lunedì 13 febbraio 2012

SANDBRIDGE - Schyza


Informazioni
Gruppo: Sandbridge
Titolo: Schyza
Anno: 2011
Provenienza: Slovacchia
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: myspace.com/sandbridgeband
Autore: Mourning

Tracklist
1. Fear
2. My Dream
3. Born Again
4. Infernal Turbines
5. Full Of Despair
6. Gorki
7. Start To Be Afraid
8. My Crying

DURATA: 32:22

Mi piace il fatto che un album pur non possedendo delle qualità eccelse abbia a suo favore il modo in cui fa trasparire la dedizione, il tempo e le idee che i singoli elementi hanno messo insieme per dargli vita.
La Slovacchia non è di certo la capitale mondiale delle produzioni di death melodico eppure i Sandbridge, formazione al debutto con "Schyza", con un disco basilare ma piacevole dicono la loro.
Quello che traspare sin da subito è che il combo ci tenga a fare una figura quantomeno onorevole e la produzione sia grafica che per ciò che concerne i suoni è decisamente dalla loro parte.
È ovvio purtroppo tuttavia che, avendo una "signora" dietro al microfono, ascoltando lo stile e l'impostazione dei brani non possa non venire alla mente di paragonarne la prova con quella che è odiernamente l'ago della bilancia in tal senso: Angela Gossow.
Tina non ha molto da invidiare al growl della più rinomata collega, è però più duttile e capace di sfruttare inaspettatamente una vocalità pulita e carezzevole che apporta un sentore "gotico" all'interno dei brani, per altro capaci di allentare le movenze in maniera da favorire l'esaltarsi proprio di quei frangenti, lo noterete nell'opener "Fear", vi sarà ancora più chiaro nella successiva "My Dream" dove il chorus e l'accompagnamento chitarristico in quel frangente sfiorano l'alone "power".
I Sandbridge pur dimostrando d'aver delle carenze in fase di songwriting, certi schemi, fraseggi e cambi di ritmo tendono a ripetersi, riescono comunque a rimanere fuori da quel filone di act che propone un death "catchy" e volutamente "americano" che a parere di chi scrive è decisamente più stucchevole e poco interessante al cospetto della combinazione fra sonorità svedesi e tedesche (i Crematory in certi casi sembrano spuntare fuori come un fungo), è innegabile poi che i Carcass abbian fatto scuola ed è impossibile non udirne i rimandi, seppur disseminati e non costanti, in una traccia come "Infernal Turbines".
Tutto tende ad avvalorare quindi la scelta di un sound retrò a dispetto di una enorme e ahimé massificante plastificazione che sembra divenuta inarrestabile.
Altre note positive di "Schyza", sono identificabili nell'esecuzioni solistiche, nei buoni incastri della seconda voce e in certi riff interessanti, vedasi quello portante di "Gorki"; i mezzi umani e artistici in dotazione dei Sandbridge sono ancora grezzi, necessitano di maturare e chissà che in futuro non possano accrescere il discreto lavoro di base fatto in quest'album per offrire un prodotto competitivo anche a livelli più alti.
Il problema che mi pongo è: a chi consigliare un disco simile? Siete oltranzisti del sound swedish? Allora la Tina più melodica e suadente potrebbe irritarvi.
Amate le contaminazioni di quel tipo? In quel caso è il "modus operandi" di un album che sa volutamente "di vecchio" a remare contro ciò che cercate.
Evitando però di cadere nel solito circolo delle "pippe mentali", l'unica soluzione in questi casi, più che in altri dove è conosciuto il territorio solcato dall'artista, è inserire il cd nel lettore e decidere facendosi guidare dalla musica, è questo quindi il solo suggerimento che posso ritenere adeguato alla situazione, provate.

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