lunedì 31 ottobre 2011

HEIDEN - Dolores


Informazioni
Gruppo: Heiden
Titolo: Dolores
Anno: 2011
Provenienza: Repubblica Ceca
Etichetta: Naga Productions
Contatti: http://heidenhorde.com
Autore: 7.5-M

Tracklist
1. Tmáø / The Obscurantist
2. Pábení / Palaver
3. Na Bøehu / On The Shore
4. Dnení Noc Je Ena / Tonight Is For Her
5. Má Euforie / My Euphoria
6. Antisentiment
7. Dolores
8. Ivý? / Alive?

DURATA: 38:59

Gli Heiden sono un gruppo ceco attivo da molti anni, dal 2003, che nel tempo ha cambiato il suo stile: partendo da una base black-pagan, spostandosi poi su lidi più doom-black, il progetto ha infine assunto, con l'ultimo lavoro, quella forma di black-rock, figlia degli ormai svaniti Lifelover.
Il nuovo lavoro degli Heiden, "Dolores", si articola su otto tracce, tutte accomunate da una ricerca della melodia malinconica. Peccato non conoscere il ceco per tradurre i testi, sembrano essere articolati, non solo accessori (tanto che la voce iniziale ricompare nel finale, a chiudere una narrazione, forse).
L'album si mantiene su livelli costanti dall'inizio alla fine, non c'è alcun picco né caduta di stile. La formula è quella collaudata dai Lifelover, chitarre, batteria (qui però reale), qualche tastiera, qualche sample (suoni naturali per lo più), tutto in viaggio sui quattro quarti standard del rock, con poche variazioni strumentali, qualche frammento in chitarre pulite o acustiche, e altrettanto poche variazioni vocali, a volte c'è del growl, a volte del cantato, per la maggior parte però rimane tutto stabile sul recitativo.
Forse è proprio questo l'aspetto che penalizza il lavoro degli Heiden: l'eccessiva staticità e la troppa aderenza allo stile dei Lifelover, senza però quella freschezza che contraddistingueva il gruppo norvegese, senza quell'ironia perversa, quella leggerezza anche adolescenziale. Gli Heiden hanno fatto un gran lavoro sul suono, caldo ed avvolgente, molto più curato di quello dei loro padri spirituali. Le melodie sono orecchiabili, malinconiche. Troppo. La voce tenta addirittura di imitare, come è evidentissimo nell'ultimo brano, il modello.
Un album piacevole all'ascolto, curato e anche sentito, ma che poco lascia dopo la sua conclusione, poco sorprende, o vuole sorprendere. Un gruppo che deve cercare la sua strada, pur avendo anni di attività alle spalle. Cambiare stile non significa, necessariamente, cercare la propria strada. Non significa, tanto meno, trovarla. Non significa, necessariamente, avere uno stile proprio.

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