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Autore: ticino1
Formazione
P.: tutti gli strumenti
Aristocrazia oggi ospita P., il responsabile artistico dei Phantazo, formazione veneta emergente. Il 2012 è l’anno in cui "Le Temps Détruit Tout", il primo disco, vede la luce.
Grazie per la tua disponibilità a rilasciarci un’intervista. Racconta, com’è nato questo progetto? Cosa t’influenza nella composizione? Che cosa vuoi trasmettere all’ascoltatore?
P.: Le cellule primordiali di Phantazo prendono corpo nell’estate del 2006, da mente mia e di un amico (I.). L’idea era di creare un progetto seguendo gli esempi di band come Mysticum, Black Funeral e Beherit, con sonorità industrial e black capaci di creare atmosfere claustrofobiche e decadenti. Dopo un breve periodo iniziale mi sono ritrovato solo a portare avanti il progetto, che poi ha preso nome Phantazo. La mia idea consiste nel fare in modo che sia l’ascoltatore stesso ad attribuire un significato alla musica e alle atmosfere che essa crea. La mia principale fonte di ispirazione (e forse l’unica) è il declino in cui sta piombando l’uomo in quest’era; sia dal punto di vista ipostatico sia dell’ambiente che occupa.
Phantazo... che intenzione si cela dietro l’uso di questo termine greco che significa circa "rendere visibile"? Esiste anche un concetto attorno a questo nome?
Sì. Phantazo sta a significare quel "memento morii" inopinato che rimanda alla caducità delle cose, come un fantasma che appare dal nulla e inaspettato. Dal termine "Phantazo" "(apparire") deriva la parola "fantasma".
Sbaglio o sei aperto a parecchi stili musicali? Il metal mi sembra il telaio che tesse stoffe psichedeliche, kraut-rock (parlando del ramo ambient) e tanto altro...
Certamente. Il genere principale proposto è black metal, ma essendo solo io la mente dietro le creazioni tendo a esprimere tutte le mie sfaccettature in ambito musicale. Al suo interno si possono sentire influenze da altri generi come punk per alcune melodie, doom per certi riff o ambient per alcuni intermezzi.
Di cosa trattano i testi?
I testi, onestamente, sono molto astratti, anche se per me ricchi di significato. Do più rilievo ai titoli rispetto ai testi, quasi a invitare chi ascolta a immaginarne la trama. Tendo comunque a utilizzare la linea vocale come ennesimo strumento musicale. Molte volte mi sono trovato a dover troncare testi per adattarli alla canzone o anche a usare un linguaggio puramente fonetico.
Secondo te, quanto è importante il metal con tutte le sue sfaccettature nella nostra società e perché?
Ascolto metal sin dall’adolescenza e, secondo me, il messaggio più comune che si può trovare espresso in tutte le sue sfaccettature è "libertà" e "ribellione"; anche se reputo il black molto distaccato dal resto... e con una vena di odio in più.
Con chi collabori? Esiste una formazione fissa o devi accontentarti di musicisti a tempo parziale? Esiste "Phantazo in concert"?
Partorisco da solo canzoni e idee, nella fase della registrazione mi avvalgo dell’aiuto di P2 alla chitarra. Per quel che riguarda i concetti e le atmosfere che voglio esprimere mi aiutano le idee di P3 che si dedica ai testi. Questa può considerarsi la formazione. L’idea di un live mi è sempre balenata per la testa ma, essendo Phantazo qualcosa di molto intimo, ho sempre trovato impossibile realizzare tutti gli archetipi che ho in mente per un possibile live; sia da un punto di vista pratico (la location ideale sarebbe una fabbrica abbandonata), che finanziario... Senza contare gli amici che dovrei scomodare come turnisti.
Come vedi il futuro dei Phantazo?
Continuerò come ho fatto finora finché mi sarà possibile e finché trend, mode e nuovi generi non mi porteranno via fino all’ultimo ascoltatore. Prevedo un’altra release prima di fine anno, un mini cd forse.
Hai ricevuto tante reazioni dopo lo split e il disco attuale? Di che tipo?
A dire la verità ho avuto molti più riscontri con i primi due demo/promo... forse al tempo la gente aveva più interesse e voglia da dedicare a novità e proposte. "Le Temps Détruit Tout" è uscito da poco e sia io che l’etichetta dobbiamo ancora distribuirlo per bene. È ancora troppo presto per dei riscontri. Dello split invece ho distribuito quasi tutte le copie e il pubblico si è dimostrato entusiasta.
Parlaci della Baphomet In Steel.
La Baphomet in Steel è una piccola etichetta underground della mia zona gestita da un amico deciso a dar valore e distribuire musica metal (black, death etc...) nella sua forma più vera. È ancora agli inizi ed io con Phantazo sono la sua seconda release ma spero che per lui le cose vadano di bene in meglio. Non ha assolutamente scopi di lucro, basti pensare che ogni suo cd sia venduto a soli 5 €! Invito tutti i lettori di questa intervista a dare anche solo un’occhiata/ascolto alla sua pagina Myspace: www.myspace.com/baphometinsteel, o a cercarci su Facebook.
Cosa ti piace e cosa ti snerva nella "scena" metal attuale in generale?
Seguo solo ciò che m’interessa, cioè black metal e derivati. Ho sempre visto gli altri generi come troppo alla portata di tutti e quindi corrotti e inquinati da chi non sa suonare, ascoltare o "essere" qualcosa. A mio malincuore, penso che negli ultimi anni lo stesso destino sia toccato anche al black, portato ai limiti estremi del trend, addirittura da alcuni suoi creatori... La reputo comunque una musica particolare in cui è difficile rispecchiarsi davvero, sono convinto che i "veri" cultori del genere ci saranno sempre... anche se sempre meno.
Chi è P. quando non è parte di Phantazo? Che cosa combina nella vita?
Non credo sia importante conoscere la mia identità nel quotidiano, P. è Phantazo, questo è quanto basta. Comunque suono anche in altri gruppi: Ars Goetia (black metal) e Zorndyke (death metal).
Come sei inciampato sulla musica "dura"?
Come ogni adolescente (che si rispetti), ho cercato di ascoltare la musica "che spaccava di più". Ho iniziato con il punk americano (Offspring, Nofx, ecc) per poi passare ai Misfits (a cui devo molto) e poi i classici gruppi che tutti abbiamo ascoltato: Iron Maiden, Motorhead e chi più ne ha più ne metta... sino ad arrivare al black metal.
Quale domanda non ti ho posto cui ti sarebbe piaciuto rispondere?
Essendo la prima intervista che faccio... va bene così!
Una fata appare e ti dà la possibilità d’invitare a cena tre persone (anche decedute) di tua scelta. Tu cucini ovviamente. Con chi ti piacerebbe passare quella serata scambiando quattro chiacchiere?
Purtroppo non ti darò la risposta più ovvia che ci si aspetta per una domanda del genere... non ho "miti del rock" con cui vorrei parlare, non credo nei martiri, né negli idoli. Penso proprio che cenerei da solo... mangiando la fatina!
Come d’abitudine lascio l’ultima parola all’intervistato per saluti, insulti, diffamazioni, eccetera...
Ringrazio Voi per la disponibilità! Webzine italiane che si occupano dell’underground ormai ne sono rimaste in poche. Saluti!