lunedì 16 luglio 2012

IN TORMENTATA QUIETE


Informazioni
Autore: M1

Formazione
Marco Vitale - Voce
Giovanni Notarangelo - Voce
Lorenzo Rinaldi - Chitarre
Maurizio D'Apote - Basso
Antonio Ricco - Tastiere
Francesco Paparella - Batteria


Una delle band più dotate e sottovalutate del panorama metal italiano si svela per noi: sono gli In Tormentata Quiete nella figura del tastierista e fondatore Antonio Ricco. Passato, presente e futuro del poliedrico gruppo bolognese, il suo amore per il prog italiano, la folgorazione targata Napalm Death, l'incontro coi Manetti Bros e molto altro...

Ciao Antonio e innanzitutto grazie per la disponibilità a realizzare questa intervista! Con questa chiacchierata vorrei abbracciare un po' tutta la carriera artistica di In Tormentata Quiete, per fare ciò quindi potreste raccontarci come è nata la band e come mai avete scelte questo nome così evocativo?

Antonio: Ciao e grazie a te per la possibilità che ci dai. Gli ITQ nascono nel 1998 per rispondere ad una precisa necessità: la voglia di unire la musica che maggiormente apprezzo (il metal estremo) con la cultura italiana (tutta la cultura, dalla musica popolare alla poesia passando per il teatro e il cinema). Ho coinvolto da subito Lorenzo (chitarrista) e le prime bozze del demo furono fatte da me e lui con l’ausilio di pianoforte e chitarra classica. Visto che i pezzi funzionavano abbiamo chiamato a noi Francesco (batterista) e Marco (cantante scream) e abbiamo elettrificato il tutto. Da lì in avanti è storia "recente". Oggi completano il gruppo Giovanni (cantante) e Maurizio (bassista). Il nome fu una trovata di Lorenzo. Non so dirti come gli venne in mente, so solo che quando lo propose piacque a tutti subito e lo adottammo per il nostro progetto musicale.


Nel 2001 realizzate la vostra prima testimonianza: "I Tre Attimi Del Silenzio". Che ricordi avete di quel periodo?

Eravamo tutti molto inesperti. Ci lasciavamo facilmente guidare dalle emozioni e ci stupiva qualunque cosa succedesse in sala di registrazione. Quando finimmo non riuscivamo a riconoscere i brani.


Passano quattro anni e finalmente arriva un album vero e proprio: "In Tormentata Quiete". A distanza di tanto tempo come lo giudicate? Ripensandoci lo modifichereste in qualche punto oppure lo considerate la giusta espressione del determinato periodo "storico" in cui è stato composto?

"In Tormentata Quiete" è un album che per certi versi adoro. Quello che cambierei è il mixaggio. Purtroppo abbiamo sempre avuto grossi problemi finanziari e non avevamo più fondi per poterci permettere maggior tempo in studio. Questo ha comportato un mixaggio frettoloso e fatto al "ce lo facciamo andare bene". Come risultato abbiamo un album che suona bene ma che in alcuni punti non ha il giusto equilibrio e non si riescono a distinguere le cose... diciamo che suona cacofonico [ce ne fossero di dischi "cacofonici" di tale caratura! ndr].


La vostra ultima produzione a livello di full album risale a "Teatroelementale" del 2009. Quali sono, se esistono, le differenze di approccio e di suono fra i vostri due dischi? Lo ritenete un passo avanti lineare rispetto all'esordio oppure "semplicemente" ogni episodio targato In Tormentata Quiete fa storia a sè?

Questa per me è una domanda difficile. Il "cambiamento" cessa di essere "divenire" quando viene imposto. Se siamo migliorati, peggiorati, cambiati, non sta a me dirlo, perché io non me ne rendo conto in quanto faccio il mio cammino senza pormi obiettivi o paletti. Quando componiamo siamo liberi, ma lo siamo sempre stati, sia ne "I Tre Attimi Del Silenzio" che in "In Tormentata Quiete" per finire con "Teatroelementale". Di sicuro non abbiamo fatto gli errori di "In Tormentata Quiete". Il disco suona molto più compatto e diretto perché abbiamo dedicato molto tempo al mixaggio e ci siamo affidati maggiormente nelle mani dell’ingegnere del suono che ci seguiva allora (Simone Mularoni che oggi ha un suo studio, i Domination Studios).


