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lunedì 7 maggio 2012COUNTESS - On Wings Of DefianceInformazioni Gruppo: Countess Titolo: On Wings Of Defiance Anno: 2011 Provenienza: Olanda Etichetta: Barbarian Wrath Contatti: myspace.com/orthodoxblackmetal Autore: Mourning Tracklist 1. Where Eagles Die 2. I Am The Infidel 3. Let The River Run Red 4. Invictus 5. At The Hot Gates I Stand 6. Foggy Dew 7. Sermon Of The Devil Preacher 8. An Emperor's Stand 9. On Wings Of Defiance 10. Night Of The Demon (cover Demon) 11. In League With Satan (cover Venom) DURATA: 1:04:40 I Countess sono una realtà olandese che ruota interamente intorno alla figura di Orlok, da sempre mente compositiva e anima di questo che è da tempo un solo-project con all'attivo oltre una decina di dischi dal 1992 a oggi. L'ultimo lavoro intitolato "Wings Of Defiance" è l'ennesimo prosieguo di un percorso artistico che ha ben salda la propria identità e una forte dose di coerenza instillata nel proprio songwriting. Il black metal interpretato e realizzato da Countess è viscerale, crudo, atmosferico e battagliero, la proposta è tutt'altro che innovativa, saldamente ancorata al passato così come le tematiche trattate dai testi che in questo caso già dall'esplicita copertina comprenderete rivolte a riesumare gli scontri fra le popolazione barbare del nord e gl'invasori romani; che "Where Eagles Die" sia un chiaro riferimento al popolo italico è palese dato che il simbolo imperiale e "numen legionis" è l'aquila. I riff sono semplici, la distorsione della chitarra pesante, le melodie incisive e il cantato varia da fiero e impostato a un grattato a tratti gracchiante in stile corvo, in effetti nella musica dei Countess l'unico "ostacolo", se così possiamo definirlo, è inquadrabile nella voce di Orlok anche se chi è fruitore da tempo troverà tale "sottigliezza" bypassabile dopo un paio di giri nel lettore. Le tracce nella loro elementare e piacevole "avanzata" offrono spunti interessanti, l'opener "Where Eagles Die" è fra le canzoni più epiche e massicce, "I Am The Infidel" utilizza l'accompagnamento dei synth per indorare una pillola tutt'altro che dolce, "Let The River Run Red" si slancia su un incedere punkeggiante sulla quale paternità si potrebbe discutere ore e ore ma è con il tributo all'isola verde, l'Irlanda, dalla quale attinge eseguendo una propria versione del canto tradizionale "Foggy Dew" che rievoca la "Sollevazione di Pasqua", segno di quanto ancora tale nazione abbia patito e patisca il giogo britannico, e con i due brani conclusivi "An Emperor's Stand" e "On Wings Of Defiance" che l'album raggiunge i suoi picchi. Il primo è legato alla figura di Giuliano l'Apostata, ultimo imperatore dichiaratamente pagano e che contrastò l'ideale cristiano al quale l'editto di Costantino I nel 313 d.C. aveva dato via libera, la drammaticità e i ritmi lenti che la caratterizzano mescolano odio millenario e decadenza, quella che poi colpirà l'Impero Romano d'Occidente, sarà stato un caso? Il secondo è invece un chiaro invito a non mollare le armi, a non arrendersi e citando le parole di Orlok: We are the rebels who rejects your rule We are the infidels who fights your creed We are preachers of the devil's sermon Never to your power shall we cede il tutto scandito come dovuto da un incendere incalzante ed epicheggiante. Il viaggio in compagnia dei Countess di "On Wings Of Defiance" ha ancora due tappe, Orlok si cimenta nel dare vita a una propria versione di "hit" del passato quali "Night Of The Demon" dei Demon e "In League With Satan" e il suo stile, per quanto non mi dispiaccia la prima, è decisamente più incline e adatto a incarnare la seconda. A chi consigliare un disco simile? Coloro che amano Venom e Manowar quanto Bathory e Manilla Road, band dalle quali lo stesso Orlok trae ispirazione, potrebbero trovare interessante ascoltare questo tredicesimo sigillo dei Countess. |
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