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lunedì 13 giugno 2011PRAESEPE - VesperaeInformazioni Gruppo: Praesepe Titolo: Vesperae Anno: 2010 Provenienza: Polonia Etichetta: Drakkar Productions Contatti: https://www.facebook.com/pages/Praesepe/124582040946181 Autore: Mourning Tracklist 1. Fragrance Of Old 2. A Blackened Shore 3. Idiocy 4. E Pluribus Unum (instrumental) 5. Fires Of The Calm Sun 6. Fragnance Of Old (instrumental) 7. A Blackened Shore (instrumental) 8. Idiocy (instrumental) 9. Fires Of The Calm Sun (instrumental) DURATA: 01:17:15 I polacchi Praesepe sono una delle tante formazioni provenienti da quella scena death metal che mi son sfuggite, non ne avevo mai sentito parlare, l'occasione è arrivata con il solito giro notturno su Myspace che fra un rimbalzo e l'altro mi ha condotto al loro player. Il monicker suppongo derivi dalla parola latina "mangiatoia" ma più verosimilmente dovrebbe corrispondere all'"Ammasso Alveare", una zona densa di popolazione stellare sita nella parte centrale della costellazione del Cancro, questa potrebbe essere la via più plausibile da seguire dato che il titolo del primo album pubblicato nel 2006, "NGC 2632 v M44", è in pratica la sigla con la quale viene catalogata tale area della volta celeste. Sono passati quattro anni da quel disco che non ho avuto piacere d'ascoltare ed è quindi solo sull'esperienza vissuta con questo "Vesperae", nato come autoprodotto e successivamente supportato da un'accoppiata di label, la Drakkar Productions e la Deus Ex Machina Division, che posso basare le mie impressioni per addentrarmi nel mondo della loro musica. Da quello che il booklet racconta, l'album ha avuto una gestazione particolarmente travagliata e lunga, già nel 2008 infatti sembrava esser pronto ma è solo nel 2010 che vengono registrate tutte le linee di voce, i motivi per cui i tempi si siano dilatati in maniera così espansa possono essere molteplici ma non c'interessano particolarmente, è giusto concentrarsi su di una figura musicale che propone una versione del "death" (e il termine va inserito gioco-forza tra virgolette) tendente alla sperimentazione e a richiami progressivi. Il platter si divide in due tronconi: dalla traccia uno alla cinque abbiamo ciò che riguarda in tutto e per tutto il lavoro dei Praesepe per quanto concerne la stesura e la qualità compositiva di un "Vesperae" capace di attrarre per costruzioni possedenti sia un carico di aggressività che una esplorazione ambientalistica più che apprezzabili, in alcuni frangenti la sensazione di trovarsi in spazi privi di limite nei quali potersi muovere liberamente offre un appiglio importante. Una buona rappresentanza di tali punti si può riscontare nella volitiva espressione dell'opener "Fragrance Of Old" dove melodie e splettrati tendenti alla visione swedish del black vengono intervallati dalla solistica dolciastra che s'interseca aprendo uno spiraglio per un cambio di mood evidente, il suono vira sul fluttuante, quasi opethiano in brevi istanti per poi scatenare nuovamente l'ira devota al melodico incassata nell'assalto che la conclude. "A Blackned Shore" vira sfruttando un additivo thrashy più consistente nella fase ritmica, il lavoro svolto in chiave solistica e nel supporto acustico fornito dal guest Dominik Gryzbon è egregio, adorna e intaglia il brano elevandone i fattori emotivi e aumentandone l'eleganza, quest'ultima caratteristica viene rimarcata dalla crescita di una "Idiocy" che segue parzialmente le orme di colei che la precede, parzialmente sì, perché il riffing torna a tingersi di sonorità che attingono da uno spettro sonoro più ampio, l'incipit infatti sembra classicamente d'ispirazione heavy (alcune note mi hanno addirittura portato alla mente "Angel Of Mercy" dei Chastain) ma il ritorno all'utilizzo di giri maggiormente splettrati e a tratti incattiviti rialza i toni seppur stavolta l'atmosfera che il cantato apporta si tinga di tonalità sia darkeggianti che estreme nell'attimo in cui diviene similare a un growl/scream mai troppo forzato. La sezione ambient affidata allo strumentale "E Pluribus Unum" ("Da Molti Uno") divaga immettendo nel calderone un magma cosmico ed evocativo ricreato con maestosa semplicità dall'operato tastieristico di Slawek Cwiekala, il breve episodio introduce il colosso "Fires Of The Calm Sun", diciassette minuti sono una botta sostanziosa da far scorrere senza intoppi eppure i Praesepe ricombinando le soluzioni e tendendo a miscelare le varie dimostrazioni ambientali già sviscerate in antecedenza riescono a rendere fruibile e piacevole l'incedere del pezzo sino al suo battere conclusivo. Il secondo troncone, che ha inizio dal brano numero sei sino alla chiusura di "Vesperae", vede riprendere le tracce in solo formato strumentale a esclusione (ed era ovvio) di "E Pluribus Unum", nel confronto con le versioni in cui appare la voce le canzoni perdono un'arma importante in fase di cesellatura e rifinitura finale, d'altro canto però diventano maggiormente riflessive, un tocco d'intimismo in più che ha reso più attento e certosino lo scandagliare fra le note in modo da godersi quegl'istanti in cui magari proprio la presenza della parola, presentandosi, rubava spazio a un particolare che adesso nitido arriva all'orecchio, a molti potranno risultare magari un inserimento superfluo, in tutta onestà ho gradito avere una così ravvicinata prova su come i pezzi potessero suonare con e senza quell'aspetto per tanti fondamentale. Non è un capolavoro "Vesperae", così come non è un disco da un ascolto e via, necessita di un discreto numero di giri nello stereo perché, pur avendo in più occasioni dei fraseggi altamente orecchiabili e cristallini, possiede anche un animo poi non così elementare, di sicuro sarà difficilmente digeribile da chi ascolta solo metal di stampo "ortodosso" o per farla più chiara, gli oldschooler incalliti, loro mi sa che possono evitarselo, i restanti invece una chance (e più) dovrebbero proprio darla. La Polonia non smette mai di sorprendere. |
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