nome nuovo, per quanto gestito da blacksters navigati, cui dedicare attenzione e la scena svedese non vi stanca mai, avete trovato pane per i vostri denti.

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