domenica 10 giugno 2012

TUNNELS OF TYPHON - Into The Very Depths Of Human Depraviity


Informazioni
Gruppo: Tunnels Of Typhon
Titolo: Into The Very Depths Of Human Depraviity
Anno: 2011
Provenienza: U.S.A.
Etichetta: Satanica Productions
Contatti: myspace.com/564870922
Autore: Mourning

Tracklist
1. I Am Depravity
2. Anoint Us Through Punishment
3. Deviant Erotic Death
4. In Unmarked Graves They Lie
5. Exhilarated By Terror
6. Bound In Darkness
7. Predator
8. Into The Depths Of Human Depravity

DURATA: 31:26

I Tunnels Of Typhon sono un progetto black underground americano, il duo che lo compone, formato da Hag (batteria e testi) e Wretch (chitarra, basso e voce), quest'ultimo più noto per la presenza in qualità di chitarrista nei Pact di "The Dragon Lineage Of Satan" rilasciato quest'anno dalla Moribund Records, è fautore di una musica totalmente devota al lo-fi style.
È primordiale, priva di ciò che si possa umanamente definire una "produzione" in quanto tale, ascolterete praticamente trenta minuti di black metal che si offrirà a voi privo di schermi, con i volumi non perfettamente regolati, con la voce che vi apparirà a volte distante come fosse inghiottita nel vuoto e la batteria sommessa rispetto allo stridere delle chitarre ipersature e gracchianti. Questo è ciò che si racchiude nel loro secondo album "Into The Depths Of Human Depraviity".
Giustamente verrebbe da chiedersi: perché nel 2012 suonare e presentarsi in questo modo? La via scelta è quella nuda e cruda, cruda sì, come lo sono del resto le immagini legate alla sfera sessuale BDSM che fanno da contorno alle soluzioni musicali, non esistono vie di mezzo per i Tunnels Of Typhon, la loro interpretazione è maligna, affiliata a una depravazione che va aumentando con lo scorrere dei minuti e che si esaurisce nel dissonante assalto conclusivo scagliato dalla titletrack
È inutile quindi interrogarsi e perdersi nel tentativo di comprendere, o li si accetta per come sono o si passa ad altro, è questo ciò che vogliono e che interessa a una formazione simile.
Siete ancorati a una visione "distorta", "raw" e underground del panorama black che non desiste dal tornare a galla di tanto in tanto? Odiate le iperproduzioni odierne e tutte quelle sovraincisioni che vanno di moda? Bene, in questo caso "Into The Very Depths Of Human Depraviity" dovrebbe fare al caso vostro.

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