lunedì 19 settembre 2011

CRIMSON DARKNESS - The Devour Of All


Informazioni
Gruppo: Crimson Darkness
Titolo: The Devour Of All
Anno: 2011
Provenienza: Inghilterra
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/crimsondarkness666
Autore: Mourning

Tracklist
1. War
2. Alone By The Black Lake
3. Edax Rerum
4. Beautiful Ashes
5. The Weight Of Doom
6. Night Awaits
7. The Witching Hour
8. Through Ominous Gates

DURATA: 45:44

Il progetto inglese Crimson Darkness cela al momento dietro al proprio monicker la sola figura artistica di Darren Donnarumma, musicista che in passato ha avuto legami con i Cradle Of Filth esibendosi con la band di Dani in sede live in qualità di chitarrista.
La formazione, nata ormai tre lustri or sono, ha pubblicato in questo 2011 il secondo album "The Devour Of All", non è difficile notare come in alcuni frangenti gli stessi Cradle possano essere fra i riferimenti papabili in un sound però definito e direzionato in altra sede.
C'è sì quell'alone gotico/vampiresco a essi ricollegabile ma l'utilizzo delle tastiere tese esclusivamente a supportare un disco in cui le sei corde fanno la voce grossa, la brutalità in primo piano e la voce di Darren che risulta più greve e priva degli striduli quanto ormai inutili "urli" del Filth danno a "The Devour Of All" una spinta che lo fa distaccare da quella natura trita e ritrita che finisce per far scaturite scarsissime prove di gothic/black.
All'interno del platter si alternano frangenti di cupa e intensa oscurità in episodi quali "Alone By The Black Lake" ad altri in cui sono diverse le doti che vengono prepotentemente fuori, si vedano le venature tastieristiche e spiccatamente heavy che intarsiano "Through Ominous Gates" e "Possession" tenendo conto pure della gradevole anche se non più di tanto ammaliante striatura epica che si denota in "The Witching Hour".
Non ci troviamo dinanzi a un platter che possa o voglia raccontare qualcosa d'innovativo o estremamente personale, i Crimson Darkness sono dei buonissimi mestieranti, possiedono una produzione non perfetta ma che comunque rende discretamente l'idea del complesso sonoro rappresentato.
Forse avrebbero potuto osare di più imponendo in alcuni momenti delle ritmiche dinamicamente più varie, spesso il drumming assume movenze lievemente ripetitive, un paio di cambi di tempo e qualche fuga in velocità avrebbero probabilmente alleggerito il carico.
"The Devour Of All" troverà accoglienza nel cuore di chi ascolta abitualmente black melodico o con un'accentuata spinta gotica, se siete fra questi provatelo e chissà che non riesca a colpirvi.

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