Informazioni
Gruppo: Wolfhowl
Titolo: My Return To The Mountains
Anno: 2012
Provenienza: Grecia
Etichetta: Azermedoth Records
Contatti: myspace.com/wolfhowlband
Autore: Dope Fiend
Tracklist
1. My Return To The Mountains
2. The Coldest Winter
3. On Northern Land
DURATA: 18:53
Se vi dico Grecia e Black Metal, a cosa pensate? Provo a indovinare: probabilmente vi verranno in mente gruppi come Necromantia, Varathron, Thou Art Lord, Acherontas, Kawir e chissà quali altri.
E se invece vi dico Wolfhowl? Immagino che il vostro cervello non riesca ad associare nulla a questa parola e, del resto, non potrebbe davvero essere diversamente.
Wolfhowl è un progetto, nato nel 2009 nell'isola di Cefalonia dalla mente del polistrumentista Faethon, che giunge quest'anno alla sua primissima prova in studio, un EP intitolato "My Return To The Mountains".
Dalle band connazionali che ho citato in apertura il musicista ellenico non prende alcun tipo di ispirazione preferendo, invece, guardare più in su e più a destra sulla cartina geografica e privilegiando un approccio che si potrebbe accostare al Nord e all'Est del continente europeo.
La title-track e "On Northern Land" (quest'ultima con tanto di episodi di vocals pulite e "sbilenche" alla Burzum) rimandano infatti ad un Black Metal che trova termini di paragone in realtà quali Drudkh e Hate Forest, senza tralasciare gli imprescindibili classici scandinavi.
Senza togliere al mastermind le buone prestazioni dal punto di vista della strutturazione dei brani, però, le composizioni purtroppo non offrono particolari picchi che sappiano esaltare l'ascoltatore.
Formalmente molto buono un pezzo come "The Coldest Winter", il quale, rifacendosi anche un po' ai Forgotten Woods, offre un riffing che, come da titolo, è in grado proprio di ricreare in qualche maniera quelle sensazioni tipiche della stagione del gelo (sensazioni ricercate maniacalmente da molte band nordeuropee degli anni Novanta) supportato anche nell'impresa dallo stacco atmosferico centrale che, forse, è il punto più alto di questo "My Return To The Mountains".
Nonostante i suddetti tentativi, ahimè, non vi sono mai spasmi tellurici, momenti particolarmente pregnanti o slanci di ispirazione in grado di scuotere l'uditore; insomma, il tutto scorre via in maniera un po' troppo insipida, lasciando poche tracce del suo passaggio.
Per una proposta del genere, il riuscire a catturare l'attenzione è fondamentale anche se, a questo scopo, non sono di certo necessarie soluzioni pirotecniche o impossibili acrobazie musicali: il Black Metal vive unicamente di sensazioni e istinti, di intimità riflessa e, quindi, ciò che conta è riuscire a incanalare nel flusso musicale ogni sfaccettatura emozionale che si desideri trasmettere.
Senza voler in alcun modo sminuire o tacciare di aridità l'operato di Faethon (non è questo il mio scopo, altrimenti sarei a "Porta A Porta" a sputare sentenze gratuite), ritengo che ciò che serva al progetto Wolfhowl sia una bella iniezione di personalità e, perchè no, un po' di esperienza in più sul campo.
Le basi per fare bene credo che ci siano e il tempo non difetta per cui sarò curioso di testare i miglioramenti alla prossima uscita.
Nel frattempo un ascolto a "My Return To The Mountains" potreste anche concedervelo: chissà che anche a voi non venga la voglia di segnarvi il nome Wolfhowl e di monitorare il suo futuro!