lunedì 10 ottobre 2011

MORNING DEW - Morning Dew


Informazioni
Gruppo: Morning Dew
Titolo: Morning Dew
Anno: 2011
Provenienza: Italia
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.facebook.com/Morning.Dew.Music
Autore: Akh.

Tracklist
1. Hyperuranus
2. Il Male Di Vivere
3. Silent Nature Grief
4. Transcendence

DURATA: 20:50

Il giovane gruppo dei Morning Dew (di cui non avevo mai sentito parlare) si appresta alla prima fatica regalandoci un Mcd autoprodotto; cosa ci propongono e si prefissano?

Ci propongono un B.M. dalle tinte cromatiche molto varie che predilige una certa melodia e un buon lavoro dei vari strumenti, i quali ci permettono di visualizzare in mente certe vibrazione dei diversi elementi naturali, passando per una prestazione vocale aspra e tagliente.
I quattro pezzi a noi offerti ben manifestano una band che pur passando da certe reminiscenze scandinave ha una voglia matta di metter su un qualcosa di personale ed emotivo riuscendoci piuttosto bene.
Cosa si prefissino si nota nella scrittura dei pezzi, infatti essa evidenzia come sia importante per i Morning Dew abbinare alle ottime melodie anche tocchi riflessivi in cui il suono possa riverberare portandoci a sentire le loro emozioni a contatto con la natura, come nel finale di "Hyperuranus" o nella conclusiva "Transcendence", ma la bonta' di questo prodotto sta nell'aver al proprio arco varie frecce da scoccare, alternado a seconda dell'umore i tempi che variano dall'accelerato (ma mai in blast beat), allo scandito, dove i nostri quattro elementi possano dimostrare come le varie dimensioni sappiano intrecciarsi. Ottima la prova in fase di esecuzione di tutti, ma il basso da un calore e pulsazioni fantastiche, trovando linee autonome all'interno dell'articolato riffing, seducendo nelle sue uscite e armonizzazioni, facendomi quasi credere in taluni tocchi freetless.
Il suono pare voglia esprimere il forte e toccante lamento che la Terra genera alla luce del giorno, creando contrasti vividi all'alba di ogni nuovo giorno.

Come detto in precedenza tutto ciò si tocca con mano e il buon canovaccio esprime convincimento e compiacenza nei miei ascolti, anche quando si odono in lontananza alcuni rimandi di scuola Borknagar in "Silent Nature Grief" senza mai andare a parare però in calate anni '70 tipiche del combo norvegese, ma tenendone inalterata la classe e la superiore qualità; altra notazione di rilievo è da consumarsi per la prova espressa in "Il Male Di Vivere" nella quale i nostri ben evidenziano i cambi di tempo e di atmosfera, alternando fasi più aggressive ad altre più rallentate e plumbee, il tutto incastonato alla perfezione in metriche vocali patrie, sentite e piene di vigore. Un lavoro dove si percepirà oltre a quanto detto, un certo sapore di natura epica, di introspezione, di rabbia e melanconia, il tutto suonando melodicamente aggressivi e senza cedimenti di sorta, centrando molto bene il bersaglio preposto.

I venti minuti di musica scivolano via che è una bellezza ed ultimato l'ascolto più volte mi è tornata la voglia di riascoltare nuovamente il tutto, indicandomi quindi i Morning Dew come l'ennesima rivelazione sotterranea della nostra Penisola; attenderò perciò pazientemente e con fiducia le loro prossime mosse, nel frattempo se amate sostenere gente che merita, che ha idee e che ha voglia di dimostrare il proprio valore contattateli o se dovessero mai suonare dalle vostre parti andate a supportarli, non credo che ve ne pentirete.

I Morning Dew? Veramente un'ottima sorpresa.

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