lunedì 13 febbraio 2012

PATRIA - Liturgia Haeresis


Informazioni
Gruppo: Patria
Titolo: Liturgia Haeresis
Anno: 2011
Provenienza: Brasile
Etichetta: Drakkar Productions
Contatti: myspace.com/blackmetalpatria
Autore: Mourning

Tracklist
1. Death's Empire Conqueror
2. Underworld Temple
3. Sons Of Destiny
4. Nevoeiro
5. Transcendental
6. Legio Mortis Nostrae
7. Umbra Patri
8. Darkland Worship
9. Liturgia Haeresis
10. Black Winter Day (Amorphis cover)

DURATA: 42:41

V'immaginate il Brasile, terra dei Sepultura e mini mini tanga, dei Sarcofago e dei culi che ti lasciano sbigottito sulle spiaggie di Copacabana, ricolmo di neve e sentimenti d'odio che provocano un gelo disarmante?
Sino a questo momento era un'immagine distante milioni di anni luce e pensavo fosse irrealizzabile, eppure ascoltando il terzo disco dei "brasileri" Patria questa sensazione si è fatta viva.
Che il duo sia composta da gente non di primo pelo lo si sa da tempo, sia Triumphsword (voce), attivo in realtà quali Land Of Fog, Thorns Of Evil, Warmachine, che il mastermind strumentale del progetto, Mantus, motore fra gli altri di Darkest Hate Warfront e Vinterthron (non contando tutte le formazioni del quale è un ex), sanno ciò che vogliono dalla loro musica ma nei capitoli passati "Hymns Of Victory And Death" e "Sovereign Misanthropy" mancava qualcosa, quel qualcosa che si è realizzato in "Liturgia Haeresis", un disco che se fosse uscito dalle menti norvegesi degli anni Novanta sarebbe adesso un "classico".
Un black metal privo di fronzoli, ricco di dissonanze, di melodie "ghiacciate" e ritmiche che per lo più preferiscono mantenersi sul "battente" imprimendo una ritualità notevole alle tracce, solo in circostanze come "Nevoeiro", dal movimento cadenzato e dal guitarworking lievemente ragionato, e nella "liturgica", nera esposizione di "Legio Mortis Nostrae", il binomio velocità e mole mastodontica che accompagna l'incedere malevolo del platter trova una tregua.
Il basso rimane "in sottofondo", la batteria è tonante e trova le combinazioni elementari adeguate ad evitare un appiattimento ritmico, i giri di chitarra, seppur esulino totalmente dal portare con sè qualcosa di nuovo, in più occasioni con minime varianti riescono a sorpassare il solito "deja vù" che potrebbe bloccarne la spinta, mentre l'unica è pecca legata a uno stile vocale probabilmente sin troppo statico, lo scream di Triumphsword "nudo e crudo" per com'è impostato non garantisce quell'evoluzione emotiva che sono le canzoni stesse in alcuni frangenti sembrano richiedere.
Devo essere sincero, la produzione in pieno "modus operandi" scandinavo è perfetta per "Liturgia Haeresis", le piccole pecche che possono presentarsi all'orecchio sono alquanto bypassabili, non comprendo però a esempio il motivo per il quale abbiano scelto di coverizzare un pezzo storico stupendo qual è "Black Winter Day" degli Amorphis di "Tales From The Thousand Lakes", è stranamente fuori contesto seppur la versione dei Patria possieda una dimensione "black" maggiore grazie alla prova ferale di Triumphsword, vi è un pizzico della loro personalità però personalmente non mi è bastato.
Interessante invece il packaging digipak del platter anch'esso affine a sogni neri e gelidi delle foreste scandinave con la figura del "Cupo Mietitore" in fronte con lo sfondo e l'interno adornato da rappresentazioni di natura notturna lugubre e desolata.
Un disco di black metal per gli infervorati amanti del black, è così che si può riassumere l'essenza di "Liturgia Haresis", vi ritenete tali? In questo caso i Patria diventano uno di quei nomi da inserire nella lista acquisti da fare.

Aristocrazia Webzine © 2008. Design by :Yanku Templates Sponsored by: Tutorial87 Commentcute