Informazioni
Gruppo: Stateless
Titolo: Matilda
Anno: 2011
Etichetta: Ninja Tune
Contatti: facebook.com/StatelessOnline
Autore: Advent
Tracklist
1. Curtain Call
2. Ariel
3. Miles To Go
4. Visions
5. Assassinations
6. Red Sea
7. I'm On Fire
8. Ballad Of Ngb
9. Song For The Outsider
10. Junior
11. I Shall Not Complain
DURATA: 49:05
Scordate la malinconia dell'esordio omonimo, il tono in “Matilda” si fa più provocante, affilato e superbo grazie alla produzione di Damian Taylor (Bjork, The Prodigy), che ha voluto puntare pazzamente al lato elettronico in un gruppo che faceva dello story-telling (alla Coldplay) il proprio pezzo forte.
Fate largo a dei beat profondi post-jungle su uno sfondo di chillout che vi obbligheranno a seguire il tempo con tutto il corpo mentre l’etere verrà scanalato da effetti saturi di groove con i quali ormai la Ninja Tune sta deliziando (Amon Tobin su tutti).
Ascoltate la voce sognante e musicalmente seducente di Chris James, vigorosa, piena di ritmo (avete presente le grandi voci afroamericane nel soul-blues?), ha uno stile diverso da Beth Gibbons dei Portishead (La Cantante indiscussa del trip-hop), è meno sommessa ma sa essere sporca ed esaltata in una mood pop/r'n'b avendo poi la carica cantautorale di un Jeff Buckley grazie all’affiancamento al microfono di Shara Worden - conosciuta per i My Brightest Diamond – che aiuta a far esplodere di drammaticità quella che sembrava una semplice favola proprio come avrebbe fatto con rassegnazione Matt Elliott.
Il comparto strumentale ed elettronico, sapientemente miscelato, incentra tutto sulla dispersione e sulla ristrutturazione di mille suoni differenti - samples spartani, sofisticate soluzioni di violino e britpop grazie al contributo del Quartetto Bălănescu (presente in ben tre pezzi), psichedelia. Il song-writing hanno dichiarato i musicisti stessi è stato ossessivo, volto a dare un risultato assolutamente perfetto e cinematicamente surreale, oscuro.
"Matilda" ha tutto quello che è passato di meglio nella musica negli ultimi vent'anni di trip-hop, alternative pop ed elettronica (Thom Yorke dice nulla a qualcuno?).
Non siamo in presenza di innesti ma di qualcosa che ha il suo significato da sè, completamente indipendente da influenze esterne, frutto di una ispirazione tesa ma aperta a collaborazioni, all’interno del quale non c’è una canzone che si lascia dimenticare. L’ascolto di questo album ipnotico vi farà avere le visioni tremendamente varie, vi darà i brividi di un febbricitante, avrà l’effetto che il miele da ad un bambino assetato.
Gruppo: Stateless
Titolo: Matilda
Anno: 2011
Etichetta: Ninja Tune
Contatti: facebook.com/StatelessOnline
Autore: Advent
Tracklist
1. Curtain Call
2. Ariel
3. Miles To Go
4. Visions
5. Assassinations
6. Red Sea
7. I'm On Fire
8. Ballad Of Ngb
9. Song For The Outsider
10. Junior
11. I Shall Not Complain
DURATA: 49:05
Scordate la malinconia dell'esordio omonimo, il tono in “Matilda” si fa più provocante, affilato e superbo grazie alla produzione di Damian Taylor (Bjork, The Prodigy), che ha voluto puntare pazzamente al lato elettronico in un gruppo che faceva dello story-telling (alla Coldplay) il proprio pezzo forte.
Fate largo a dei beat profondi post-jungle su uno sfondo di chillout che vi obbligheranno a seguire il tempo con tutto il corpo mentre l’etere verrà scanalato da effetti saturi di groove con i quali ormai la Ninja Tune sta deliziando (Amon Tobin su tutti).
Ascoltate la voce sognante e musicalmente seducente di Chris James, vigorosa, piena di ritmo (avete presente le grandi voci afroamericane nel soul-blues?), ha uno stile diverso da Beth Gibbons dei Portishead (La Cantante indiscussa del trip-hop), è meno sommessa ma sa essere sporca ed esaltata in una mood pop/r'n'b avendo poi la carica cantautorale di un Jeff Buckley grazie all’affiancamento al microfono di Shara Worden - conosciuta per i My Brightest Diamond – che aiuta a far esplodere di drammaticità quella che sembrava una semplice favola proprio come avrebbe fatto con rassegnazione Matt Elliott.
Il comparto strumentale ed elettronico, sapientemente miscelato, incentra tutto sulla dispersione e sulla ristrutturazione di mille suoni differenti - samples spartani, sofisticate soluzioni di violino e britpop grazie al contributo del Quartetto Bălănescu (presente in ben tre pezzi), psichedelia. Il song-writing hanno dichiarato i musicisti stessi è stato ossessivo, volto a dare un risultato assolutamente perfetto e cinematicamente surreale, oscuro.
"Matilda" ha tutto quello che è passato di meglio nella musica negli ultimi vent'anni di trip-hop, alternative pop ed elettronica (Thom Yorke dice nulla a qualcuno?).
Non siamo in presenza di innesti ma di qualcosa che ha il suo significato da sè, completamente indipendente da influenze esterne, frutto di una ispirazione tesa ma aperta a collaborazioni, all’interno del quale non c’è una canzone che si lascia dimenticare. L’ascolto di questo album ipnotico vi farà avere le visioni tremendamente varie, vi darà i brividi di un febbricitante, avrà l’effetto che il miele da ad un bambino assetato.