Informazioni
Gruppo: Equal Minds Theory
Titolo: Equal Minds Theory
Anno: 2011
Provenienza: Russia
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: myspace.com/equalmindstheory
Autore: Mourning
Tracklist
1. Intro
2. Oceanbound
3. At The Golden Sea
4. The Nomads
5. Lost Cosmonauts
6. Bad Moon
7. The Flood
8. Grindiac
9. Hollow Earth
10. Thoughts Of A Giant
11. The Icebreaker
DURATA: 37:05
I russi Equal Minds Theory sono una delle tante band che lavorando nell'ombra, passo dopo passo, è riuscita ad attrarre e ottenere il rispetto di nomi più noti come gli ormai (ahimé) splittati Burst, Cephalic Carnage e Ion Dissonance, mica male come cosa.
La formazione con due ep alle spalle ("Hell Is Other People" del 2007 e "Un" del 2009") a due anni di distanza si presenta con il primo album dal titolo omonimo, la release raccoglie in sé dieci brani che nella miglior tradizione math/grind fondono velocità, impatto, tecnica e schizofrenia sonora.
Il tutto è ovviamente offerto in versione concentrata, frullata e riversata in pezzi dalla durata "striminzita" e dall'approccio furibondo e sconsiderato.
È omaggio dovuto fracassare il cervello dell'ascoltatore e questi musicisti fra stacchi improvvisi, sferzate di stampo "hardcore", voci sguaiate e sgarbate, sembra quasi che siano in piena lite urlandovi contro fottutamente incazzati.
Riescono a mantenere viva l'attenzione sia nelle brevi ed esaltanti "Oceanbound", "At The Golden Sea" e nella disturbata e ricca di effetti "alienanti" "The Flood" che nelle più articolate e dinamiche "Lost Cosmonauts" e "Hollow Earth", palesando una preparazione e un livello ben superiore alla media.
La conferma giunge dall'estesa prova che chiude il platter, "Icebreaker", canzone dall'impostazione molto più greve e allentata, pesantezza sì ma con tocco post e che lacera con costanza nel tempo.
Valutare positivamente questo "Equal Minds Theory" è un piacere, la produzione è pulita, potente, permette al quintetto di esprimersi al meglio, l'aspetto in questione era delicato e trattato in tal maniera ha fornito un'arma importante al lavoro dei russi.
Un primo incontro che ha dato i suoi frutti quello avvenuto con gli Equal Minds Theory, sono una di quelle realtà che mostra di possedere le carte in regola per provare a ritagliarsi una propria fetta di spazio in territori sempre più affollati.
Se dopo un ascolto della loro musica il vostro pensiero si dirigesse in egual direzione, acquistarne il disco dovrebbe divenire azione automatica, tutto sta nel far partire le danze.
Gruppo: Equal Minds Theory
Titolo: Equal Minds Theory
Anno: 2011
Provenienza: Russia
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: myspace.com/equalmindstheory
Autore: Mourning
Tracklist
1. Intro
2. Oceanbound
3. At The Golden Sea
4. The Nomads
5. Lost Cosmonauts
6. Bad Moon
7. The Flood
8. Grindiac
9. Hollow Earth
10. Thoughts Of A Giant
11. The Icebreaker
DURATA: 37:05
I russi Equal Minds Theory sono una delle tante band che lavorando nell'ombra, passo dopo passo, è riuscita ad attrarre e ottenere il rispetto di nomi più noti come gli ormai (ahimé) splittati Burst, Cephalic Carnage e Ion Dissonance, mica male come cosa.
La formazione con due ep alle spalle ("Hell Is Other People" del 2007 e "Un" del 2009") a due anni di distanza si presenta con il primo album dal titolo omonimo, la release raccoglie in sé dieci brani che nella miglior tradizione math/grind fondono velocità, impatto, tecnica e schizofrenia sonora.
Il tutto è ovviamente offerto in versione concentrata, frullata e riversata in pezzi dalla durata "striminzita" e dall'approccio furibondo e sconsiderato.
È omaggio dovuto fracassare il cervello dell'ascoltatore e questi musicisti fra stacchi improvvisi, sferzate di stampo "hardcore", voci sguaiate e sgarbate, sembra quasi che siano in piena lite urlandovi contro fottutamente incazzati.
Riescono a mantenere viva l'attenzione sia nelle brevi ed esaltanti "Oceanbound", "At The Golden Sea" e nella disturbata e ricca di effetti "alienanti" "The Flood" che nelle più articolate e dinamiche "Lost Cosmonauts" e "Hollow Earth", palesando una preparazione e un livello ben superiore alla media.
La conferma giunge dall'estesa prova che chiude il platter, "Icebreaker", canzone dall'impostazione molto più greve e allentata, pesantezza sì ma con tocco post e che lacera con costanza nel tempo.
Valutare positivamente questo "Equal Minds Theory" è un piacere, la produzione è pulita, potente, permette al quintetto di esprimersi al meglio, l'aspetto in questione era delicato e trattato in tal maniera ha fornito un'arma importante al lavoro dei russi.
Un primo incontro che ha dato i suoi frutti quello avvenuto con gli Equal Minds Theory, sono una di quelle realtà che mostra di possedere le carte in regola per provare a ritagliarsi una propria fetta di spazio in territori sempre più affollati.
Se dopo un ascolto della loro musica il vostro pensiero si dirigesse in egual direzione, acquistarne il disco dovrebbe divenire azione automatica, tutto sta nel far partire le danze.