Questo 2012 infine vede l'uscita de "Il Profumo Del Blu", ep che raccoglie i brani de "I Tre Attimi Del Silenzio" arricchiti da altre due composizioni ("L'Antico Anatema" e "La Ballata Del Cane Nero"). Volete introdurci i motivi che hanno portato alla creazione di questo lavoro? La scelta di stamparne un determinato numero di copie in base alle "prenotazioni" dei fan è un modo per ringraziarli per il sostegno?

Innanzitutto ti correggo. "L’Antico Anatema" era già presente ne "I Tre Attimi Del Silenzio". L’idea dell’ep nasce da due richieste che ci venivano fatte dai nostri veri supporter. Avere del materiale nuovo e avere nelle mani in formato digitale la stampa de "I Tre Attimi Del Silenzio". Unisci le due richieste e ti ritrovi con l’ep "Il Profumo Del Blu". Non volevamo però fare un’azione commerciale ma volevamo dire grazie a tutti coloro che ci hanno sempre dato la forza di andare avanti. Per questo motivo abbiamo deciso di venderlo solo a chi faceva richiesta e di venderlo ad un prezzo veramente basso (non abbiamo neanche coperto le spese con quello che abbiamo chiesto). Non abbiamo molti modi di parlare se non con la musica e spero tanto che questo nostro piccolo gesto abbia fatto capire ai nostri supporter quanto ci teniamo a loro.


Che rapporto avete con i supporter? Siete molto attivi sul web o piuttosto nel faccia a faccia durante le serate dei concerti?

Chiunque sia venuto ad un nostro concerto può parlarti di come ci piaccia stare con loro. A me piace chiacchierare con tutti, bere una buona birra. Tra noi il "migliore" sotto questo aspetto è senz’altro Marco. È fisso sul forum di Truemetal a chiacchierare con i "ragazzi" (come li chiama lui) scambiando continuamente informazioni su gruppi vari, dal vivo offre spesso da bere, adora mantenere contatti personali con tutti... in una sola parola, è fantastico! Comunque abbiamo bisogno di tutta l’energia che chi ci segue riesce a darci. Ci danno veramente la forza di continuare a crederci nonostante i sacrifici (soprattutto economici: in Italia suonare è una tragedia, è una spesa fare qualsiasi cosa!). Utilizziamo ogni mezzo per poterci sentire vicino a loro e per far sentire loro l’importanza che hanno per noi.


Restringere una proposta artistica dentro gli stretti confini dettati dalle etichette di genere talvolta può essere fuorviante, con voi ritengo la cosa altamente riduttiva rispetto allo spettro musicale che proponete. Come vi descrivereste a qualcuno che non vi avesse mai ascoltato? Avantgarde è una definizione in cui potreste rispecchiarvi?

Domanda alla quale non so assolutamente come rispondere. Avantgarde sono i Manes, gli iwrestledabearonce, i Diablo Swing Orchestra, gruppi che adoro ma che sono distanti anni luce fra loro e che non appartengono alle nostre influenze. Dimmi cosa intendi tu per Avantgarde e io ti dirò se rientriamo in quel genere o no. Una webzine per “disperazione” ci definì “gruppo post black-goth metal con forti influenze neo-folk. Se chiedi a me cosa suoniamo ti dico che facciamo della musica che ha le sue radici nel metal estremo e nella musica popolare italiana.


Uno degli elementi che giudico personalmente peculiare nella vostra proposta è il magistrale intreccio delle tre voci che utilizzate. Come avete fatto ad affinarlo così tanto? A livello di band possedete una formazione musicale frutto di conservatorio (o lezioni) oppure siete autodidatti?

