Informazioni
Autore: Mourning
Formazione
Marco Ranalli - Chitarra
Piero Ranalli - Basso
Stefano Di Rito - Batteria
Gli Insider sono tornati con loro il rock psichedelico/progressivo e lo spirito libero che li contraddistingue, era da un po' che non si avevano notizie, cosa sarà successo in questi anni? Vediamo di farci un'idea.
Benvenuti su Aristocrazia Webzine, caldo, caldo e ancora caldo, come state? Com'è da voi la situazione?
Tutto ok. La situazione climatica peggiora di giorno in giorno, sembra di stare su Mercurio... che si fossero scambiate le orbite?! Sai tra pianeti vicini tante volte...
Diamo un paio di informazioni a chi non avesse ancora avuto modo di conoscervi d'entrare in contatto con la realtà Insider, com'è nata la band, chi siete come musicisti e quali sono le opere che avete già prodotto?
Tutto è nato tanti anni fa in una cantina, e negli anni a seguire dopo un paio di demo, prima come "City Sewer System" e poi come "Insider", è uscito a distanza di pochi anni il primo album omonimo per la Freak Out! Records prodotto da noi (Marco e Piero Ranalli) e mixato da Paul Chain. Il secondo "Land Of Crystals" prodotto sempre nei nostri studi (Andruid Records) e mixato da Paul Chain. Il terzo "Jammin' For Smilng God" e il quarto "Simple Water Drops" registrati e mixati da noi per la Beards Of Stars Records. L'ultimo "Vibrations From The Tapes" registrato in presa diretta semplicemente con una vecchia piastra a cassette e due microfoni in sala prove per la "Phonosphera". Comunque abbiamo già pronto un nuovo album che conterrà questa volta otto brani non improvvisati, caratterizzati da una struttura complessa e totalmente strumentali. L'uscita è ancora da stabilire perchè siamo in attesa di risposte da parte di alcune etichette straniere.
Siete attivi da inizio anni Novanta, vi siete stoppati a metà della prima decade post 2000 per poi riapparire sulla lunga distanza dalla pubblicazione di "Simple Water Drops" (2005) con un nuovo lavoro. Le grandi pause riscaldano il motore? Sette anni per dare alla luce "Land Of Christals" e sette ne son passati per "Vibrations From The Tapes", che il sette sia il vostro numero fortunato? Cos'è che vi ha tenuti fermi discograficamente?
Il motore è sempre acceso e in merito alle pause il sette è assolutamente casuale. Dicono che il vino buono impieghi tempo a maturare... con questo intendiamo dire che per noi è importante che sia la musica a dettare i tempi e non il musicista oppure il discografico. Non abbiamo problemi di tempo, lavoriamo nel nostro studio altamente professionale che ci permette di elaborare e rielaborare in continuazione e in assoluta tranquillità le nostre idee.
"Vibrations From The Tapes", perché questo titolo? Percepite una certa freddezza nella musica odierna dovuta alla digitalizzazione? Il calore e il senso di "vita" dell'analogico sono stati sostituiti da una serialità produttiva?
No, lavoriamo sia in digitale che in analogico a seconda di ciò che vogliamo esprimere. Il titolo è nato dal concetto che delle vibrazioni sonore registrate semplicemente su un nastro magnetico, senza artifici digitali, possano ugualmente suscitare emozioni.
Introducendovi ho parlato di "spirito libero", le tracce ne godono pienamente, c'è una costante emotività da "jam in corso". Quali sono le difficoltà nel comporre musica di questo tipo? Quanto sono importanti oltre alle doti strumentali le componenti caratteriali ed empatiche dei musicisti?
La difficoltà è nel non commettere errori o renderli creativi... questo può avvenire solo tra musicisti esperti ed affiatati. Per noi è una gioia comporre liberamente, lo facciamo costantemente come una terapia di gruppo per liberarci dagli schemi. Abbiamo decine e decine di ore di composizione libera ancora da selezionare per i prossimi capitoli vibrazionali! Probabilmente nei prossimi anni uscirà ancora qualcosa.
