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venerdì 3 febbraio 2012SATURNIAN MIST - Gnostikoi Ha-ShaitanInformazioni Gruppo: Saturnian Mist Titolo: Gnostikoi Ha-Shaitan Anno: 2011 Provenienza: Finlandia Etichetta: Ahdistuksen Aihio Productions Contatti: myspace.com/saturnianmist Autore: Mourning Tracklist 1. The Regicide 2. Bythos In Quintessence 3. Consecration Of The Temple 4. Temps-Des-Cranes 5. Sacrifice Of Faces Unbroken 6. The Watcher's Feast 7. Aura Mystica 8. Gnostikoi Ha-Shaitan DURATA: 44:59 Non so perché alle volte si usi un termine per identificare un disco piuttosto che un altro ma in fin dei conti poco importa, ciò che fa la differenza è sempre la musica. È ovvio che quando ho dovuto affiancare la targhetta "black metal" al lavoro dei Saturnian Mist, "Gnostikoi Ha-Shaitan", le difficoltà sono state parecchie soprattutto perché del suddetto genere, escludendo la saturazione della chitarra e del basso "ronzanti" e in alcuni casi striduli, c'è davvero poco o nulla. È un platter decisamente più incentrato su un cattivissimo e grooveggiante sludge/core dalle strutture mai troppo complesse e che fa dell'interpretazione vocale esasperata ed esasperante del cantante Zetekh una dellele armi migliori in suo possesso. Si tratta di una sonora legnata quella impartita dal combo finnico, non è un album leggero, tutt'altro, quello che è chiaro durante l'ascolto è che l'esposizione sia più vicina ad altri stili, prendete a esempio un pezzo come "Consecration Of The Temple" con quelle scanalature profonde e alcoliche si ricollega più a un sound "muddy" e "southern". E in che modo analizzare un brano in stile "Sacrifices Of Faces Unbroken"? Un'estremizzazione dell'hardcore più irruento tinteggiato di nero e reso ancor più feroce dall'interpretazione tormentata e in certi frangenti al limite col celebrativo di un Zetekh sempre sugli scudi, questo è ciò che è, ma il black dov'è? Si presenta seppur in parte nella "spina dorsale" della terza traccia "Temps-De -Cranes" nella quale è però innegabile come il marchio "core" rimanga impresso a fuoco anche in tale circostanza. La sorpresa arriva invece nell'incrociare la voce femminile in "Aura Mystica" che si distacca dal resto della produzione sin qui esposta per un "mood" molto meno tortuoso, con lo stesso singer ad apportare un lieve ma interessante cambio di registro a favore di un "pulito" che risulta intrigante. Siamo di fronte a un album di "rottura", di quelli che ti dicono chiaramente "amami" o "odiami", è quindi inutile scendere a compromessi con se stessi dopo un paio di ascolti, se non è scoccata la cosiddetta scintilla c'è poco da fare ed è cristallino il fatto che se vi aspettaste da un platter come "Gnostikoi Ha-Shaitan" il "BLACK" inteso nel più "classico" delle maniera la delusione sarebbe di quelle cocenti e il distacco inevitabile. Consiglio quindi d'approcciare la realtà dei Saturnian Mist a chi ha fra gli "on air" abituali ha artisti come i Tombs, potreste trovare più di un punto di contatto fra le due compagini e vi risulterebbero di maggior gradimento, anche se una capatina nel lettore un disco simile se la meriterebbe a priori in quanto: è estremo, non si abbassa ad accomodamenti e possiede una dose di "verità" sonora che non è spesso riscontrabile, ciò non lo renderà di certo unico ma degno di nota sicuramente sì. |
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