lunedì 7 maggio 2012

SHADOWMIND - World Gone Mad

Informazioni
Gruppo: Shadowmind
Titolo: World Gone Mad
Anno: 2012
Provenienza: Norvegia
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: facebook.com/shadowmindband
Autore: Mourning

Tracklist
1. World Gone Mad
2. Chaos
3. Nightfall
4. Complications
5. Set To Kill
6. Infected
7. Rain
8. Outro

DURATA: 34:59

Dalla Norvegia solitamente nota come patria del black spuntano fuori gli Shadowmind, giovane formazione devota decisamente a musica molto più orecchiabile e appetibile a una massa più ampia di "listeners".
In effetti il quintetto sembra un incrocio fra il sound melodic death/metalcore made in Germany e quello più orecchiabile U.S.A., non è quindi un caso che fra le loro influenze si possano nominare gente come gli Heaven Shall Burn, Parkway Drive, All That Remains, As I Lay Dying ma anche i promotori del genere Killswitch Engage.
É evidente che l'orecchio si trovi dinanzi a un platter che non potrà essere né innovativo né tantomeno unico, il "metalcore" è uno stile ormai congestionato dalle troppe presenze al proprio interno, sono quindi valori come la composizione e il saper sfruttare al meglio i cliché di tale mondo, vedasi l'imposta alternanza fra vocals growl/scream e il pulito, preferibilmente se piazzato al momento centrale con un bel ritornello d'acchiappo, a poter far pendere l'ago della bilancia a favore o meno di una band di questo tipo.

Il debutto degli scandinavi intitolato "World Gone Mad" è ovviamente relegabile sin da subito all'ascolto per succubi seguaci del settore, c'è da dire che per quanto l'animo catchy in certi frangenti diventi sin troppo spiccato, i musicisti in questione riescono a mantenere la proposta quantomeno dignitosa, non vi sono coretti strappalacrime o vere e proprie derive "pop" anche nel momento in cui il limite è davvero vicino come avviene con il coro di "Chaos".
Gli Shadowmind hanno un retrogusto melodico melancolico che potrebbe riportare alla mente le ultime cose dei Dark Tranquillity e dei finnici Insomnium, rendono discretamente bene nelle sequenze mosse da uno spirito più arcigno ma velatamente ingrigito da quelle influenze vedasi "Nightfall", hanno il buon gusto di evitare i sei milioni di break-down inutili iper pompati e spesso fini a se stessi che in molti utilizzano per chissà quale motivo.
Il platter scorre sfoderando un più che discreto impatto in "Complications" e poi via via le soluzioni e l'impostazione delle canzoni tenderà a ripetersi, non c'è molto da meravigliarsi dati i limiti ai quali il filone musicale è vincolato.

Per coloro che da anni fedelmente continuano a far girare nel proprio lettore proposte simili, i norvegesi in questione risulteranno non solo di sicuro gradimento anzi ben più freschi di act navigati che ristagnano nella melma secolarmente come i Caliban, motivo per il quale una chance al lavoro degli Shadowmind non la dovrebbero negare.

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