Dopo aver ascoltato più volte il disco mi è venuto naturale non parlare più di cinque canzoni ma di un unico episodio in repentina evoluzione e ho citato nel testo della recensione quel breve estratto da "Il Silenzio Del Rumore" di Battiato inserito nel sito ufficiale. Se c'è, quanto e come cresce la connessione fra universo e uomo nella musica e cosa rappresenta quella frase nel vostro immaginario d'artisti?
Battiato dice: "Dentro di me vivono la mia identica vita dei microrganismi che non sanno di appartenere al mio corpo. Io a quale corpo appartengo?". Un microrganismo si rapporta all'interno di un corpo delimitando i suoi confini e le sue azioni, sentendosi parte del tutto spontaneamente, a differenza dell'uomo che sa di appartenere ad un Universo e ne vuole delimitare i confini razionalmente, creando così un distacco e allontanandosi sempre di più da un senso di appartenenza naturale. La musica ha la capacità di abbattere gli ostacoli tra noi e l'Universo così da ripristinare quella comunicazione che durante il vivere quotidiano si annulla.
Come siete entrati in contatto con Gianmarco e la Phosphera? Cos'è che vi ha convinti ad affidarvi alle sue cure?
Ci siamo conosciuti casualmente in rete e successivamente ci siamo incontrati di persona. Abbiamo molte cose in comune, soprattutto sotto il profilo umano, ci fa piacere che abbia gradito le nostre sessions e abbia voluto produrle. La Phonosphera ha coraggio ed è aperta verso nuovi orizzonti musicali. Ci ha convinti il fatto che Gianmarco non agisca per schemi ma emotivamente... e questo non è poco!
Qual è lo stato di salute della scena rock e musicale in genere nel nostro Paese? Avete vent'anni e più d'esperienza alle spalle, ci saranno stati dei momenti nei quali avete percepito una spinta o un decadimento maggiore, secondo voi di chi sono le colpe del suo costantemente rinviato o del tutto mancato decollo?
La risposta è nella tua domanda perchè evidentemente anche tu hai notato che nel nostro Paese ci sono dei freni che non permettono alla scena musicale questo fatidico decollo. C'è poco da dire... bisogna solo continuare a suonare e credere veramente nella propria musica. Pertanto pensiamo che sia semplicemente inutile analizzarne le cause, noi suoniamo da quasi trent'anni e non ne abbiamo mai tenuto conto.
Nell'ultimo periodo la gente sembra essersi accorta che esistono delle dimensioni sonore (stoner, psych, doom, kraut etc.. etc...) che hanno stranamente sempre vissuto all'ombra di altri generi. Può essere un vantaggio questa maggior visibilità o rischia, come ad esempio successo a chi entra a far parte di certe label (Nuclear Blast), di sputtanare il lavoro fatto in un movimento "underground" che appoggia, forse con minori introiti, ma passione reale le proprie band e release?
Entrare in una major non vuol dire sputtanarsi se si riesce a mantenere il controllo della composizione senza scendere a compromessi, quando questo accade non può che far bene alla musica perchè un pubblico più vasto può beneficiarne. Le scelte appartengono agli individui...
C'è una certa dose di esterofilia nell'ascoltatore medio italiano? Vi è parso di sentire sempre troppe lamentele sul perché non vada avanti la nostra musica e scena senza poi però comprare i dischi delle realtà che ne fanno parte? L'essere tedeschi o svedesi è ancora un valore aggiunto per l'acquisto o si conosce poco la cultura rock italiana? È un problema di mentalità o cos'altro?
