lunedì 12 settembre 2011

OYABUN - Gods And Dogs


Informazioni
Gruppo: Oyabun
Titolo: Gods And Dogs
Anno: 2011
Provenienza: Francia
Etichetta: Discos Marracas
Contatti: www.myspace.com/motherofpearl1
Autore: Mourning

Tracklist
1. Brontosaurus Blues
2. Guilt
3. Fahrenheit
4. Back To Full Color Mode
5. Holy Shit
6. Time To Say Goodnight
7. Rock 'N' Roll Stage

DURATA: 33:00

Spettacolare è l'unico termine con cui poter intraprendere il discorso legato agli Oyabun e "Gods And Dogs". I francesi sono una di quelle band che escludono a priori il fattore inventiva, non c'è nulla di nuovo ma quando si propone a gente come il sottoscritto, che è limitante definire famelico di sound seventies, stoner e psych, un album che gronda passione, che è spontaneo e che sia compositivamente, sia esecutivamente parlando sciorina una prestazione di quelle col botto, cosa ci si può attendere se non farsi venire la lacrimuccia di piena soddisfazione?
Trentatrè minuti, sì, "Gods And Dogs" potrebbe anche sembrare troppo corto, invece no, le sette gemme contenute al proprio interno porteranno il vostro dito a premere e ripremere quel cavolo di tasto "play" talmente tante di quelle volte da convincervi d'avere un platter di cinquanta tracce nello stereo.
C'è blues, c'è hard-rock, c'è tanta di quella atmosfera per sedurvi ed eccitarvi, sanno essere davvero elementari ed accattivanti come avviene con l'opener "Brontosaurus Blues", travolgono con il catchy mood che pervade "Guilt" e la prima delle gemme rock/blues vien fuori prepotente in una "Fahrenheit" che è l'erede naturale dell'evoluzione a cavallo fra la fine del periodo anni '70 e l'indurimento groove delle decadi successive.
Basterebbero solo questi tre brani per rendere giustizia alla bontà della proposta "made in" Oyabun, non ci si può però fermare lì, con l'entrata in gioco "Back To Full Color Mode" con le sue melodie e quel sentore quasi epico che ne pervade l'incedere alzare il volume sarà automatico e perché non farsi contagiare dall'attitudine funky che come un virus dilaga in una "Holy Shit" fantasticamente arricchita da una fase solistica da brivido?
Brividi, sì, quelli che scorrono dietro la schiena e diventano emozioni e non solo sgradevoli, è infatti la calda atmosfera della ballad "Time To Say Goodnight" a succedere a quella vivacità esplosiva, con "Rock'N'Roll On Stage" che chiude il disco con un leggero calo, peccato, perché il pezzo in sè non è male ma non vi è quasi presenza della scatenata serata rockeggiante a cui il titolo farebbe pensare, le dinamiche al suo interno in parte la gambizzano.
A un passo dal "capolavoro" seppur derivativo all'infinito, "Gods And Dogs" è una sorpresa che in sè racchiude una prestazione del chitarrista Oliver Blanc pregevole, ancor più quando si cimenta negli assoli e di Fabrice Dercourt praticamente perfetto in chiave emotiva nell'approcciare i pezzi.
Un lavoro da comprare quello degli Oyabun, l'unico dubbio che ho rimane sulla questione personalità, riusciranno a distaccarsi a breve termine da questo laccio che li tiene ancorati a una riproposizione troppo fedele di ciò che c'è già stato? Li attendo al varco, in caso dovessero farcela, beh il vero e proprio masterpiece potrebbe esser lì a portata di mano.

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