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lunedì 13 giugno 2011VALBORG - BarbarianInformazioni Gruppo: Valborg Anno: 2011 Etichetta: Zeitgeister Contatti: www.myspace.com/siebengebirge Autore: Mourning Tracklist 1. Intro 2. Astral Kingdom 3. Battlefield Of Souls 4. Exterminator 5. Amethystine Skies 6. Dead Flowers On A Demon Grave 7. Phlegethonian Stream 8. Towering Clouds 9. Iron Dreams 10. Samantha Alive 11. Last Silence DURATA: 50:56 Esistono ancora band che una volta venuto a conoscenza di una loro nuova uscita l'unico pensiero che ti gira in testa è "dev'essere mia", i Valborg fanno parte di questa ristretta schiera. Quattro dischi in poco più di un lustro di cui tre nell'ultimo triennio e con l'ultimo "Barbarian" si chiude la trilogia (eh, il tre numero che si ripete) che prese il via con "Glorification Of Pain" a cui seguì "Crown Of Sorrow". Un'anticipazione del platter l'avevano fornita inserendo "Battlefields Of Souls" nella compilation antologica della label Zeitgeister (che troverete recensita qui: http://aristocraziawebzine.blogspot.com/20...-anthology.html), già, Jans Buckard (basso e voce), Christian Kolf (chitarra e voce) e Florian Toyka (batteria) non demordono e ripartendo da quanto di buono espresso in precedenza si evolvono ancora e ancora, cito un signore dal nome d'arte Tom G. Warrior che dopo un loro concerto pronunciò tali parole: "What i was on stage was an absolute revelation. In my subjective percepetion it was a very peculiar mixture between Nirvana and Hellhammer. I stood next on the stage, was watching the band, thinking myself, "This is madness going on!"." Ora comprenderete che quest'uomo non è l'ultimo arrivato e onestamente conoscendo questa formazione abbastanza bene posso solo confermare ciò che lo storico leader proprio di Hellhammer, Celtic Frost e odiernamente Tryptikon ha dichiarato, perché? Semplice, i Valborg sono ancora più orientati nell'intraprendere un discorso di stampo doomico, le atmosfere sono maggiormente dilatate, non hanno però messo totalmente di lato la parte più aggressiva mostrando in pezzi quali la già nominata "Battlefield Of Souls", "Exterminator" e "Phlegetonian Stream" di avere voglia di sferrare attacchi decisi ma utilizzando costantemente la vena avanguardistica minimale che li caratterizza, è però il resto del disco a far denotare una posizione ambientale ulteriormente differente rispetto al recente passato. Prendete in considerazione l'opener "Astral Kingdom" eterea al pari della sabbathiana "Planet Caravan", ascoltate e nutritevi della espansa emotività di "Amethystine Skies", del perfetto bilanciamento fra oscurità ossessiva e sensazioni da pelle d'oca che vengono sviscerate in "Dead Flowers On A Demon Grave" o permettete all'epicità insita in una "Towering Clouds" di permeare il vostro petto, è ampia la gamma di soluzioni e d'approcci con i quali sfidano le resistenze di chi ascolta, lavorano ai fianchi trovando con continuità il modo di intrufolarsi in qualsiasi armatura, anche la più resistente infierendo con la dolcezza ricamata in una ballad intinta di rock progressivo, "Samantha Alive", che si pone come uno degli apici di questo "Barbarian". Chi dal titolo avesse presunto un album d'attacco, rimarrà probabilmente deluso, il barbaro in questione sembra più un ramingo intento a raccontare le proprie avventure facendo rivivere ogni aspetto di quelle storie, è sfaccettato ma mai presuntuoso lo stile dei Valborg, non ci sono ghirigori o arzigogolature, l'elementare uso di alcune varianti proposte palesa il fatto che il trio non abbia nessun bisogno di intessere chissà quali trame per ingabbiare l'ascoltatore, maturità compositiva (fate attenzione agli arrangiamenti) e personalità da vendere, è raro al giorno d'oggi trovare formazioni con doti così spiccate. Rock? Doom? Progressive? Avantgarde? No, Valborg. Se avete amato gli album passati di questa band, dovete solo mettere mano al portafogli e completare la discografia con quest'ennesima conferma di valore, per chi invece s'imbattesse in "Barbarian" come primo lavoro, vada a ritroso per avere un quadro più adeguato a fornire le informazioni utili per entrare in contatto con ciò che i tedeschi rappresentano, in entrambi i casi l'originale è d'obbligo. |
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