lunedì 27 giugno 2011

SUBLIRITUM - A Touch Of Death


Informazioni
Gruppo: Subliritum
Anno: 2011
Etichetta: Battlegod
Contatti: www.myspace.com/subliritum
Autore: Mourning

Tracklist
1. No Tomorrow
2. Indulcence
3. The Beast
4. Back To Zero
5. Memories
6. Cease To Be
7. Berserk
8. A Touch Of Death

DURATA: 35:37

Le label esagerano, enfatizzano, provano a sedurre l'ascoltatore tirando spesso in causa nomi altisonanti creando false speranze che ahimè il più delle volte si sciolgono facendole schiantare in terra dopo aver fatto girare il disco un paio di volte nello stereo.
Perché questa premessa? Semplice, se mi si presenta una band dicendo che le linee guida fondamentali sono i Satyricon di un tempo e gli Emperor mi aspetto una formazione che, scusatemi l'espressione, faccia letteralmente il culo a pois a tanti, invece una volta messo nel lettore "A Touch Of Death" dei Subliritum mi son detto: Embè? Tutto qui?
Teniamo conto che questi signori hanno dietro le pelli Vyl (Keep Of Kalessin, ex Gorgoroth nei live e Goat The Head) e Sverre Berntsen (Bloodthorn) alla chitarra, non si tratta quindi di mancanza d'esperienza o qualità, il grosso problema insito in questa release norvegese è esplicabile con un motto da caserma in voga anche ai giorni nostri: "Tutto a posto e niente in ordine" (sì, è anche un film della Wertmuller ma quello è altro discorso).
Formalmente abbiamo all'orecchio un platter che possiede un buon riffing, delle discrete dinamiche e una prestazione complessiva che pur non facendo urlare a chissà quale miracolo fa sì che la tracklist scorra, ma dove sono gli attimi votati al genio? Dov'è il cambio di passo che ti spezza inaspettatamente la monotonia ormai stabilizzatasi a causa di costruzioni troppo inquadrate e fedeli ai canoni del genere tanto da divenire impersonali o peggio ancora possedere una personalità sì, ma non quella dei Subliritum? Per non parlare del sinfonismo, dove l'hanno nascosto? E' accennato, quasi spaurito come avesse timore reverenziale nei confronti della strumentazione classica.
Thebon, compagno di Vyl nei Keep Of Kalessin, presta la sua voce in un paio d'incursioni guest, una sorta di rimpatriata dato che in passato era stato anch'esso membro dei Subliritum, mi sarei concentrato su altro fossi stato in loro.
Dopo una decina di giri affermo che un paio di pezzi come "The Beast", "Cease To Be" e "Berserk" riescono a fare il proprio mestiere segnando qualche punto una volta in diretta ma è la differita che non fa registrare ricordo alcuno, il che pesa come un macigno sul giudizio di "A Touch Of Death".
Buona produzione, buoni i musicisti e l'impegno ma un risultato decisamente al di sotto delle aspettative, un album che magari a qualche incallito e bisognoso metallaro mendicante qualsiasi cosa si avvicini anche alla lontana alle band segnalate a influenza riuscirà a solleticare il palato ma che se messo al confronto con le tante (forse troppe) realtà similari percorrenti lo stesso tragitto musicale non so quanto sarebbe capace di tenerne il passo.
Only for fanatics.

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