lunedì 18 giugno 2012

HORTUS ANIMAE - Funeral Nation MMXII (CD 1)


Informazioni
Gruppo: Hortus Animae
Titolo: Funeral Nation MMXII (CD 1)
Provenienza: Italia
Etichetta: Thrash Corner Records
Anno: 2012
Contatti: facebook.com/HortusAnimae - myspace.com/hortusanimae - martyrlucifer.ucoz.net
Autore: Akh.

Tracklist
1. Furious Winds / Locusts
2. The Mud And The Blood / Funeral Nation
3. The Heartfelt Murder
4. The Virgin Whore
5. In Adoration Of The Weeping Skies
6. Across The Sea Of Pain
7. Bible Black
8. A Gothic Ghost / The Death Of All Beauty
9. Garden Of Fairies
10. The Fairy Feller's Master-Stroke / Nevermore (cover Queen)
11. Windfall Introducing Summoning Of The Muse (cover Dead Can Dance feat. Liv Kristine)
12. Freezing Moon including Terzo Incontro and Tubular Bells

DURATA: 01:18:08

Gli Hortus Animae (Il Giardino Dell’Anima) sono un piccolo culto Black Metal totalmente italiano partorito dalla volontà di Martyr Lucifer. Nella loro vita hanno dato vita a due episodi che hanno saputo sorprendere ed affascinare sia a livello nazionale che fuori dai patrii confini, tanto che la Thrash Corner Records non ha potuto resistere a rimettere a disposizione i loro precedenti lavori con un'aggiunta che a personale avviso è più che meritevole per ogni affezionato delle loro sonorità: ovvero la pubblicazione del loro primo LP che finora era rimasto inedito (quindi un'assoluta perla).

Ci troviamo quindi esposti due cd che comportano più di due ore e mezzo di musica carica di passionalità, rabbia e ricerca melodica che da sempre è stato uno dei punti di riferimento del combo di Rimini. Nel primo cd ritroviamo il celebrato "The Blow Of The Furious Winds" del 2005e.v. che ha sancito il picco creativo della band, sia a livello compositivo che di arragniamenti; abbiamo a che fare con composizioni ariose, turbolente, traboccanti tecnicismi (in certi frangenti richiamando a noi i Dream Theater) dal sapore teatrale e barocco, ma che al contempo possono divenire sognanti ed eterei, come scuri e pregni di sfumature gotiche e già "Furios Winds / Locusts" ne evidenzia pienamente lo stile.

I punti di forza degli H.A. a mio avviso sono rintracciabili nella loro indomabile vena visionaria, vero sigillo delle loro opera a livello globale. Sia la parte chitarristica sia le trame di tastiera (per mezzo della coppia Hypnos / Amon 418 alle sei corde e Bless alle keyboards) sanno ritagliarsi ampissimi spazi all’interno delle canzoni, regalandoci spaccati emozionanti, su cui si getta ribelle Martyr Lucifer con i propri scream aspri o con parti più recitative che ben si amalgamano alle partiture. Altro punto a mio avviso importante è l’utilizzo della batteria che riesce ammirevolmente a tracciare i vari sentimenti intessuti esaltandone le potenzialità, quindi un plauso al bravo Grom (ex Ancient).

Sicuramente brani come "The Mud And The Blood / Funeral Nation" o "In Adoration Of The Weeping Skies" valgono da soli l’acquisto del lavoro che riporta alla mente la migliore scuola inglese (come si evidenzia nella bella chiusura di brano), sia per l’intensità che per la qualità espressa. Nei sui quasi ottanta minuti "T.B.O.F.F.W." interpreta varie soluzioni oniriche a tratti quasi orrorifiche come in "The Heartfelt Murder" ma che si aprono sapientemente a vene più pesanti e plumbee (vedi "The Virgin Whore") a tratti ricordandomi i migliori Moonspell, come gli esordi di C.O.F. o Hecate Entroned per la parte più prettamente decadente, mentre per l’impulso creativo vorrei scomodare niente meno che i Solefald di "In Harmonia Universali".

Certo anche il lato più ferale si riesce a far apprezzare, anzi forse da quel tocco in più che generalmente manca agli act che fanno parte del B.M. sinfonico o con venature più progressive, quindi l’opener in precedenza citata fa bella figura in tal senso o la più arcigna e decisa "Bible Black" non fa mancare pennate da headbanging. È innegabile poi la furia ricreata in "Garden Of Fairies", altra canzone di assoluto valore sia per immaginario che per l’eterogenea indole.

In chiusura troviamo due cover (Queen e Dead Can Dance) rivitalizzate e ben interpretate che hanno portato (soprattutto la seconda) alla ribalta gli Hortus Animae a livello internazionale (grazie anche alla pregevole apparizione di Liv Kristine), più un medley davvero inconsueto (Mayhem, I Balletto Di Bronzo e Mike Oldfield nella sua veste da "Esorcista"), che genera sicuramente il brano più maligno ed estremo all’interno di questo cd. Tutto ciò mostra la polivalenza artistica e lo spettro ampio su cui hanno saputo muoversi gli Hortus Animae, oltre che farci visualizzare lo spirito a 360° mostrato dai una band dalle molte influenze, che ha creato un approccio personale percepibile a pelle, come già ci mostrava la toccante e delicata "A Gothic Ghost / The Death Of All Beauty" in uno struggente e commovente spaccato di melanconia e forte espressività, comprendendo i grandi successi che "The Blow Of The Furious Winds" ha saputo ritagliarsi universalmente.

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