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lunedì 6 giugno 2011SHROUD OF DESPONDENCY - Dark Meditations In Monastic SeclusionInformazioni Gruppo: Shroud Of Despondency Anno: 2011 Etichetta: Autoprodotto Contatti: www.myspace.com/shroudofdespondency - shroudofdespondency.bandcamp.com Autore: Mourning Tracklist 1. Looking Out, Seeing One Last Ray Of Light 2. Homo Homini Lupus 3. Parting Of The Way 4. Sybil 5. Sullen Murmur Oppressive Stillness 6. Flicker Of The Ardent Light 7. To Glisten In All The Colors Of Distress DURATA: 57:13 Gli anni passano, le convinzioni aumentano come le delusioni, le certezze e le speranze che s'infrangono e rinascono. Il metal è l'unico panorama che dalle proprie ceneri come l'Araba Fenice rinasce, si fortifica e nel quale anche formazioni che non inventano nulla possono eguagliare i valori espressi dai maestri che li hanno anteceduti o che per fortuna sono stati notati e riconosciuti lasciandoli nell'ombra. L'ultima parte del discorso potrebbe calzare con la figura degli Shroud Of Despondency, la band statunitense è attiva dal finire degli anni Novanta, possiede una discografia che vanta dei discreti lavori ma è solo con l'adesso penultimo full (hanno già rilasciato "Objective: Isolation" e un live "Live At WMSE") "Dark Meditations In Monastic Seclusion" che è entrata a far parte delle mie conoscenze. Ho sentito spesso e volentieri parlare benissimo degli Agalloch, io vado controcorrente, questa realtà l'ho sempre trovata alquanto soporifera e l'ultimo "Marrow Of The Spirit" non aveva fatto altro che aiutarmi a dormire ancora un po'. Quando ho letto che fra le papabili influenze dei ragazzi di Milwaukee c'era la band di Portland mi stavo per chiedere chi me l'avesse fatto fare e invece... Invece mi son trovato nello stereo un platter coinvolgente, atmosfericamente parlando superiore a molto di ciò che ho avuto il piacere (o meno) d'ascoltare nell'ultimo biennio e capace di concentrare i propri sforzi sul versante più black o viceversa su quello più folkeggiante con una duttilità d'intento davvero degna di nota. Sì, qualche rimando al combo proveniente dall'Oregon è evidente, vi è però una sottostruttura progressiva impiantata che aumenta un flavour retrò nel sound, una piega in parte depressive che lo sconfortante e melancolico uso delle partiture acustiche tramuta in un pungente e stuzzicante motivo per immergersi in brani quali l'opener "Looking Out, Seeing One Last Ray Of Light" e "Flicker Of The Ardent Light", nella feralità nera e luccicante delle combinazioni più estreme che induriscono le composizioni in "Homo Homini Lupus", "Sullen Murmur Oppressive Stillness" e una dualità ipnotica che esplode producendo un'esaltazione celebrativa di sentimenti come l'odio, la disperazione e l'intimismo isolatorio che conduce alla misantropia. La voce di Mike Jurek sarà di primo acchito non semplice da assimilare, si parli della fase black più acida o del pulito il più delle volte appena accennato, avrete bisogno di tempo per far sì che il contatto con essa divenga istantaneo, l'inserirlo a ripetizione nel lettore vi sarà sicuramente d'aiuto. Un'autoproduzione che vale non solo per la musica contenuta, è infatti più che pregevole l'operato svolto dietro il banco del mixer, noterete come la strumentazione sia perfettamente bilanciata e intellegibile rendendo i pezzi ancor più vividi, ascoltate "Sybil" e capirete. Gli Shroud Of Despondency sono per me una felice sorpresa e "Dark Meditations In Monastic Seclusion" uno dei dischi più interessanti che ho esaminato in questa prima metà del 2011, la domanda sorge spontanea per l'ennesima volta: perché non hanno un contratto e mi devo sorbire un lavoro di Damonaz che mi ha fatto rischiare la dissenteria fulminante? Misteri? No, nomea e soldi. Volete davvero girovagare fra foreste invernali lussureggiantemente melancoliche? Avete bisogno di rientrare in contatto con voi stessi e cercate un po' d'intimità? Amate il neo-folk inserito in un contesto dall'animo multiforme ma che si fonda sul black? Fatevi un giro sulla giostra degli Shroud Of Despondency! |
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