Informazioni
Gruppo: Krief De Soli
Titolo: Munus Solitudinis
Anno: 2012
Provenienza: Canada
Etichetta: Endless Winter
Contatti: endless-winter.ru
Autore: Mourning
Tracklist
1. Náscentés Morimúr
2. Vita Memoriae - Exordium Sanctus
3. Vita Memoriae - Apogaeus Rerum Vitae
4. Deo Volente... Caelo Tegi
5. Sanguis Et Umbra Sumus
DURATA: 01:09:47
Una cattedrale d'agonia, un posto grigio dimenticato dal tempo nel quale chiedere infinito perdono all'esistenza vissuta, è tornato con il secondo disco il canadese Egregoir de Sang e neanche la più forte e insistente delle luci riuscirà a scalfire il millenario velo che i Krief De Soli dispiegano.
La one man band in questione aveva sorpreso in maniera positiva nel 2010 con il debutto "Procul Este, Profani...", un album che definire "maledettamente religioso" nel suo litaniaco e incessante incedere pachidermico è il minimo. L'ortodossia della quale si nutriva ha condotto il mastermind a evolvere il suo progetto in una forma ancor più claustrofobica, monumentale, complicata da afferrare e facile da subire.
"Munus Solitudinis" è un percorso periglioso, irto di brividi lungo la schiena, un incrocio devastante fra le creature "madre" del funeral quali Thergothon e Skepticism, la solennità in dote ai Pantheist, la capacità comunicativa dei Colosseum e l'estraniante voglia di ricerca ancestrale e melancolia degli Ea; un frullato musicale ed emotivo talmente ingombrante e pesante nel vero senso della parola può stendere un ascoltatore incauto, non è un lavoro da prendere sottogamba.
La struttura architettonica di questo luogo "sacro" nel quale ogni singola nota espande dolore, mestizia e costanti echi di una insoddisfazione morale mai appagata è scandita da monolitiche schitarrate, da synth a cavallo fra sonorità ritualistiche, una rievocazione horrorifica di ciò che è il malessere umano e da una voce pronfonda e cavernosa che "recita" testi in latino. Non vi è un secondo in cui le tracce diano la possibilità di appigliarsi o prevedere una mutazione ambientale verso atmosfere meno cupe, il solo momento nel quale si ottiene una lieve e insperata parvenza di pallore, oscurata comunque quasi nell'immediato dalla gigantesca massa plumbea, è la striminzita esistenza di "Vita Memoriae - Exordium Sanctus", brano di stampo univocamente strumentale che pare abbia il compito di preparare l'ingresso definitivo al cammino di purificazione e fustigazione annunciato da "Náscentés Morimúr" e concluso in perenne decadenza da "Sanguis Et Umbra Sumus".
"Munus Solitudinis" è un diamante allo stato rozzo, il suo fascino funereo, l'incanto sprigionato dalla prova di Egregoir, è racchiuso nella maniera in cui è capace d'innalzare una teca di cristallo millenaria nella quale rinchiudervi. È una strada priva di sbocco ma dalla quale non si ha nessuna intenzione di uscire, la dimenticanza è padrona e il chiedersi il dove e il perché di questo andare non porta con sé che altri quesiti ai quali trovare risposta.
Per i "follower" della scena funeral un lavoro assolutamente da possedere.