Informazioni
Gruppo: GodHateCode
Titolo: Weltenschmerz
Anno: 2012
Provenienza: Germania
Etichetta: Noisehead Records
Contatti: facebook.com/GodHateCode
Autore: Mourning
Tracklist
1. Ich Bin Krieg
2. Feine Gaben
3. Beuteschema Überdruss
4. Der Wert
5. Schöne Freude
6. Prügelknabe
7. Im Leben Nicht
8. Für Gott Und Gold
9. Das Etwas
10. Värdighetens Avgrund
11. Todessog
DURATA: 38:08
I GodHateCode, per chi se li fosse persi, sono una di quelle band dalle quali si ci attendeva tantissimo in passato. Il debutto "Aeons" rilasciato nel 2008 era supportato dalle credenziali fornite da una line-up di spessore che vedeva presenti a quel tempo il batterista ex Grave Per Ekegren, il chitarrista di Disbelief, In Slumber e Zombie Inc Wolfgang Rothbauer, il cantante Armin Schweiger (membro dei Distaste e degli Afgrund) e il bassista degli Avulsed Tana; peccato che il risultato non mantenne le aspettative, rivelando un disco scialbo, rozzo sì ma davvero poco interessante.
Sono trascorsi quattro anni, Tana ha lasciato la band e al suo posto è entrato Philippe Seil che insieme a Lukas Haidinger alla seconda chitarra ha permesso di riunire il trio dei Distaste. I GodHateCode sono quindi un quintetto, c'è però da chiedersi: il nuovo lavoro "Weltenschmerz" sarà migliore del precedente?
Decisamente meno ansioso e curioso d'ascoltare, mi ritrovo piacevolmente assorbito dal platter che segnala senza mezzi termini una avvenuta maturazione e decisa presa di posizione del combo austriaco: zero fronzoli, composizioni che la buttano in violenza e cattiveria senza pensarci su più di tanto, non manca il citazionismo che porta alla mente più e più act, insomma tutto fa brodo.
È un death/grind solido che non disdegna l'influenza di musica maggiormente malevola, ad esempio in più di un'occasione i Morbid Angel vi faranno visita, in altre potrete notare similarità con il sound Behemoth, non dimenticando ovviamente la parte che include gente come Dying Fetus e Napalm Death. Ci si diverte davvero con le botte ricevute dall'opener "Ich Bin Krieg", "Der Wert" e "Für Gott Und Gold" ma la sorpresa la tengono stretta sino all'ultimo e ha per titolo "Todessog".
Dopo aver fato scorrere le prime dieci tracce ero convinto che anche l'ultima avrebbe scaricato con furia la sua dose di randellate, portando a termine "Weltenschmerz" così come era iniziato, invece il registro cambia totalmente. La canzone molla la presa assumendo una forma atmosferica dalla carica scura e buia di stampo svedese, nella quale il sound è sorretto dai synth impostati in modo da rafforzare l'impatto della scelta allentata, diversa ma comunque ben accetta.
I GodHateCode di oggi sembrano un'altra band, hanno probabilmente trovato la via a loro più adatta, il cantato di Armin, per lo più interpretato in lingua madre, alterna un'aggressività sporca e graffiante all'utilizzo di un growl adeguato a dare profondità alle sezioni nelle quali è l'animo death metal a dominare la scena, mentre la produzione finalmente fa il suo dovere, dando la possibilità alla strumentazione di farsi udire con distinta potenza.
Le pecche risiedono, come avrete capito, nella mancanza di un paio di pezzi fuoriclasse, abbiamo una tracklist compatta, con una "Prügelknabe" un po' troppo standard sul finire ma nessuna caduta di stile evidente. Questa situazione perciò mi porta a dire che "Weltenschmerz" è un buon album e nulla più, chiamato in causa vi darà la sveglia che vi serve, evitate però di avere alte pretese e pensate piuttosto a godervi la musica.