Ho sempre visto gli ITQ come dei menestrelli che cantano l’Uomo. Per cantare l’Uomo hai bisogno di poter esprimere tutte le sensazioni che pulsano nelle sue vene e le sensazioni non sono “ordinate” (bisognerebbe aprire una nuova discussione sul significato di “ordine”) ma spesso si accavallano, intrecciano, contraddicono. Avevo bisogno di trovare il modo di tirar fuori questo e da qua l’idea delle tre voci. Non è certo cosa facile, soprattutto perché cantano in italiano che è una lingua che crea musica, ma è quello che serve per rendere al meglio i nostri testi. Io presi lezioni di pianoforte da bambino fino al compimento della maggiore età, poi con l’università smisi di andare a lezione. Lorenzo prese lezioni di chitarra da suo padre (che è maestro di chitarra battente) e so che sia Giovanni che Francesco vanno spesso a lezione o seguono delle clinic. Non so dirti invece di Maurizio ma credo sia autodidatta. Marco invece è sicuramente uno screamer autodidatta.


Quali gruppi (metal ma non solo) ritenete vi abbiano influenzato maggiormente, non solo a livello di suono quanto piuttosto a 360° gradi come artisti e come persone?

Su questo io posso risponderti per quel che riguarda me. Io ho sempre ascoltato musica e non potrei mai farne a meno. A sei anni ascoltavo dagli AC/DC a Nino D’Angelo, passando per De Andrè, Guccini, PFM, BMS, Rovescio Della Medaglia, Balletto Di Bronzo, New Trolls (quelli di "Concerto Grosso"), La Locanda Delle Fate, Arti E Mestieri, Osanna, Orme e troppi altri. Poi a dodici anni ascoltai per la prima volta i Napalm Death. Prova a immaginare cosa provai. Io non avevo mai ascoltato Heavy o Thrash, solo prog italiano, hard rock e cantanti napoletani. "Harmony Corruption" mi arrivò nelle mani perché ero l’unico ad avere il giradischi nel mio quartiere, così registravo i dischi su cassette per molti miei amici. Ebbene, quando lo misi su mi parve di avere una locomitiva nelle orecchie, mi sentii tramortito e mi mise su un’energia pazzesca. Da allora non mi sono mai più allontanato dal metal estremo. Ti dico una confidenza, non avendo mai ascoltato l’heavy metal, a me i gruppi della NWOBHM non mi fanno impazzire, comprese la maggior parte delle canzoni degli Iron Maiden (fatta eccezione per i loro capolavori come "Rime Of The Ancient Mariner" o "Hallowed Be Thy Name" o "Seventh Son Of A Seventh Son" o "Alexander The Great" e così via). Per concludere io mi sento molto legato al prog italiano degli anni '70 e al metal estremo del decennio 1990 - 2000 perché hanno saputo insegnare come la libertà compositiva sia necessaria per riuscire a far parlare la musica. Comporre mettendosi dei paletti o chiudendosi in uno stile forzato o forzarsi per cercare di fare qualcosa di nuovo crea solo delle brutte canzoni.


Amate anche altre forme artistiche come cinema, letteratura o pittura?

L’arte è figlia dell’anima e, in quanto tale, provoca in me grandi emozioni, qualunque lingua decida di parlare.


Ormai tutti sanno che avete partecipato alla puntata della serie televisiva "L'Ispettore Coliandro" nelle vesti di Black Dogs From Hell. Chi vi ha contattato per entrare nel progetto? "La Ballata Del Cane Nero" l'avete composta esclusivamente per l'occasione oppure si trattava di un qualcosa di già pronto? E come giudicate la puntata nella sua interezza, in particolare nel trattare il rapporto controverso fra metal e satanismo?

Mi contattò direttamente la produzione. Inizialmente credemmo ad uno stratagemma per farci firmare qualcosa e farci tirar fuori dei soldi. Ma ci tranquillizzammo subito in quanto al primo incontro ci trovammo a prendere una birra con i Manetti (persone stupende e squisite). Abbiamo composto il pezzo appositamente per la puntata. Musicalmente è frutto soprattutto di Marco. Noi ci abbiamo messo il testo e abbiamo arrangiato gli altri strumenti. La puntata cerca a suo modo di mettere in luce i molti pregiudizi che ha l’italiano medio nei confronti dei metallari. Spesso pensano che chi suona una certa musica sia per forza depresso/dgorato/omicida. Ti garantisco che ai nostri concerti si beve birra, si ride un sacco e non si ammazza nessuno!!!!


