Informazioni
Gruppo: Isolation In Infamy
Anno: 2011
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/isolationininfamy
Autore: Mourning
Tracklist
1. Theory Of Flight
2. Psychological Bombardment
3. Unison Of Beasts
4. Threshhold
5. Solitary Insanity
6. Inanimate Existence
DURATA: 22:25
Gli Isolation In Infamy sono una sconosciuta macchina da guerra statunitense, il combo ha all'attivo un solo demo rilasciato nel 2008 e quest'anno ha da poco messo a disposizione l'ep omonimo contenente sei brani dall'alto tasso tecnico, una combinazione di death con influenze blackish che per una volta ci permette di ascoltare qualcosa che non sia il solito pastone rozzo, ferale e privo di compromessi che, per carità, in molti casi mi rende felice ma dopo averne fatti girare nello stereo non so quanti un po' di noia mi assale.
"Isolation In Infamy" è una badilata di ventidue minuti, l'opener "Theory Of Flight" serve a inquadrare i personaggi: la voce cattiva maligna di Andy Nelson, i ricami chitarristici di Shadi Absi, quelli ritmici forniti da Chris Audish al basso e Mikey Wilson che spinge sul doppio pedale ci preannunciano che il divertimento è appena iniziato.
E' infatti con "Psychological Bombardment" con il basso in rilievo, un riffato macinante che sa tanto di Suffocation e una sacca di tranquillità apparente pre-finale da cui sgorgherà un intrigante assolo di chitarra che si ha prova del suddetto pensiero.
"Unison Of Beasts" è la canzone che meglio affronta la combinazione di stili in corso trovando un perfetto equilibrio fra la spietata cattiveria del death e l'oscurità dell'alone black che la percorre, "Solitary Insanity" aggiunge a quanto già citato una scanalatura groove profonda mentre "Threshold", breve strumentale, e "Inanimate Existence" favoriscono l'headbanging alzando i giri al motore chiudendo il mini-platter in velocità.
Sono preparati, il songwriting è maturo, la proposta è forse scontata in quanto il genere è ormai stato metabolizzato dai più grazie a un trend divenuto crescente con una esponenzialità disarmante, dimostrano però di andare spesso e volentieri oltre la classica riproposizione tecnico-onanistica di cui si fanno fregio parecchi act.
La potenza in alcuni frangenti detonante, una formazione coesa e strumentalmente in ordine come quella degli Isolation In Infamy possono però sicuramente smuovere l'interesse dei patiti di questo filone.
I ragazzi stanno lavorando bene, lo scoglio da superare adesso è il rilascio del debutto, vediamo cosa saranno capaci di offrire in una prestazione più estesa come durata e quindi anche più indicativa della capacità di mantenere alta l'attenzione di chi ascolta.
Segnatevi il monicker e per ora accontentatevi di sparare a tutto volume questo "Isolation In Infamy", è un gran bel biglietto da visita.