lunedì 3 ottobre 2011

MORDBRAND - Necropsychotic


Informazioni
Gruppo: Mordbrand
Titolo: Necropsychotic
Anno: 2011
Provenienza: Sweden
Etichetta: Deathgasm Records
Contatti: www.myspace.com/mordbranddeath
Autore: Mourning

Tracklist
1. Eaters Of The Void
2. Graveyard Revisited
3. Skärseld (Return To The Unholy)
4. The Fall Of Flesh
5. Deathbound
6. Deliverance

DURATA: 27:35

La Svezia, quante soddisfazioni mi da ancora questa nazione, non si può davvero comprendere. I Mordbrand, e voi direte ma chi sono 'sti ragazzi? Guardo la composizione della line-up e trovo all'interno Per Boder, nome che forse ai più giovani dirà un cazzo ma a chi ascolta death da un po' non può non far venire in mente quel piccolo gioiello a titolo "The Winterlong". Eh sì, naturalmente sto parlando dei God Macabre.
Avere quest'uomo dietro al microfono è già una garanzia, il suo growl profondo, gutturale e fottutamente animalesco dice chiaramente, scordatevi i "bambini di oggi", qui si torna al passato e di brutto, lo mette in chiaro sin dalle prime note di una "Eaters Of The Void" talmente bella, rocciosa e dotata di un mood oscuro capace di dilaniare qualsiasi petto che il pensiero di una violenta e continuata scapocciata è inevitabile. Siamo all'inizio e la strada è di quelle lastricate in oro.
Sì, perché "Necropsychotic" non si arresta, è una macchina da guerra oliata alla perfezione, non vi è un solo meccanismo che giri in maniera imperfetta, arriva dritto come una fucilata in pieno petto, infilando sferragliate di stampo thrash notevoli oltre a quelle presenti nell'opener anche in "Skärseld (Return To The Unholy)", utilizzando il classicissimo "fango" sonoro innalzato in una "Graveyard Revisited" più che discreta nel miscelare la malsanità degli Autopsy con la marcescenza Nihilist, i midtempo e le fasi anthemiche spaccaossa contenute nella doppietta che vede susseguirsi "The Fall Of Flesh" e "Deathbound" puntando poi su quelle discese ritmiche in "slow motion" tanto care a chi ama il sound più nero e sulfureo che fanno ribollire la conclusiva "Deliverance".
Non vi sono pecche, non c'è un solo microsecondo di noia e i Mordbrand si candidano con "Necropsychotic" "momentaneamente" al ruolo di sorpresa ma sono sicuro che se in futuro dovessero continuare su tali coordinate, beh, un disco che rimane nella storia del genere potrebbero di sicuro stamparlo.
Un ascolto doverosamente da possedere in originale questo "Necropsychotic". Siete incazzati perché il death odierno suona troppo "happy"? Troppo "melodic"? Troppo "technical"? La vostra soluzione ha un nome: Mordbrand.

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