Vedete il futuro della musica metal ancora affidato al supporto fisico (cd, mc, lp) oppure condizioni di forza maggiore spingeranno tutti quanti verso gli agili e impalpabili mp3?

Non lo so. Mi ricordo che quando sparirono i vinili a favore dei cd i "vecchi" uscivano fuori con discorsi sul calore e la passione. Ora mi sento io il "vecchio" e non riesco proprio ad immaginare come si faccia ad ascoltare la musica senza il supporto del libretto. Spero che ciò non avvenga mai... ma ti ripeto, può darsi che io sia semplicemente un "vecchio".


Ultimamente la polemica circa il "pay to play" ha infiammato le discussioni sul web. Voi come band credete nell'utilità di "investire" risorse finanziare per comprare slot di concerti o date di tour, operazione un tempo appannaggio delle case discografiche? Non è forse questo un modo per intendere il fare musica un'attività prettamente commerciale (leggasi: business) e non artistica?

Noi non abbiamo mai avuto proposte di pacchetti PTP e credo che se ci venisse offerto declineremmo l’invito in quanto non abbiamo il tempo per un tour lungo e continuativo. Io condannerei il PTP all’interno di un sistema "pulito". Ma il sistema non è pulito è il PTP è una delle tante conseguenze. Oggi i dischi non si vendono perché la maggior parte delle persone trova "legittimo" scaricare. Si pensa al musicista come un benefattore che dia in beneficenza i suoi soldi e il suo tempo. Come conseguenza hai che le case discografiche non hanno più i soldi e cosa fanno? Cambiano il target. Se una volta il “cliente” delle case discografiche (che poi sono a capo delle agenzie che propongono i pacchetti PTP) era il "ragazzo" che acquista il cd, oggi il "cliente" è la band che vuole emergere ed ecco che:
1) paghi tutte le spese
2) paghi le spese alla casa discografica/agenzia
3) dividi i guadagni

Cosa ottieni in cambio? La speranza che la casa discografica/agenzia faccia il suo lavoro ovvero nel caso di una casa discografica speri che facciano bene il lavoro di promozione/distribuzione, nel caso di una agenzia speri che ti diano quello che ti hanno promesso (rispetto del minutaggio sul palco, ordine dei gruppi, numero di concerti rispettato, libertà di vendita del merchandise). Attento ho detto speranza!!!!! Se si trova "legittimo" rubare poi succedono queste cose. Io sono d’accordo sul voler “ascoltare” prima di comprare, ma avere persone che chiedono sulla pagina FB "dove posso scaricare i vostri brani" è una cosa che trovo di una tristezza unica. Se si ama veramente la musica e si dice di supportare un gruppo allora bisogna comprare i lsuoi cd, altrimenti quel gruppo è destinato a morire.


Quali piani hanno ora gli In Tormentata Quiete per il futuro? Live, scrittura di un nuovo disco, progetti personali alternativi...

Siamo in piena fase compositiva. Stiamo concludendo i brani che andranno a formare "Cromagia". Stavolta cercheremo di unire la pittura alla musica... vedremo dove ci porteranno i brani!


Prima di terminare, tre consigli per gli ascolti ai nostri lettori: un gruppo bolognese, uno internazionale e uno non metal.

Uno solo Bolognese? Te ne do due: i Malnàtt (hanno finito di registrare il nuovo disco, è una bomba) e gli Eva Can’t. Internazionale? Ultimamente mi piacciono solo i gruppi italiani come Novembre, Furor Gallico, Nekrosun, Empyrios (e quanti altri ce ne sarebbero). Se proprio vuoi un nome io adoro gli Emperor. Non Metal? Adoro "Darwin" del Banco del Mutuo Soccorso.


Vi ringrazio ancora per la disponibilità, chiudete come preferite questa intervista e in bocca al lupo per tutto!

E io ringrazio ancora te per la possibilità data. Vorrei inoltre ringraziare Luca Antoniazzi e Alex Mercatali che sono coloro che curano i nostri artwork (Antoniazzi-grafica e Mercatali-fotografia). Vorrei fare un appello a tutti i vostri lettori, i migliori gruppi sono italiani, smettetela di pensare: estero = miglior cosa; e quando trovate un gruppo che vi piace COMPRATE i suoi cd. Un saluto e grazie ancora.

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