Informazioni
Gruppo: Echancrure
Titolo: Discours Sur Le Colonialisme
Anno: 2012
Provenienza: Francia
Etichetta: Nihil Interit Records
Contatti: echancrure.franceserv.com
Autore: Insanity
Tracklist
1. Discours Sur Le Colonialisme
DURATA: 20:21
Quante volte sentiamo parlare di avanguardia ormai? Per qualsiasi trovata più o meno personale vedo gente che grida al miracolo, volano parole come "geniale" e "capolavoro", si discute di sperimentazioni mai sentite e novità assolute. Poi si arriva in qualche modo ad ascoltare un progetto come Echancrure, ed è qui che ci si chiede quando sia giusto parlare di avanguardia.
Non troppo tempo fa ho avuto il piacere di recensire "Paysage. Octobre." e ricordo ancora chiaramente quanto mi colpì positivamente, cosa aspettarsi quindi da questo nuovo lavoro? Il titolo, "Discours Sur Le Colonialisme", incuriosisce non poco, e andando a cercare qualche informazione ho scoperto che è un lavoro basato su "Discorso Sul Colonialismo" di Aimé Césaire, scrittore e politico francese deceduto pochi anni fa. Che questa sia la base dell'unica traccia che compone il disco è evidente, la quasi totalità delle parti vocali è fatta di spoken word in francese, lingua che purtroppo non conosco. Ma oltre alla voce, cosa troviamo? Difficile dirlo, è una creatura molto particolare fatta di Jazz, Industrial, Noise, Trip Hop e che altro? Sicuramente qualcosa mi sfugge, c'è veramente tanta, tanta roba: i beat di batteria che prendono spunto dall'ultimo dei generi citati e conditi con una buona dose di follia, il pianoforte e il sassofono che creano il caos, i synth da un lato distorti e dall'altro cristallini, le poche parti di chitarra che si avvicinano al Post-Rock, la parte rappata poco prima del finale. È un collage di piccoli pezzi presi in prestito da un numero indefinito di stili che nei venti minuti del disco fanno ognuno la propria parte per stupire l'ascoltatore ed accompagnare le parole di questo discorso che in chiusura vengono ben accolte dall'applauso del pubblico.
Riprendendo ciò che ho detto in apertura: è giusto parlare di avanguardia in questo caso? Probabilmente sì, se così non fosse dovremmo togliere l'etichetta "sperimentale" a un buon 90% dei lavori che ce l'hanno addosso (spesso un po' per caso). Le influenze Black Metal citate nell'altra recensione sono ormai perse, ciò non toglie che il lavoro di Echancrure possa risultare interessante a chi è alla ricerca di qualcosa di davvero particolare. Ascolto consigliatissimo.
Gruppo: Echancrure
Titolo: Discours Sur Le Colonialisme
Anno: 2012
Provenienza: Francia
Etichetta: Nihil Interit Records
Contatti: echancrure.franceserv.com
Autore: Insanity
Tracklist
1. Discours Sur Le Colonialisme
DURATA: 20:21
Quante volte sentiamo parlare di avanguardia ormai? Per qualsiasi trovata più o meno personale vedo gente che grida al miracolo, volano parole come "geniale" e "capolavoro", si discute di sperimentazioni mai sentite e novità assolute. Poi si arriva in qualche modo ad ascoltare un progetto come Echancrure, ed è qui che ci si chiede quando sia giusto parlare di avanguardia.
Non troppo tempo fa ho avuto il piacere di recensire "Paysage. Octobre." e ricordo ancora chiaramente quanto mi colpì positivamente, cosa aspettarsi quindi da questo nuovo lavoro? Il titolo, "Discours Sur Le Colonialisme", incuriosisce non poco, e andando a cercare qualche informazione ho scoperto che è un lavoro basato su "Discorso Sul Colonialismo" di Aimé Césaire, scrittore e politico francese deceduto pochi anni fa. Che questa sia la base dell'unica traccia che compone il disco è evidente, la quasi totalità delle parti vocali è fatta di spoken word in francese, lingua che purtroppo non conosco. Ma oltre alla voce, cosa troviamo? Difficile dirlo, è una creatura molto particolare fatta di Jazz, Industrial, Noise, Trip Hop e che altro? Sicuramente qualcosa mi sfugge, c'è veramente tanta, tanta roba: i beat di batteria che prendono spunto dall'ultimo dei generi citati e conditi con una buona dose di follia, il pianoforte e il sassofono che creano il caos, i synth da un lato distorti e dall'altro cristallini, le poche parti di chitarra che si avvicinano al Post-Rock, la parte rappata poco prima del finale. È un collage di piccoli pezzi presi in prestito da un numero indefinito di stili che nei venti minuti del disco fanno ognuno la propria parte per stupire l'ascoltatore ed accompagnare le parole di questo discorso che in chiusura vengono ben accolte dall'applauso del pubblico.
Riprendendo ciò che ho detto in apertura: è giusto parlare di avanguardia in questo caso? Probabilmente sì, se così non fosse dovremmo togliere l'etichetta "sperimentale" a un buon 90% dei lavori che ce l'hanno addosso (spesso un po' per caso). Le influenze Black Metal citate nell'altra recensione sono ormai perse, ciò non toglie che il lavoro di Echancrure possa risultare interessante a chi è alla ricerca di qualcosa di davvero particolare. Ascolto consigliatissimo.