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lunedì 28 maggio 2012STROSZEK - Sound Graveyard BoundInformazioni Gruppo: Stroszek Titolo: Sound Graveyard Bound Anno: 2012 Provenienza: Italia Etichetta: Hypnotic Dirge Records Contatti: facebook.com/stroszekofficial Autore: Mourning Tracklist 1. Can’t Make Things Undone 2. Shipwreck 3. Hope I’ll Never Know 4. Leftover 5. Self Closure 6. Adrift 7. Spirits Dwell 8. Crows 9. If The World Hadn’t Gone Insane (Mike Johnson) DURATA: 44:08 Gli Stroszek sono la band, o il progetto se così vogliamo definirlo, di Claudio Alcara, noto alla scena metal per la sue avventure insieme a Gionatha Potenti negli act Frostmoon Eclipse, Macabre Omen e per il suo passato negli Handful Of Hate. Potete però anche mettere tutto questo di lato, visto che di metallico e sensazioni black nel mondo racchiuso dietro tale monicker, probabilmente ispirato al film di Werner Herzog del 1977, storia alquanto particolare di come il diniego continuo possa annientare un essere umano, v'è ben poco. "Sound Graveyard Bound" è il titolo di quello che se non erro dovrebbe essere il terzo capitolo full, arrivato dopo le incisioni di "Songs Of Remorse" nel 2007, "Life's Failure's Made Music" del 2009 e dell'ep "Wild Hunt" dello stesso anno. Essendo il sottoscritto al primo approccio assoluto con tale realtà, ho trovato particolarmente intrigante la maniera con la quale un'amplia gamma d'influenze e personaggi sembrino ruotare all'interno del platter lasciando segno del proprio passaggio. All'orecchio giunge un crocevia di sensazioni che pesca dal profondo sud emotivo del blues e del country, personaggi come Tom Waits e Johnny Cash capaci di rendere viva e unica qualsiasi storia abbiano deciso di raccontare s'incrociano con la malinconia e il disagio di certo dark/post punk, penso a gente come i Joy Division e ai Sister Of Mercy arrivando poi alla piovosa Seattle di band come Alice In Chains, Mad Season e Screaming Trees. Non è infatti un caso che, un altro personaggio di spicco del pianeta rock qual è Mark Lanegan, con il suo modo di creare musica fumosa e distinguibilissima per un'impronta personale e sopraffina, si unisca al coro. Nella vostra mente spruzzate un po' di atmosfere eteree, lasciate libero il pensiero di esprimersi preferendo l'acustico con le sue ossessioni delicate, carezzevoli alle sparute e incalzanti fasi in "elettrico" e condite il tutto con una produzione cristallina talmente vivida da sembrare un' esecuzione "live" e che la fa pervenire ancor più intensa e pulsante, bene, fatto ciò avrete fra le mani il disco in questione. Gli Stroszek sono intriganti ed è il saper creare delle buone canzoni non calcando mai la mano l'arma vincente. Le melodie sono indovinate, in qualche fraseggio eccedono in dolcezza ma, e c'è il ma, quel retrogusto agrodolce fornito dal cantato "parlato" dell'Alcara, la dimensione ambientale architettata per ognuna delle suddette fasi e delle repentine svolte umorali mantengono ben sveglia l'attenzione allontanando le incertezze su una possibile "melassa in avvicinamento". Ascoltando brani come l'opener "Can't Make Things Undone", "Adrift", "Crows" già rilasciata in qualità d'antipasto nella compilation della label "Desolation, Dissonance, Delirium" o "Spirits Dwell" nella quale è la voce femminile di Nat ad accarezzare e cullare l'animo dell'ascoltatore, avrete modo di comprendere quanto distaccarsi da una società odierna fatta di "rumori" e urla tenendo un po' di spazio per sé possa divenire cosa semplice qualora si fosse in possesso della colonna sonora adeguata. "Sound Graveyard Bound" è ispirato, leggiadro ma non "molle", sentimentalmente avvincente e a tratti potrebbe anche trovare posto in qualche scaletta radiofonica semmai l'Italia avesse fra le sue file degli speaker o dj con le palle pronti a scommettere su materiale che per una volta non venga tirato fuori da fucine sterili come quelle della De Filippi o della Caselli. Fra relax ed emozione gli Stroszek si son conquistati un posto nel mio lettore da giorni, voi che dite, non vi serve una pausa dal mondo in cui vivete? Se così fosse, perché non approfittare del loro disco, basta un click sul tasto "play" e il gioco è fatto. |
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