domenica 27 maggio 2012

DRUKNROLL - On The Knife Blade

Informazioni
Gruppo: Druknroll
Titolo: On The Knife Blade
Anno: 2012
Provenienza: Russia
Etichetta: Metal Scrap Records
Contatti: non disponibili
Autore: Mourning

Tracklist
1. Face To Face
2. Adrenaline
3. Light Of The Night Star
4. Grief
5. Live Outlaw
6. On The Knife Blade
7. 5 Seconds
8. To Infinite
9. Don’t Kill
10. Whirl By Cloud

DURATA: 50:05

Sulla band russa dei Druknroll le informazioni sono poche, a quanto pare hanno già all'attivo un disco rilasciato nel 2010 intitolato "Brownian Motion" e tutto partì dalla mente dell'artista omonimo che da il nome al progetto.
Secondo disco nel 2012 "On The Knife Blade", ho preferito cercare su internet per non tartassarmi con il cirillico e non potendomi basare su esperienze passate, ho dovuto affrontare una sfida inaspettata, la musica è tutt'altro che brutta ma da quale verso prenderla?
È una strana orchestrazione di symphonic metal, hard rock, progressive e thrash/groove alle volte elegante, altre sgraziato o stranamente al limite col circense infilando dentro il tutto.

Il platter è decisamente orecchiabile, le linee vocali eseguite dal cantante nelle strofe dell'opener "Face To Face" sembrano urlare l'apprezzamento per il "Black Album" dei Metallica; la terza "Light Of The Night Star" combina fraseggi delicati di chitarra e violino, assolo retrò seventies e una visione che sembra strizzare l'occhio al power nel ritornello ed è ancora la parte più melodica a fuoriuscire nella successiva "Grief" nella quale il cantante usando quella vocina sottile che vorrebbe arrivare chissà dove rischia (per non dire che ci riesca) di divenire fastidioso, peccato perché il brano nella sua forma intima rende più di quando metta in mostra una certa dose di grinta. La chitarra solista invece se la spassa rendendosi sempre disponibile a cavalcare qualsiasi onda emotiva e riuscendovi con una serie di assoli di buona fattura, il coro di bambini che ricorda quello dei Sentenced nell'ora dell'addio era invece evitabilissimo.
Con la titletrack non si capisce davvero in quale mondo vogliano vivere, suonare symphonic estremo, assomigliare alla band di Ville Laihiala, sfondare con la commercialità degli H.I.M. o continuare nel tentativo di garantire una prova di qualità cercando un minimo di bilanciamento? Nel frattempo il batterista si esibisce anche in una divagazione da solista, piacevole ma la carne al fuoco è decisamente troppao e ciò non va bene visto che alla fine il mangiabile viene guastato dalle parti bruciacchiate.
È un ciclo che si ripete e ripete con l'anello debole della catena rappresentato sempre e comunque dalla prestazione di Horror che pare lontana dal sembrare l'esplosione finale adatta a far spiccare ulteriormente i pezzi, è un male dato che proprio le basi, tranne qualche ingenuità che ricade sulla volontà di complicarsi la vita mutando continuamente anche quando non ce ne sarebbe nessun bisogno, soffrono il suo forzare nei fraseggi ampiamente melodici.
E se avessero invece optato per un lavoro unicamente strumentale? Chissà... magari ci avrebbero guadagnato e quel difetto sarebbe passato in secondo piano.

L'ho ascoltato più volte ma giungere alla fine è sempre stato faticoso a meno che non lasciassi scorrere "On The Knife Blade" in sottofondo svolgendo in contemporanea altro compito, è dispersivo e malgrado le potenzialità dei Druknroll, e un songwriting che affinato con qualche probabilità in futuro potrebbe regalare uscite sicuramente più interessanti, rimane un disco che si limita a fare compagnia e nulla più.

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