lunedì 6 febbraio 2012

EIKENAI - Eikenai


Informazioni
Gruppo: Eikenai
Titolo: Eikenai
Anno: 2011
Provenienza: Misteriosa (probabilmente Svezia e Italia)
Etichetta: D.N.A. Collective
Autore: Akh.

Tracklist
SIDE A
1. 1.
2. 2.
3. 3.
4. 4.
SIDE B
1. 5.
2. 6.

DURATA: 35.22

The release is rather mysterious: Eikenai, an ambient project with roots in the ancient popular music, but with an eye on our contemporary times. Limited to 20 copies, on C60 tapes, with handmade package, booklet printed on heavy paper, handnumbered.
Eikènai è un progetto misterico e misterioso, dal sapere della musica popolare più arcaica e meno conservata.

Eikènai è un progetto etimologico: Eikènai significa "apparire", "essere simile a" in greco antico; ma qui la parola è scritta in caratteri latini; inoltre la parola Eikènai si carica del significato che ha assunto nel tempo e le trasformazioni che l’hanno portata a diventare Icona, fondamentale caratteristica della cultura ortodossa.
Eikènai è un progetto senza nomi nè parole. I decoratori di icone non firmavano i loro lavori.
Eikènai è un progetto visivo, la cui unica parola è immagine, senza tempo, nello spazio.
Eikènai è un progetto non visivo, composto di solo suono, senza spazio, solo musica come tempo.
Eikènai è una sintesi tra antico e contemporaneo: ogni suono è prodotto e suonato su uno strumento reale (trombe, chitarre classiche, fisarmoniche, voci) e poi filtrato dall’elettronica.
Eikènai è un progetto che cerca l’essenza che accomuna ogni tradizione musicale: i suoi componenti vivono in angoli diversi dell’Europa ed hanno fatto, del dialogo e della ricerca di fattori comuni, il loro scopo.


Così ci viene proposto questo particolare progetto (e già di per se tali parole dovrebbero acuire i vostri sensi) dalla nostrana D.N.A. Collective, etichetta attiva nel ricercare entità libere di proporre musica esplorativa e sperimentale scevra dai vincoli del music business.
Stavolta la proposta avviene attraverso la stampa del misterioso progetto Eikenai, voci di corridoio mi indicano la presenza "degli" svedesi Stillheten e da alcune composizioni mi verrebbe da indicare 7.5-M (già con i 44-86292, 7.5, Cenere Muto, U.L.S., ecc..), come nel caso di ".3" per la tipica ritmica e gli arrangiamenti che oramai ne evidenziano lo stile e la personalita’.

Ci ritroviamo davanti quindi ad un progetto che si affaccia alle sonorità Dark Ambient più dilatate ed intimiste, in cui il distendersi dei suoni ricrea quell'alone sacrale da cui il loro nome e la suggestiva ".1" con le sue basi dal sapore mantrico, coadiuvate dalle sottili dissonaze dei fiati, va a disegnare sensazioni dal tocco quasi impalpabile, dove i suoni divengono un tendaggio e quindi un veicolo di trascendenza; in cui potersi rispecchiare al di fuori del tempo.
Spesso i primi due episodi mi hanno saputo rimandare in una dimensione "antica" di polvere e soffusi raggi solari, come il ritrovarsi partecipi in arcaici riti mitraici o nei loro cloni religiosi cristiani.
Come non rimanere affascinati dalle sonorità ortodosse di stampo etnico rumeno di ".6" con la sua indole controversa, passionale e devota, dove lo spirito nomade gitano esce fuori con i suoi pregi e difetti, ma sicuramente accomunando conoscenze e luoghi, il tutto descritto con una visionarietà delicata e frammentata dai suoni, in una giostra emotiva che fa da contrasto con il pezzo iniziale ed in linea con certe cose di".3", simbolo di una trasmissione sacrale emotiva, che ha unito l’Europa negli ultimi quindici secoli seppur in maniera spesso ostica.
Si potrebbe trattare di vera esperienza l’affrontare l’ascolto di questo lavoro, sia a livello sensoriale che spirituale, fino a scendere nel fisico, in quanto chimicamente emotivo, non è quindi possibile scindere l’emozione dall’uomo.
Sei brani sospesi, in forte bilico fra la natura divina e la sua emanazione terrena; il riflesso opaco che è quella scintilla antropomorfa alla ricerca di se stessa; come si percepisce anche in ".4" e ".5", intuendo richiami di una conoscenza passata e nascosta.

Questo è un progetto ambizioso e valente, mi auguro vivamente che possa ripetersi in futuro sia per il valore artistico/esplorativo che ne segnala la bontà e ne risalta la vitalità come una realta' indubbia, sia per la sensibilità metafisica, che ne fa un gruppo da attendere e da supportare; ma senza guardare al futuro, vi consiglio di ascoltare Eikenai ora, nell’Eterno secondo che è il Presente.

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