Informazioni
Gruppo: Been Obscene
Titolo: Night O' Mine
Anno: 2012
Provenienza: Austria
Etichetta: Elektrohasch
Contatti: myspace.com/beenobscene
Autore: Mourning
Tracklist:
1. Endless Scheme
2. Snake Charmer
3. Cut the Rope
4. Apathy
5. Night O' Mine
6. The Run
7. Memories In Salvation
8. Alone
DURATA: 56:21
Che gli austriaci Been Obscene fossero stati una delle tante scommesse vinte dal signor Stefan Koglek ne fui già convinto al tempo dell'uscita di "The Magic Table Dance", è difficile che una label seria e dall'occhio lungo come la Elektrohasch guidata da un personaggio di spicco della scena stoner/psych come lui fallisse l'obbiettivo, non potevo però immaginare che già al secondo lavoro questo quartetto dimostrasse di poter competere senza mezzi termini con i grandi del genere.
C'è stata una netta evoluzione nel sound, "Night O' Mine" è diverso, chi si attendeva una svolta più decisa o un incremento della sezione stoneriana più ruvida, ne rimarrà probabilmente deluso.
È vero che le influenze ruotano ancora in maniera palese attorno a un lotto di band note quali Kyuss e Q.O.T.S.A. per il flavour Homme che più volte è rilasciato dai brani, i Colour Haze del "padrino" Koglek e in questo caso vanno via i Corrosion Of Conformity sostituiti da gente come i Mammoth Volume, è però altrettanto realistica la sensazione di personalità che avanza.
Le composizioni hanno assunto una colorazione più scura ma melancolica, a tratti particolarmente incline a favorire le divagazioni sia in campo alternative che in quello fuzzy, trovando in più occasioni un bilanciamento fra le varie nature che rende il platter altamente fruibile, carezzevole e di ottima compagnia pur lontano anni luce dal poter essere accostato al termine "commerciale".
Questo sprigionare emozioni dolciastre ha nell'opener "Endless Scheme" e nella successiva "Snake Charmer" le rappresentazioni più cristalline, sono infatti fluide, psichedeliche ma non smorte, nascondono una brillantezza che esplode in precise circostanze come sul finire della seconda e mettono in mostra le buone doti vocali di Thomas Nachtigal.
È un disco molto intimo e che utilizza toni solitamente pacati per esprimere i propri passaggi di stato e a mio avviso è un'arma vincente, il platter non scomoda mai forzature inopportune neanche quando decide di vivacizzarsi in pezzi più compatti e dal riffato più "duro" quali "Cut The Rope" e "Apathy", con quest'ultima nella quale trovano ampia risonanza il lavoro di basso di Philipp Zezula e il drumming di Robert Schoosleitner.
Il lavoro assillante delle chitarre di Thomas e Peter Kreyci nella titletrack talvolta carica ed eccessiva, altre altalenante e giocosa, supportato ancora una volta dalle buone varianti di batteria che ne scandiscono l'umore, trova il suo contraltare nella delicatezza e quiete che circonda "The Run", l'atmosfera e l'esecuzione placida la rendono similare per visione ed espressione a ciò che si può riscontrare nell'ambito di alcune release post-rock ma come si dice "non svegliare il can che dorme".
La sorpresa e il cambio di carte in tavola in questo tipo di proposte è sempre dietro l'angolo, era quindi quasi spontaneo attendersi un risveglio e nuovo sopirsi del pezzo rimanendo in linea con il carattere di ciò che si era sinora ascoltato.
"Memories In Salvation" è il capitolo strumentale, non so se si possa ritenere una scelta azzeccata o meno, questo dipenderà molto dal modo con il quale si vivrà "Night O' Mine", è ovvio asserire che una soluzione simile incentrata anche nei frangenti più accesi su linee di chitarra carezzevoli e cullanti da ballad per quanto s'inquadri ottimamente all'interno della tracklist potrebbe comunque favorire una dispersione d'attenzione.
A questo punto sarebbe forse stato più adatto inserirla in coda al posto di una "Alone" stupenda nel suo costante crescendo e... c'è una "ghost-track" della quale non vi dirò nulla, attenderla e ascoltarla non vi costerà molto.
In definitiva i Been Obscene sono una band stoner che produce musica non solo per gli amanti dello stoner e che quindi consiglio ad ampio spettro a chi nel rock ci sguazza e necessita di aver nel proprio lettore album che sappiano il fatto loro.
Ci sono ancora un paio di cosucce da sistemare ma nulla di fondamentale, penso invece che se riuscissero a sganciarsi un altro po' dalle radici da cui hanno estratto la linfa per nutrire la propria arte, con la professionalità acquisita e la dimostrazione, sia nel primo album "The Magic Table Dance" che in questo "Night 'O Mine", di badare con accuratezza anche all'operato dietro il mixer potrebbero essere in grado di garantire un prosieguo al processo di mutazione del sound in corso, punto che giocherebbe di sicuro a loro favore.
Personalità e buona musica insieme sono sinonimo di un centro perfetto e qui non è poi così lontano.
