Informazioni
Gruppo: Krieg
Titolo: Dead Sound Walking
Anno: 2010
Provenienza: Monza, Lombardia, Italia
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: facebook.com/kriegband
Autore: Bosj
Tracklist
1. Sexess
2. Skin Seller
3. Unfaithful
4. Second Line
5. After The Sin
6. Divination
7. Black Book
8. Immortality
9. God That Could
10. Dark Art
11. Cult
DURATA: 42:34
Due anni dopo la sua uscita, il debutto dei lombardi Krieg torna ad essere promosso attraverso la critica specializzata dalla nostrana Necroagency; ecco spiegata la presenza in aggiornamento di un disco datato 2010.
Questi undici pezzi sono tuttavia ancora oggi l'unica testimonianza lasciataci incisa dalla band. In attesa di future produzioni del combo brianzolo, veniamo a "Dead Sound Walking": sul web se ne legge in tutte le salse, tra chi lo elogia, chi lo demolisce, chi ne parla distrattamente e chissà cos'altro. Premesso che il disco è liberamente scaricabile dalla pagina della band, e che quindi la migliore cosa da farsi è come sempre ascoltare il materiale in prima persona, dico anche io la mia riguardo questi quaranta minuti di musica.
Prima di tutto, questo NON è un disco di thrash metal classico: niente Bay Area, niente old school teutonica. Il quartetto è invece autore di una proposta molto più moderna, le cui origini sono ben radicate negli anni '90 (l'età anagrafica dei musicisti li descrive come figli di quegli anni, quindi non c'è di che stupirsi), nel groove ("Dark Art"), nelle distorsioni fredde e spesse come un muro di cemento ("Sexess"), nei mid-tempos ("Skin Seller") e (qualcuno griderà aiuto) nel nu-metal ("Immortality"). Pochi gli assoli ("Cult"), molte le strizzatine d'occhio invece al rifferama grosso e dilatato à la Sepultura post-"Arise", ai primi Korn e, ovviamente, agli immancabili Pantera. Ancora, rare le cavalcate ad altissima velocità all'interno dei pezzi, in favore come accennato di mid-tempos quando non addirittura rallentamenti con tanto di passaggi in cantato pulito ("Skin Seller", di nuovo, "Immortality", di nuovo). Se un'obiezione si può muovere al combo, è quella di non essere particolarmente variegato nelle proprie soluzioni: raggiunto il terzo brano, l'album ha già esibito tutte le sue carte, e da quel punto alla fine sarà solo un rimescolare lo stesso mazzo.
I suoni, d'altro canto, sono ottimi, frutto dello sforzo congiunto di registrazione, masterizzazione e mixaggio tra il Canada di Glenn Fricker e la Florida di James Murphy, anche se non posso fare a meno di notare come i volumi della voce siano estremamente bassi, quasi soverchiati dai riverberi delle chitarre, cosa usuale per le distorsioni stoner di scuola Kyuss e desertica in generale, inaspettata invece in ambito thrash e nu.
I fratelli Cristian e Friedrich Gscheidel (rispettivamente voce e basso e chitarra), Gaetano Isaia (chitarra) e Walter Valli (batteria) hanno confezionato insomma un prodotto completo e a tutto tondo, che non mancherà di far storcere il naso a tutti i puristi e agli aficionados di certo sound thrash metal. Tutti gli altri, soprattutto coloro che sono affezionati a certi suoni e che non si sentono in obbligo di criticare una corrente musicale solo perchè "moderna" (pur non essendo più tanto nuova, anzi), magari non troveranno in "Dead Sound Walking" il disco perfetto, né una particolare freschezza, ma potranno godersi undici brani di onesta passione.
Prima di tutto, questo NON è un disco di thrash metal classico: niente Bay Area, niente old school teutonica. Il quartetto è invece autore di una proposta molto più moderna, le cui origini sono ben radicate negli anni '90 (l'età anagrafica dei musicisti li descrive come figli di quegli anni, quindi non c'è di che stupirsi), nel groove ("Dark Art"), nelle distorsioni fredde e spesse come un muro di cemento ("Sexess"), nei mid-tempos ("Skin Seller") e (qualcuno griderà aiuto) nel nu-metal ("Immortality"). Pochi gli assoli ("Cult"), molte le strizzatine d'occhio invece al rifferama grosso e dilatato à la Sepultura post-"Arise", ai primi Korn e, ovviamente, agli immancabili Pantera. Ancora, rare le cavalcate ad altissima velocità all'interno dei pezzi, in favore come accennato di mid-tempos quando non addirittura rallentamenti con tanto di passaggi in cantato pulito ("Skin Seller", di nuovo, "Immortality", di nuovo). Se un'obiezione si può muovere al combo, è quella di non essere particolarmente variegato nelle proprie soluzioni: raggiunto il terzo brano, l'album ha già esibito tutte le sue carte, e da quel punto alla fine sarà solo un rimescolare lo stesso mazzo.
I suoni, d'altro canto, sono ottimi, frutto dello sforzo congiunto di registrazione, masterizzazione e mixaggio tra il Canada di Glenn Fricker e la Florida di James Murphy, anche se non posso fare a meno di notare come i volumi della voce siano estremamente bassi, quasi soverchiati dai riverberi delle chitarre, cosa usuale per le distorsioni stoner di scuola Kyuss e desertica in generale, inaspettata invece in ambito thrash e nu.
I fratelli Cristian e Friedrich Gscheidel (rispettivamente voce e basso e chitarra), Gaetano Isaia (chitarra) e Walter Valli (batteria) hanno confezionato insomma un prodotto completo e a tutto tondo, che non mancherà di far storcere il naso a tutti i puristi e agli aficionados di certo sound thrash metal. Tutti gli altri, soprattutto coloro che sono affezionati a certi suoni e che non si sentono in obbligo di criticare una corrente musicale solo perchè "moderna" (pur non essendo più tanto nuova, anzi), magari non troveranno in "Dead Sound Walking" il disco perfetto, né una particolare freschezza, ma potranno godersi undici brani di onesta passione.