È stato sempre così, anche negli anni '70. I gruppi prog e hard rock italiani vivevano all'ombra dei gruppi inglesi e americani... non è cambiato nulla da allora, forse la situazione è peggiorata! Ogni movimento musicale non ci è mai appartenuto, l'abbiamo vissuto di riflesso. Il problema è soprattutto mediatico, è tutto in mano all'informazione. Se il panorama underground italiano fosse promosso in egual misura come quello straniero forse qualcosa cambierebbe, ma non ne siamo sicuri.
Quali sono le band in attività e non che vi hanno segnato come musicisti eascoltatori?
Come musicisti cerchiamo di rendere la nostra opera non derivativa, di conseguenza nella composizione dei nostri brani non abbiamo punti di riferimento, ci abbandoniamo incosciamente ai nostri stati d'animo. Come ascoltatori potremmo farti un elenco infinito che varia da Egisto Macchi ai Black Sabbath per cui riteniamo che non sia possibile in questa sede elencarli tutti.
Situazione live: avete avuto modo di presentare l'album on stage?
No, ma ci stiamo preparando per un tour intergalattico...
Qual è l'atmosfera e la location che ritenete più adeguata per un vostro live?
Un palco costruito sugli anelli di Saturno!
Come band avete vissuto un'esperienza indimenticabile e una da dimenticare assolutamente?
Le esperienze sono tutte indimenticabili... anche quelle negative!
Vi danno la possibilità di organizzare un festival, risorse illimitate e località a vostra scelta, quali sarebbero il bill e il luogo perfetti per realizzarlo?
[Ride] questa è pura fantascienza.
Quali sono le prossime mosse che gli Insider andranno a compiere?
Continuare a suonare come abbiamo sempre fatto, e cercare di promuovere questo disco ed il prossimo già pronto per la stampa.
Siamo giunti al capolinea, vi faccio un grosso in bocca al lupo e vi lascio la parola per un saluto ai nostri lettori...
Ti ringraziamo tantissimo per l'intervista e lo spazio che ci hai concesso, salutiamo con un caloroso abbraccio tutti i nostri sostenitori.
Autore: Mourning
Formazione
Marco Ranalli - Chitarra
Piero Ranalli - Basso
Stefano Di Rito - Batteria
Gli Insider sono tornati con loro il rock psichedelico/progressivo e lo spirito libero che li contraddistingue, era da un po' che non si avevano notizie, cosa sarà successo in questi anni? Vediamo di farci un'idea.
Benvenuti su Aristocrazia Webzine, caldo, caldo e ancora caldo, come state? Com'è da voi la situazione?
Tutto ok. La situazione climatica peggiora di giorno in giorno, sembra di stare su Mercurio... che si fossero scambiate le orbite?! Sai tra pianeti vicini tante volte...
Diamo un paio di informazioni a chi non avesse ancora avuto modo di conoscervi d'entrare in contatto con la realtà Insider, com'è nata la band, chi siete come musicisti e quali sono le opere che avete già prodotto?
Tutto è nato tanti anni fa in una cantina, e negli anni a seguire dopo un paio di demo, prima come "City Sewer System" e poi come "Insider", è uscito a distanza di pochi anni il primo album omonimo per la Freak Out! Records prodotto da noi (Marco e Piero Ranalli) e mixato da Paul Chain. Il secondo "Land Of Crystals" prodotto sempre nei nostri studi (Andruid Records) e mixato da Paul Chain. Il terzo "Jammin' For Smilng God" e il quarto "Simple Water Drops" registrati e mixati da noi per la Beards Of Stars Records. L'ultimo "Vibrations From The Tapes" registrato in presa diretta semplicemente con una vecchia piastra a cassette e due microfoni in sala prove per la "Phonosphera". Comunque abbiamo già pronto un nuovo album che conterrà questa volta otto brani non improvvisati, caratterizzati da una struttura complessa e totalmente strumentali. L'uscita è ancora da stabilire perchè siamo in attesa di risposte da parte di alcune etichette straniere.
