Informazioni
Data: 25/05/2012
Luogo: Dynamo, Zurigo (CH)
Autore: ticino1
Scaletta
Ophis
Esoteric
Ahab
Per iniziare la giornata mi ascolto in ufficio gli ultimi lavori degli Ophis e degli Ahab al fine di non arrivare al concerto totalmente disinformato e soprattutto per non perdere la faccia come corrispondente di Aristocrazia. Due gruppi tedeschi sono accompagnati da una formazione inglese, formando così un triumvirato eterogeneo. Gli Ahab sono molto psichedelici, sperimentali, gli Ophis passeggiano disinvolti fra la pece del funeral e la violenza del death mentre gli Esoteric massaggiano i timpani con note molto dense e grevi.
Pensandoci bene, questo è il mio primo puro concerto doom e mi toccherà osservare gli spettatori più esperti per evitare di comportarmi in modo strano (beh, più del solito diciamo...). Fuori dal locale bazzicano alcuni dei musicisti che si godono una serata d’inizio estate, fresca ma ancor piacevole, e, come si dimostrerà più tardi, è facile iniziare un discorso con loro.
Puntualmente entrano in scena gli Ophis con una scaletta principalmente dedicata al disco del 2010 intitolato "Whithered Shades". È un poco strano per me, Distruttore di Mondi che mangia Uranio a colazione, trovarmi in mezzo a gente che scuote la testa molto raramente e piuttosto ascolta assorta, a occhi chiusi, ogni nota suonata. Sì, a momenti la sensazione è proprio quella ricevuta durante una messa o un rito molto profondo. La musica dei ragazzi è molto intensa, varia, pesante e sa ammaliare il pubblico con questi attributi. L’azione in scena è meno pallosa di quello che mi sarei aspettato e non ho per nulla l’impressione che manchi qualcosa rispetto alla prestazione di gruppi più, diciamo così, movimentati. Bel concerto che soddisfa tutte le attese. Alcune tracce, che già su disco sono molto intense, ricevono molto più volume live.
Dal palco spariscono tutti i microfoni e gli Esoteric si mostrano con degli "headsets" che non li obbligano a piegarsi al diktat della staticità, muovendosi così liberamente sul palco e offrendo un’ottica poco abituale ai presenti. Greg Chandler, con la sua presenza carismatica e il suo aspetto pieno di carattere, occupa una buona fetta della scena, lasciando a volte apparire i suoi compagni come mere comparse. La massa densa di suoni che investe la platea è dettata da note siderali che ricordano a volte non poco alcuni passaggi dei buoni vecchi Hawkwind. Che questa impressione sia generata dall’aspetto Anni Settanta di Mark Bodossian? Poco importa: mi sono perso una parte della prestazione ma sono stato molto soddisfatto da quello che ho visto e sentito.
Gli Ahab presentano oggi il loro nuovo lavoro "The Giant" che è uscito proprio qualche settimana fa. L’ascolto di stamattina in ufficio non ha potuto imprimermi delle impressioni durature, ancora un motivo in più per udire attentamente le note suonate stasera. Questo è definitivamente il gruppo odierno che spinge il doom eseguito live all’estremo. C’è tanta varietà, sì, ma anche tanta atmosfera e tristezza in queste tracce. La voce a volte lamentosa di Daniel Dostre inietta ogni tanto ancor più disperazione e rassegnazione nelle impressioni che investono il pubblico attento. Qui e là mi pare di sentire tocchi di Kraut Rock e in particolare dei mitici Popol Vuh. Sono ubriaco oppure è proprio l’origine comune che dà veramente queste sfumature? La prestazione è molto emozionante e, come detto da una presente, quasi trascendentale. La malinconia trasudata dalle canzoni non infetta gli ascoltatori che si godono affascinati tutto quello che succede e si produce sul palco. Un concerto molto riuscito finisce con un bis che conferma al pubblico di avere speso bene i proprî denari questa sera!