lunedì 6 giugno 2011

A VERY OLD GHOST BEHIND THE FARM - Primary Septagon


Informazioni
Gruppo: A Very Old Ghost Behind The Farm
Anno: 2010
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/behindthefarm
Autore: Mourning

Tracklist
1. Bareste
2. Cross The skull River
3. As Million Rats
4. A Possessed Man
5. Night Of The Hunter
6. Dead Horse
7. Outbred

DURATA: 47:08

Meno sono canonici e più li amo c'è poco da fare, il bello della scena stoner/doom e sludge è che sta producendo una consistente ondata di band capaci di variare i temi classici legati ai solchi e alle scariche grigie di potenza abituali di queste commistioni sonore imbastardendole, drogandole all'inverosimile con qualsiasi forma di psichedelia, alt rock e crust/punk. Direte "E che c'è di nuovo in una cosa simile?", nulla, se lo si fare però ti manda ugualmente in brodo di giuggiole, in caso contrario rischi di trovarti fra le mani un disco col ciuffo emo e che ha quasi voglia di cantare alla Bring Me The Horizon (help!!!) spacciato per tutt'altro.
Ennesima situazione a me sconosciuta quella messa in piedi dagli A Very Old Ghost Behind The Farm, il progetto transalpino partorito come one man band dalla mente di Lundi Galilao (No Place For Man) dopo aver rilasciato l'ep "Bareste" si tramuta in un trio che vede oltra al già citato nel ruolo di cantante e chitarrista, Gloria Tetanos alla chitarra e cori e Pere Hector alla batteria.
Line up innovata e full pronto nel 2010, "Primary Septagon", dalla suggestiva copertina esoterica, prende il meglio dagli stili di base chiamati in causa nel primo rigo del testo, ci sono spessore, una dose di cattiveria adeguata e profondità quando si decide d'affondare la botta, non è però a questo che si limita l'esplorazione sonora dei francesi, è un prisma che con l'andare dei pezzi e dei passaggi nel lettore lascia intravedere facce diverse, minuzie che lo rendono sempre più accattivante e fascinoso.
Il sound è caldo, invitante e coltiva una ricerca di dinamica e soluzioni che portano "Primary Septagon" a non essere catalogato come appartenente a un filone preciso.
Rock e atmosfere cupe segnano il passaggio dell'opener "Bareste" condita fra le altre cose da synth spettrali che fanno brevissime apparizioni a infoltire il clima già denso e viaggiante, il refrain di una "Cross The Skull River" ti entra in testa non mollandoti più, una vena fortemente southern caratterizza "As Million Rats", cosa che fanno le cantilene blueseggianti fantastiche nella seconda parte di "A Possessed Man", non vi basta?
Non fatelo bastare allora, ci sono ancora tre canzoni da affrontare, sviscerare e da cui farsi conquistare e quindi perché non spingere sull'acceleratore con una "Night Of The Hunter" che alza il tasso alcolico? Datemi una bottiglia di whisky, una buona compagnia di demolitori e via a spaccar tutto, una discreta componente groovy si fa strada, se mi vien chiesto di scapocciare non si può mica rifiutare una proposta così allettante.
L'incedere è scandito con un'intensità che segna ogni passo compiuto, la voce si altera, tendendo prima a un rauco e poi stridulo urlare, la conseguenza di quest'allentare la presa? Il ripartire con lo sbattere la testa seguendo nuovamente il riff portante.
Sarà che il trambusto precedente è stato massiccio, sarà che avran avuto bisogno di ricaricare le pile, fatto sta che con "Dead Horse" si cambia impostazione e tiro, un pezzo dove le atmosfere del post-rock più malinconico e cupo vengono assorbite e scaraventate in direzione dell'ascoltatore appesantite da un mood opprimente causato per lo più da una continua ridondanza che ingloba il pensiero come in una bolla di sapone.
Manco a farlo apposta si apre in feedback la conclusiva "Outbred" e si torna a ritmi decisamente più elevati e prestanti, voce acida e note finali che mi incitano, mi istigano a premare "play" again.
Se non si fosse compreso, reputo "Primary Septagon" un gran bel disco e gli A Very Old Ghost Behind The Farm una band con personalità e intuizioni di buon livello, ragazzi che se proseguiranno con quest'andare mi auguro di vederli affiancati a grandi act, per ora vi consiglio di acquistare questa prima fatica, godiamoci il presente.

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