lunedì 31 ottobre 2011

KHAOS AEON - Exitus


Informazioni
Gruppo: Khaos Aeon
Titolo: Exitus
Anno: 2011
Provenienza: Germania
Etichetta: Fog Of The Apocalypse
Contatti: www.myspace.com/khaosaeon
Autore: Mourning

Tracklist
1. Exitus
2. Demonic Fire
3. The One Who Spoke The Hidden Name
4. Path Of The Razing
5. Burning Horizon
6. Apocalyptical Coalescence
7. Night's Womb of Darkest Dreams
8. Ha-Ilan Ha-Hizon
9. Frozen (Dissection cover)

DURATA: 46:54

Il problema nel "subire" l'influenza di grandi act è per lo più legato al fatto che molte volte ci capita di ascoltare platter privi totalmente di personalità.
In questo periodo vanno parecchio di moda i Thulcandra, una cover band dei Dissection, così conosciuti soprattutto perché la formazione è guidata da Steffen Kummerer, cantante e chitarrista degli Obscura e chissà come mai dal nulla capaci di trovare subito casa sotto la Napalm Records, va beh solita storia.
Cosa dovrebbero però dire i Khaos Aeon? I ragazzi sono teutonici come i prima citati, si sono autoprodotti "Exitus", loro primo album nel 2009, e in questo 2011 distribuito tramite la Fog The Apocalypse, anch'essi fautori di un sound di netta derivazione dalla scuola Noidtveidt non rinunciando però alla primordialità dello stile melodico degli svedesi e soprattutto alla ritualità concettuale che ne portava avanti l'essenza, cosa del tutto assente nel progetto Thulcandra.
Perché mettere a paragone le due realtà è semplice, lo svolgere genuino e grettamente legato alle origini di "Exitus" scandito per lo più da una serie di mid-tempo robusti come avviene a esempio in "Demonic Fire" e "Burning Horizon", le melodie che si annidano in testa, alle volte talmente oscure da ricordare scenari vicini anche al territorio doom epicamente decadente, una serie di brani dal piglio possente, vedasi "Path Of The Razing" e "Ha-Ilan Ha-Hizon" e soprattutto una produzione lontana dagli standard sin troppo alti e puliti di cui si fregiano i colleghi dalla più conosciuta nomea, fanno risaltare in primis la prestazione dietro il microfono di Isaz che impone con il proprio carattere una forma di cattiveria capace di sedurre e secondo, una prova strumentale che pur non essendo perfetta esprime non solo rispetto per le creature che in antecedenza hanno scavato i solchi fondamentali nel passato del genere, ma che si promette anche nel bene quanto nel male di dare una propria, seppur ancora lontana dal definirsi matura e personale, interpretazione dello stesso.
La cover dei Dissection, "Frozen", sesto pezzo di quello che è uno dei due capolavori degli scandinavi, "The Somberlain", è posta in chiusura confermando il peso storico e l'importanza nelle scelte stilistiche di tale act per i Khaos Aeon, non si discosta da quanto presentato sino a quel momento divenendone invece parte integrante e lieto finale.
"Exitus" è un debutto che artigianalmente ci riporta nel periodo nineties, vive di quel black senza artefatti, senza esposizioni tecniche sopraffine e pur possedendo dietro un budget elevato a propria disposizione suona decisamente più "vero" e "sincero" dei signori tirati in causa in antecedenza.
Non è forse il caso che il metal si guardi attorno realmente prendendo le band dall'underground che si muove con i propri mezzi e produce album degni di valore al posto di affidare contratti ai soliti noti? Non si è già troppo imborghesito e orientato in direzione di una mentalità "popular" controproducente?
Date una possibilità ai Khaos Aeon, fateli girare un paio di volte nello stereo e vedrete che se avete amato quel sound riusciranno a entrare nelle vostre grazie, sperando che già dal prossimo lavoro la componente personale divenga più consistente ed evidente, promossi in attesa di conferma.

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