Informazioni
Gruppo: Earthlimb
Titolo: Origin
Anno: 2012
Provenienza: Germania
Etichetta: Golden Antenna
Contatti: facebook.com/EARTHLIMB
Autore: Mourning
Tracklist
1. Origin
2. Hiding
3. Pulsar
4. Oceans Of Astate
5. The Red Tide
6. Virtues
7. Bloom Of Light
8. Waves
DURATA: 43:51
Il death e gli anni Settanta, le melodie e il progressive, sembra che musicisti in passato collegati a panorami musicalmente estremi, o tali anche solo in parte, abbiano trovato in sé la voglia e la passione di guardare all'interno di territori differenti e legati a radici più o meno vecchia scuola.
Dopo il passo falso degli Opeth di "Heritage" che di prog ha solo i proclami di Akerfeldt, mi trovo fra le mani il primo disco degli Earthlimb, creatura nata per volontà dell'ex chitarrista dei Fear My Thoughts Patrick Hagmann.
Allo sviluppo di questo progetto collaborano il batterista Norman Lonhard, anch'esso ex Fear My Thoughts e attivo nella line-up dei Tryptikon con i quali ha rilasciato "Eparistera Daimones" e Alex Bleiziffer in qualità di cantante. Otto tracce che combinano in sé influenze disparate, si passa dai più classici orientamenti seventies psichedelici alla Pink Floyd e progressivi di casa Rush a un mash-up di post-rock alla Porcupine Tree featuring Mogwai con partecipazione speciale dell'elettronica.
Vi sembra difficile da digerire? Non lo è per nulla. "Origin" è un disco composto con criterio, nel quale una discreta dose di trasporto e fascino legati al fluire delle emozioni risultano percepibili sin dal primo e superficiale ascolto tanto chiedersi se non siano le affinità elettive con alcune delle realtà menzionate e non la bravura della band a essere così attraenti.
Il dubbio viene accantonato con l'aumentare dei passaggi, l'orecchio, pur assimilando note e costruzioni in più parti ricollegabili ai precursori di certe innovazioni in ambito musicale, viene stregato dalla sensibilità, dall'armonia e dai paesaggi sonori che gli Earthlimb riescono a raffigurare.
Esemplare a riguardo un trittico di pezzi: "Pulsar" è un incrocio nel quale le movenze per lo più limpide e dilatate della chitarra si scontrano con una base che ha dell'ossessivo. "Oceans Of Astate" è quello che reputo il picco massimo dell'ispirazione, un brano che oltre a tirare in ballo due realtà già menzionate (e che vi invito a riconoscere, sarà una cosa facile) infila una serie di accenni e più al rock di stampo Howerdel/Maynard, sì, è degli A Perfect Circle che sto parlando; infine la successiva "Red Tide" usufruisce di una progressione melodica orchestrata in maniera eccellente.
Basterebbero questi tre a saziare un affamato fruitore di questo mondo così variopinto ma che non è difficile odiernamente regali anche prove standard, sono le sfumature e la cura del dettaglio a far la differenza e in questo gli Earthlimb sembrano possedere una marcia in più.
Potrei prolungarvi l'attesa della conclusione di questo scritto descrivendo le canzoni restanti, parlando della produzione e dell'artwork fra l'altro ideato da un altro ex della famiglia Fear My Thought, Markus Ruf, preferisco però invitarvi ad acquistare una copia di "Origin", invitarvi a inserirlo nel vostro lettore e farvi colpire dalla sua meravigliosa voglia di giocare e conquistarvi accompagnandovi di passo in passo.
Lascio a voi l'ultima parola, quella che conta.
Dopo il passo falso degli Opeth di "Heritage" che di prog ha solo i proclami di Akerfeldt, mi trovo fra le mani il primo disco degli Earthlimb, creatura nata per volontà dell'ex chitarrista dei Fear My Thoughts Patrick Hagmann.
Allo sviluppo di questo progetto collaborano il batterista Norman Lonhard, anch'esso ex Fear My Thoughts e attivo nella line-up dei Tryptikon con i quali ha rilasciato "Eparistera Daimones" e Alex Bleiziffer in qualità di cantante. Otto tracce che combinano in sé influenze disparate, si passa dai più classici orientamenti seventies psichedelici alla Pink Floyd e progressivi di casa Rush a un mash-up di post-rock alla Porcupine Tree featuring Mogwai con partecipazione speciale dell'elettronica.
Vi sembra difficile da digerire? Non lo è per nulla. "Origin" è un disco composto con criterio, nel quale una discreta dose di trasporto e fascino legati al fluire delle emozioni risultano percepibili sin dal primo e superficiale ascolto tanto chiedersi se non siano le affinità elettive con alcune delle realtà menzionate e non la bravura della band a essere così attraenti.
Il dubbio viene accantonato con l'aumentare dei passaggi, l'orecchio, pur assimilando note e costruzioni in più parti ricollegabili ai precursori di certe innovazioni in ambito musicale, viene stregato dalla sensibilità, dall'armonia e dai paesaggi sonori che gli Earthlimb riescono a raffigurare.
Esemplare a riguardo un trittico di pezzi: "Pulsar" è un incrocio nel quale le movenze per lo più limpide e dilatate della chitarra si scontrano con una base che ha dell'ossessivo. "Oceans Of Astate" è quello che reputo il picco massimo dell'ispirazione, un brano che oltre a tirare in ballo due realtà già menzionate (e che vi invito a riconoscere, sarà una cosa facile) infila una serie di accenni e più al rock di stampo Howerdel/Maynard, sì, è degli A Perfect Circle che sto parlando; infine la successiva "Red Tide" usufruisce di una progressione melodica orchestrata in maniera eccellente.
Basterebbero questi tre a saziare un affamato fruitore di questo mondo così variopinto ma che non è difficile odiernamente regali anche prove standard, sono le sfumature e la cura del dettaglio a far la differenza e in questo gli Earthlimb sembrano possedere una marcia in più.
Potrei prolungarvi l'attesa della conclusione di questo scritto descrivendo le canzoni restanti, parlando della produzione e dell'artwork fra l'altro ideato da un altro ex della famiglia Fear My Thought, Markus Ruf, preferisco però invitarvi ad acquistare una copia di "Origin", invitarvi a inserirlo nel vostro lettore e farvi colpire dalla sua meravigliosa voglia di giocare e conquistarvi accompagnandovi di passo in passo.
Lascio a voi l'ultima parola, quella che conta.