lunedì 19 settembre 2011

ASSAULTER - Boundless!


Informazioni
Gruppo: Assaulter
Titolo: Boundless!
Anno: 2011
Provenienza: Australia
Etichetta: Poison Tongue
Contatti: www.myspace.com/burningfront - Recensione "Salvation Like Destruction"
Autore: ticino1

Tracklist
1. Entrance
2. Outshine
3. Into Submission
4. Slave To King
5. The Perpetual War
6. Exalt The Master
7. Dying Day
8. The Great Subterfuge

DURATA: 40:15

S. Berserker e la sua banda di malandrini ci tendono nuovamente un agguato, assalendoci in un 2011 povero di sorprese e di dischi memorabili. Sarà forse colpa della bassa protezione offerta dall’atmosfera contro i raggi del Sole, vedi buco nell’ozono sopra lo stato oceanico, o delle buone birre: le formazioni australiane ci regalano spesso piccole chicche sottovalutate dalla maggior parte del pubblico.

Gli Assaulter hanno seguito una linea di sviluppo interessante. Gli inizî erano forse poco sfavillanti ma mostravano già l’esperienza di un musicista che militò in un plotone nero con nome altisonante. Possiedo quasi tutta la discografia del gruppo e non esitai perciò ad acquistare “Boundless!”. Ero curioso… cosa ha sfornato questa volta il leggendario S. Berserker con i suoi camerati? “Salvation Like Destruction” era già un dischetto discreto che non lasciava dubbio alcuno sul potenziale presente in quelle teste calde e scatenate.

Mi trovo fra le mani un CD con una copertina ben fatta che mi ricorda un poco lo stile fumetto Anni Cinquanta (non domandatemi perché); il libercolo contiene i testi che furono tutti stesi dal signor Berserker. Quest’ultimo si occupò anche delle parti di basso, chitarra ritmica e naturalmente della voce.

Non voglio tentare di mettere in discussione la decisione presa su come costruire la scaletta del lavoro. Soggettivamente ritengo che “Entrance” non sia proprio il pezzo ideale per aprire un disco. È solidissimo e tecnicamente impeccabile. L’esperienza dice che la prima impressione è quella che conta. Questa canzone è probabilmente quella che copre meno i bisogni del metallaro medio. La seconda traccia invece è un autentico calcio nei coglioni dopo essersi beccati un gancio da Klitschko.

Gli australiani ci servono un piatto che è lontano dal livello di ciò che si riceve nei ristoranti della catena Mc Donald’s. Bisogna affinare il palato per poterlo gustare. Più si avanza nell’ascolto, più ci si trova confrontati con riff orientaleggianti che sembrano essere una specialità di S. Berserker. Le canzoni sono tutt’altro che prevedibili e provocano un’esplosione di sensazioni all’ascolto. Il piede non si accanisce costantemente sul pedale del gas e diverse variazioni si passano il testimone in questa gara musicale.

Sarà una mia impressione… anche se leggendo i testi non sono riuscito a focalizzare il loro tema al cento per cento, mi pare di vedere davanti a me la Terra Santa e i Crociati che combattono contro le orde di Saladino.

Ascoltatevi “Slave To The King”! Penso che questa sia l’essenza di “Boundless”. La ritmica decorata di scale orientali e alcuni cori sapientemente annodati nella trama rendono questo pezzo uno dei miei preferiti.

Bello, veramente bello quello che i signori dall’Oceania ci offrono. Loro non si limitano ad affrontare la tessitura di stoffe thrash nere in modo abituale, no. Cercano veramente di sorprendere l’ascoltatore con piccoli esperimenti e riescono a mantenerlo attento durante la durata del disco.

Perché svelarvi tutto? Oltretutto… perché cazzo stai ancora leggendo il mio testo e non sei ancora andato a cercare “Boundless”, prima che un altro te lo freghi sotto il naso?

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