Siete attivi da inizio anni Novanta, vi siete stoppati a metà della prima decade post 2000 per poi riapparire sulla lunga distanza dalla pubblicazione di "Simple Water Drops" (2005) con un nuovo lavoro. Le grandi pause riscaldano il motore? Sette anni per dare alla luce "Land Of Christals" e sette ne son passati per "Vibrations From The Tapes", che il sette sia il vostro numero fortunato? Cos'è che vi ha tenuti fermi discograficamente?
Il motore è sempre acceso e in merito alle pause il sette è assolutamente casuale. Dicono che il vino buono impieghi tempo a maturare... con questo intendiamo dire che per noi è importante che sia la musica a dettare i tempi e non il musicista oppure il discografico. Non abbiamo problemi di tempo, lavoriamo nel nostro studio altamente professionale che ci permette di elaborare e rielaborare in continuazione e in assoluta tranquillità le nostre idee.
"Vibrations From The Tapes", perché questo titolo? Percepite una certa freddezza nella musica odierna dovuta alla digitalizzazione? Il calore e il senso di "vita" dell'analogico sono stati sostituiti da una serialità produttiva?
No, lavoriamo sia in digitale che in analogico a seconda di ciò che vogliamo esprimere. Il titolo è nato dal concetto che delle vibrazioni sonore registrate semplicemente su un nastro magnetico, senza artifici digitali, possano ugualmente suscitare emozioni.
Introducendovi ho parlato di "spirito libero", le tracce ne godono pienamente, c'è una costante emotività da "jam in corso". Quali sono le difficoltà nel comporre musica di questo tipo? Quanto sono importanti oltre alle doti strumentali le componenti caratteriali ed empatiche dei musicisti?
La difficoltà è nel non commettere errori o renderli creativi... questo può avvenire solo tra musicisti esperti ed affiatati. Per noi è una gioia comporre liberamente, lo facciamo costantemente come una terapia di gruppo per liberarci dagli schemi. Abbiamo decine e decine di ore di composizione libera ancora da selezionare per i prossimi capitoli vibrazionali! Probabilmente nei prossimi anni uscirà ancora qualcosa.
Dopo aver ascoltato più volte il disco mi è venuto naturale non parlare più di cinque canzoni ma di un unico episodio in repentina evoluzione e ho citato nel testo della recensione quel breve estratto da "Il Silenzio Del Rumore" di Battiato inserito nel sito ufficiale. Se c'è, quanto e come cresce la connessione fra universo e uomo nella musica e cosa rappresenta quella frase nel vostro immaginario d'artisti?
Battiato dice: "Dentro di me vivono la mia identica vita dei microrganismi che non sanno di appartenere al mio corpo. Io a quale corpo appartengo?". Un microrganismo si rapporta all'interno di un corpo delimitando i suoi confini e le sue azioni, sentendosi parte del tutto spontaneamente, a differenza dell'uomo che sa di appartenere ad un Universo e ne vuole delimitare i confini razionalmente, creando così un distacco e allontanandosi sempre di più da un senso di appartenenza naturale. La musica ha la capacità di abbattere gli ostacoli tra noi e l'Universo così da ripristinare quella comunicazione che durante il vivere quotidiano si annulla.
Come siete entrati in contatto con Gianmarco e la Phosphera? Cos'è che vi ha convinti ad affidarvi alle sue cure?
Ci siamo conosciuti casualmente in rete e successivamente ci siamo incontrati di persona. Abbiamo molte cose in comune, soprattutto sotto il profilo umano, ci fa piacere che abbia gradito le nostre sessions e abbia voluto produrle. La Phonosphera ha coraggio ed è aperta verso nuovi orizzonti musicali. Ci ha convinti il fatto che Gianmarco non agisca per schemi ma emotivamente... e questo non è poco!
