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lunedì 27 febbraio 2012MOTHER MARS - Fossil Fuel BluesInformazioni Gruppo: Mother Mars Titolo: Fossil Fuel Blues Anno: 2011 Provenienza: Australia Etichetta: 666 Records Contatti: Myspace - Facebook Autore: Mourning Tracklist 1. Ride Like The Wind 2. Fossil Fuel Blues 3. Prelude 4. Organic. Robotic 5. Close Encounters Of The Fourth Kind 6. All Hope Abandon / Dark Song 7. Hospital Bed / Flashback 8. The Path DURATA: 58:42 Non ho molte notizie su questo trio australiano, quello che so per certo è che ascoltare un disco come "Fossil Fuel Blues" ti può raddrizzare una giornata storta. Matthew Allen (chitarra, voce e piano), Paul Attard (basso, chitarra e percussioni) e Frank Attard (batteria e percussioni) hanno dato forma a una di quelle prove che sprizzano sincerità, il platter nel suo non essere levigato ma capace di esaltare una rappresentazione cruda e diretta del sound stoner miscelato al blues e alla psichedelia seventies fa realmente godere. Le tracce hanno in sè un qualcosa di talmente genuino da ricordarmi la vitalità Kyuss e di alcune cose dei Fu Manchu coniugata con la sfacciataggine dei Monster Magnet, già questo è tanto, aggiungendo un tocco di Hendrix e dilatazioni spacey avrete in pratica la musica che si espanderà nella vostra stanza con le prime due canzoni "Ride Like The Wind" e "Fossil Fuel Blues". Non manca davvero nulla ai Mother Mars per competere con realtà "blasonate", possiedono il groove, le qualità atmosferiche e compositive, hanno un cantante che sa quando e come entrare sul pezzo, stanno davvero messi bene. Se l'incipit dell'album non vi fosse bastato, la conferma è offerta lì, su di un piatto d'argento grazie a brani quali "Organic Robotic" adornato da splendide scanalature che alternano le varie inflessioni umorali spingendo sia sul fattore "acido" che su quello desertico, dalle pachidermiche cadenze di "Close Encounters Of The Fourth Kind", dal corridoio di "droni" spaziali di "All Hope Abandon / Dark Song", un misto di mite inquietudine e follia calcolata che si sprigiona nel semplice "chorus" che pronuncia le parole "you lie", dallo scatenarsi irrequieto e rapido di "Hospital Bed / Flashback", degno contraltare del pezzo precedente, e dal concludersi del percorso con una "The Path" stranamente sognante e che nella lunga durata porta con sé tutte le caratteristiche sviscerate dal sound dei Mother Mars. La produzione "fatta in casa", nel vero senso della parola dato che è stato Frank a curarla nell'home-studio, calza a pennello, vi sembrerà magari che i volumi siano leggermente bassi rispetto alla "norma", può darsi ma tale soluzione ha lasciato campo libero ai musicisti che hanno potuto modellare e definire i suoni come meglio credevano e il risultato è molto più che semplicemente "soddisfacente". Siamo dinanzi all'ennesimo act che meriterebbe più spazio, più visibilità ed è per questo che consiglio vivamente ai fan del genere stoner/psych di comprare una copia di questo gioiellino intitolato "Fossil Fuel Blues", non perdetevelo! |
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