Gruppo: Been Obscene
Titolo: Night O' Mine
Anno: 2012
Provenienza: Austria
Etichetta: Elektrohasch
Contatti: myspace.com/beenobscene
Autore: Mourning
Tracklist:
1. Endless Scheme
2. Snake Charmer
3. Cut the Rope
4. Apathy
5. Night O' Mine
6. The Run
7. Memories In Salvation
8. Alone
DURATA: 56:21
Che gli austriaci Been Obscene fossero stati una delle tante scommesse vinte dal signor Stefan Koglek ne fui già convinto al tempo dell'uscita di "The Magic Table Dance", è difficile che una label seria e dall'occhio lungo come la Elektrohasch guidata da un personaggio di spicco della scena stoner/psych come lui fallisse l'obbiettivo, non potevo però immaginare che già al secondo lavoro questo quartetto dimostrasse di poter competere senza mezzi termini con i grandi del genere.
C'è stata una netta evoluzione nel sound, "Night O' Mine" è diverso, chi si attendeva una svolta più decisa o un incremento della sezione stoneriana più ruvida, ne rimarrà probabilmente deluso.
È vero che le influenze ruotano ancora in maniera palese attorno a un lotto di band note quali Kyuss e Q.O.T.S.A. per il flavour Homme che più volte è rilasciato dai brani, i Colour Haze del "padrino" Koglek e in questo caso vanno via i Corrosion Of Conformity sostituiti da gente come i Mammoth Volume, è però altrettanto realistica la sensazione di personalità che avanza.
Le composizioni hanno assunto una colorazione più scura ma melancolica, a tratti particolarmente incline a favorire le divagazioni sia in campo alternative che in quello fuzzy, trovando in più occasioni un bilanciamento fra le varie nature che rende il platter altamente fruibile, carezzevole e di ottima compagnia pur lontano anni luce dal poter essere accostato al termine "commerciale".
Questo sprigionare emozioni dolciastre ha nell'opener "Endless Scheme" e nella successiva "Snake Charmer" le rappresentazioni più cristalline, sono infatti fluide, psichedeliche ma non smorte, nascondono una brillantezza che esplode in precise circostanze come sul finire della seconda e mettono in mostra le buone doti vocali di Thomas Nachtigal.
È un disco molto intimo e che utilizza toni solitamente pacati per esprimere i propri passaggi di stato e a mio avviso è un'arma vincente, il platter non scomoda mai forzature inopportune neanche quando decide di vivacizzarsi in pezzi più compatti e dal riffato più "duro" quali "Cut The Rope" e "Apathy", con quest'ultima nella quale trovano ampia risonanza il lavoro di basso di Philipp Zezula e il drumming di Robert Schoosleitner.
Il lavoro assillante delle chitarre di Thomas e Peter Kreyci nella titletrack talvolta carica ed eccessiva, altre altalenante e giocosa, supportato ancora una volta dalle buone varianti di batteria che ne scandiscono l'umore, trova il suo contraltare nella delicatezza e quiete che circonda "The Run", l'atmosfera e l'esecuzione placida la rendono similare per visione ed espressione a ciò che si può riscontrare nell'ambito di alcune release post-rock ma come si dice "non svegliare il can che dorme".
La sorpresa e il cambio di carte in tavola in questo tipo di proposte è sempre dietro l'angolo, era quindi quasi spontaneo attendersi un risveglio e nuovo sopirsi del pezzo rimanendo in linea con il carattere di ciò che si era sinora ascoltato.
"Memories In Salvation" è il capitolo strumentale, non so se si possa ritenere una scelta azzeccata o meno, questo dipenderà molto dal modo con il quale si vivrà "Night O' Mine", è ovvio asserire che una soluzione simile incentrata anche nei frangenti più accesi su linee di chitarra carezzevoli e cullanti da ballad per quanto s'inquadri ottimamente all'interno della tracklist potrebbe comunque favorire una dispersione d'attenzione.
A questo punto sarebbe forse stato più adatto inserirla in coda al posto di una "Alone" stupenda nel suo costante crescendo e... c'è una "ghost-track" della quale non vi dirò nulla, attenderla e ascoltarla non vi costerà molto.
In definitiva i Been Obscene sono una band stoner che produce musica non solo per gli amanti dello stoner e che quindi consiglio ad ampio spettro a chi nel rock ci sguazza e necessita di aver nel proprio lettore album che sappiano il fatto loro.
Ci sono ancora un paio di cosucce da sistemare ma nulla di fondamentale, penso invece che se riuscissero a sganciarsi un altro po' dalle radici da cui hanno estratto la linfa per nutrire la propria arte, con la professionalità acquisita e la dimostrazione, sia nel primo album "The Magic Table Dance" che in questo "Night 'O Mine", di badare con accuratezza anche all'operato dietro il mixer potrebbero essere in grado di garantire un prosieguo al processo di mutazione del sound in corso, punto che giocherebbe di sicuro a loro favore.
Personalità e buona musica insieme sono sinonimo di un centro perfetto e qui non è poi così lontano.