Qual è lo stato di salute della scena rock e musicale in genere nel nostro Paese? Avete vent'anni e più d'esperienza alle spalle, ci saranno stati dei momenti nei quali avete percepito una spinta o un decadimento maggiore, secondo voi di chi sono le colpe del suo costantemente rinviato o del tutto mancato decollo?
La risposta è nella tua domanda perchè evidentemente anche tu hai notato che nel nostro Paese ci sono dei freni che non permettono alla scena musicale questo fatidico decollo. C'è poco da dire... bisogna solo continuare a suonare e credere veramente nella propria musica. Pertanto pensiamo che sia semplicemente inutile analizzarne le cause, noi suoniamo da quasi trent'anni e non ne abbiamo mai tenuto conto.
Nell'ultimo periodo la gente sembra essersi accorta che esistono delle dimensioni sonore (stoner, psych, doom, kraut etc.. etc...) che hanno stranamente sempre vissuto all'ombra di altri generi. Può essere un vantaggio questa maggior visibilità o rischia, come ad esempio successo a chi entra a far parte di certe label (Nuclear Blast), di sputtanare il lavoro fatto in un movimento "underground" che appoggia, forse con minori introiti, ma passione reale le proprie band e release?
Entrare in una major non vuol dire sputtanarsi se si riesce a mantenere il controllo della composizione senza scendere a compromessi, quando questo accade non può che far bene alla musica perchè un pubblico più vasto può beneficiarne. Le scelte appartengono agli individui...
C'è una certa dose di esterofilia nell'ascoltatore medio italiano? Vi è parso di sentire sempre troppe lamentele sul perché non vada avanti la nostra musica e scena senza poi però comprare i dischi delle realtà che ne fanno parte? L'essere tedeschi o svedesi è ancora un valore aggiunto per l'acquisto o si conosce poco la cultura rock italiana? È un problema di mentalità o cos'altro?
È stato sempre così, anche negli anni '70. I gruppi prog e hard rock italiani vivevano all'ombra dei gruppi inglesi e americani... non è cambiato nulla da allora, forse la situazione è peggiorata! Ogni movimento musicale non ci è mai appartenuto, l'abbiamo vissuto di riflesso. Il problema è soprattutto mediatico, è tutto in mano all'informazione. Se il panorama underground italiano fosse promosso in egual misura come quello straniero forse qualcosa cambierebbe, ma non ne siamo sicuri.
Quali sono le band in attività e non che vi hanno segnato come musicisti eascoltatori?
Come musicisti cerchiamo di rendere la nostra opera non derivativa, di conseguenza nella composizione dei nostri brani non abbiamo punti di riferimento, ci abbandoniamo incosciamente ai nostri stati d'animo. Come ascoltatori potremmo farti un elenco infinito che varia da Egisto Macchi ai Black Sabbath per cui riteniamo che non sia possibile in questa sede elencarli tutti.
Situazione live: avete avuto modo di presentare l'album on stage?
No, ma ci stiamo preparando per un tour intergalattico...
Qual è l'atmosfera e la location che ritenete più adeguata per un vostro live?
Un palco costruito sugli anelli di Saturno!
Come band avete vissuto un'esperienza indimenticabile e una da dimenticare assolutamente?
Le esperienze sono tutte indimenticabili... anche quelle negative!
Vi danno la possibilità di organizzare un festival, risorse illimitate e località a vostra scelta, quali sarebbero il bill e il luogo perfetti per realizzarlo?
[Ride] questa è pura fantascienza.
Quali sono le prossime mosse che gli Insider andranno a compiere?
Continuare a suonare come abbiamo sempre fatto, e cercare di promuovere questo disco ed il prossimo già pronto per la stampa.
Siamo giunti al capolinea, vi faccio un grosso in bocca al lupo e vi lascio la parola per un saluto ai nostri lettori...
Ti ringraziamo tantissimo per l'intervista e lo spazio che ci hai concesso, salutiamo con un caloroso abbraccio tutti i nostri sostenitori.