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lunedì 4 giugno 2012JESUS AIN'T IN POLAND - Freiheit Macht FreiInformazioni Gruppo: Jesus Ain't In Poland Titolo: Freiheit Macht Frei Anno: 2012 Provenienza: Italia Etichetta: Grindpromotion Contatti: myspace.com/jesusaintinpoland Autore: Mourning Tracklist 1.Don’t Ask 2.Lurid Perverted Hypocrites 3.Pray For The Bugs 4. The Kingdom 5. Scarlet Tongues 6. My God Is My Will 7. Blessed Be 8. Shelter Grave 9. Pedophagia 10. Mother Abscess 11. Reptile Pigs 12. The Hole With God Around 13. Amber The Great 14. Degeneration Healers 15. Curse You DURATA: 30:18 Non sono uno sfegatato o in genere un ascoltatore ossessivo di grind, però è un mondo che mi ha sempre affascinato in quanto è incorruttibile, realmente underground e difficilmente una band nata con quell'attitudine la perde nel caso divenga mainstream, penso in primis a gente come i Nasum per non citare nomi storici quali Napalm Death, Extreme Noise Terror e in Italia i beniamini Cripple Bastards. I Jesus Ain't In Poland erano attesi al varco, dopo aver prodotto quella mazzata di appena un quarto d'ora complessiva a titolo "Holobscene" nel 2008, non rimaneva che compiere il passo successivo dimostrando così che i modenesi non fossero solo un fuoco di paglia. Il 2012 ci spiattella nello stereo "Freiheit Macht Frei" prodotto dalla solita, attenta e laboriosa Grindpromotion, le premesse sono delle migliori, com'è il disco? Una fottuta bomba. Il tempo trascorso fra le due uscite ha portato con sé maturità, ha affinato le composizioni e in un certo qual modo adesso ci troviamo a che fare con una band molto più retrò di quanto lo fosse inizialmente. È palese quanto il mood dell'album e lo stampo con il quale sono state realizzate la tracce siano affini a una scena al limite fra quella dei primi passi mossi sul finire degli anni Ottanta e quella dilagante nel periodo iniziale dei Novanta tanto che citare i Napalm Death, fra l'altro tornati ancora una volta a colpire con "Utilitarian", o chiamare in causa gente come i Brutal Truth e i Dead Infection può starci con tutta tranquillità. Alla componente "macinacrani" infatti si è aggiunta una quota riconoscibilissima di death metal a fornire (come se ce ne fosse stato il bisogno) solidità e pesantezza a un sound che spinge a manetta ma sa anche divenire ragionato e cervellotico, trovando nelle pause che intervallano blastati e tupa-tupa dei rallentamenti tesi a energizzare il fattore creativo. La crescita insomma c'è stata e la si percepisce, eccome se la si percepisce. È una prestazione d'alto livello quella contenuta in "Freiheit Macht Frei", la strumentazione è praticamente perfetta, il reparto vocale fra urlato e growl non si fa mancare davvero nulla e a corredare il tutto c'è una produzione che rende ascoltabile in maniera adeguata il complesso. Inutile consigliarvi un brano piuttosto che un altro, questo tipo di disco è da "on air" diretto e sconvolgente, una veloce, distruttiva pettinata ai capelli che lascia un buon ricordo sul finire e invoca a gran voce di premere il tasto "repeat". Qualche detrattore potrà pensare a una possibile standardizzazione per attirare sul monicker Jesus Ain't Poland un interesse più ampio rispetto a quello limitato dell'underground (limitato???), anche se fosse così, per com'è strutturato, suonato e prodotto questo "Freiheit Macht Frei" farebbe invidia a molti act legati a label maggiori (chi dice Relapse?), che si troverebbero a piangere dopo aver goduto con una mattonata simile. "Holobscene" era il giovane grintoso e privo di mezzi termini, "Freiheit Macht Frei" è l'adolescente che scopre di star per divenire adulto, si difende con fendenti ma agisce con astuzia evitando mosse spregiudicate, il terzo cosa sarà? Come Gandalf che da Grigio diviene Bianco avremo a che fare con una mutazione totale e che condurrà a una forma ancor più devastante? Ci ritroveremo con un capolavoro fra le mani? Me lo e glielo auguro. |
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