domenica 2 settembre 2012

THE PRESTIGE - Black Mouths


Informazioni
Gruppo: The Prestige
Titolo: Black Mouths
Anno: 2012
Provenienza: Francia
Etichetta: Basement Apes Industries
Contatti: facebook.com/wearetheprestige
Autore: Mourning

Tracklist
1. The Truth
2. Burn Down Vegas
3. Ballroom
4. Crane Flies
5. Pluie
6. The Never Ending End
7. Forward
8. Backward
9. A Thousand Trees In My Closet
10. Hooks And Lips

DURATA: 40:50

Perché quando citi l'hardcore il ragazzetto di turno tira fuori il nome dei Suicide Silence e non dei Discharge o dei Converge? Perché se si parla di post c'è gente che ascolta "seriamente" e crede "realmente" che gli Attack Attack siano una band e rientrino in quel filone? Non torna signori miei, il conto non torna.
Non è più solo una questione di ciuffi tagliati alla cazzo e sonorità imbastardite quanto di un'ignoranza dilagante su quali siano le basi di un genere piuttosto che un altro; che poi qualcuno mi dirà prima o poi che cacchio suonano gli Attack Attack...
Questa riflessione di partenza mi è stata indotta dall'ascolto dei The Prestige in macchina con un amico e un paio di "conoscenti" che mi hanno letteralmente gelato paragonando questi francesi ad artisti che preferisco non tirare in causa perché mi viene l'orticaria al solo pensiero.
Ho ascoltato e riascoltato più volte "Black Mouths" e il quartetto transalpino composto da Alex (voce e chitarra), Raphael (chitarra), Thibaut (batteria) e Julien (basso) è convincente e ha intrapreso un discorso serio e privo di sfaccettature catchy. Il post-hardcore con il quale si presentano è infatti equilibrato nello sfoderare attacchi massicci, violenti, rifugiandosi con maestria in ambientazioni scure e inquietantemente "rilassate". Potrete notare gli sbalzi atmosferici che sto descrivendo premendo il tasto "play" di seguito su tracce come "The Truth" e "Pluie" o "Backward" che anticipa la doppietta conclusiva composta da "A Thousand Tree In My Closet" e "Hooks And Lips", apice dello "slow mode" e delle atmosfere più tristi.
Se è la summa del loro sound che cercate, una sorta di vademecum su come mettere insieme un pezzo con le contropalle facendo confluire in esso le correnti "core" e "rock", avvalendosi di un pieno impatto, beh, in quel caso "The Never Ending End" è ciò che fa al caso vostro, mentre la schizofrenia del guitarworking è la caratteristica dominante di "Burn Down Vegas" e "Ballroom", avrete di che animarvi. Dello sporco lavoro di missaggio e mastering se n'è occupato lo svedese Magnus Lindberg, uno che nella scena è conosciuto per aver messo mano nell'operato di gente come Cult Of Luna, Refused e Poison The Well, il risultato è un mix di suoni scontrosi e privi di qualsiasi tipo di "laccaggio" che fa di "Black Mouths" una prova da tenere in alta considerazione.
Il talento c'è, le basi sono ben piantate, dunque cosa attenderci in futuro dai The Prestige? Aspettando una risposta in termini musicali, godiamoci quest'album e se noterete anche solo di striscio termini come "post", "hardcore" o più semplicemente "musica" vicini a formazioni come quell'orrore citato in alto, fatemi un favore: denunciate tali crimini, sono reati contro l'umanità, è un vostro dovere.

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