Informazioni
Gruppo: Solitvdo
Titolo: Demo MMXII
Anno: 2012
Provenienza: Italia
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: myspace.com/solitvdo - solitvdo[at]tiscali.it.
Autore: Akh.
Tracklist
1. Beata Solitvdo, Sola Beatitudo
2. Death At Born
3. ...O Solitvde
4. Ecce Homo
5. ...Et Ego Somnvm In Flvctus
DURATA: 26:36
Dalla Sardegna torna a presentarci Solitvdo, il suo progetto, Herr CDXIII (413, già attivo con i Division VIII, che Aristocrazia ha avuto il piacere di incontrare attraverso una recensione, e coi Crowned in Thorns ), la proposta qui trovata fa parte di un Black Metal di stampo melodico con inserimenti di chitarre acustiche e voci pulite. Se nella vostra mente però si sarà formata la visione di uno dei tanti gruppi che mirano ad annoiarvi con arpeggini e riff blandi vi sbagliate, infatti la melodia sovente si fa battagliera come mostra subito in apertura "Beata Solitvdo, Sola Beatitudo" nella quale emerge immediatamente l'identità di questo combo. Melodia sì ma unita a tensione e a una sana vena B.M. di cui fanno parte anche momenti veloci che ben dimostrano la volontà di ricreare un'atmosfera generale al contempo guerriera, mistica e varia come usavano certi act di matrice più svedese.
Si avvertono a mio avviso anche influenze dai tratti melodici che riportano a certe strutture che possono far venir a mente gli Ulver di "Bergtatt" e lo stesso pensiero ritorna sia per le aperture acustiche sia per certe linee vocali chiare, mentre per i più attenti al mondo underground l'associazione sarà a gruppi come i Gallowbraid nella loro forma più furoreggiante. Esce fuori anche un forte spirito Immortal (epoca "Sons Of Norther Darkness") da certi accordi epici e da un riffing pugnace e vibrante come si può percepire in "Death At Born" o "Ecce Homo".
Ovviamente i rimandi scandinavi non minano la personalità della proposta che anzi riesce a farsi valersi in maniera indipendente e tutto ciò per il valore proprio delle composizioni che vivono bene grazie alla miscela ben dosata delle varie componenti, non ultima una certa marzialità ritmica che accentua il lato rabbioso ed arrembante di Solitvdo. Questa esce prepotentemente anche nel brano "Death At Born" in cui bmp serrati aiutano ad assaltare l’ascoltatore con veemenza e convinzione fino allo sviluppo più trascendente in chiusura di brano, dove i cori puliti la fanno da padrone ricreando il collegamento che andrà a sfociare in "...O Solitvde", un pezzo ispirato dalla lirica del poeta John Keats in cui le clean vocals (che in vaghi frangenti richiamano la presenza suprema di Garm, ma anche di una fragranza evocativa dal sapore medievaleggiante e la presenza di un misticismo della solitudine tangibile ed elitario) su un tappeto di chitarre che si fanno apprezzare per il gusto e le lievi variazione di tema.
Da rimarcare anche la prestazione come session (in quanto Herr CDXIII suona tutti gli strumenti e canta il clean) di WLKN, che con il suo timbro scuro e minaccioso ben si amalgama alle visioni mortifere e al gusto retrò del demo, fornendo una prestazione ottimale; che ben si accosta a questa proposta garantendogli quella vena malvagia e ficcante che va a bilanciare certi altri slanci più "aperti" come si evidenzia nel frangente di "Ecce Homo". Tutta la grazia acustica però fuoriesce nella conclusiva "...Et Ego Somnvm In Flvctus" in cui lo spirito più romantico, introspettivo ed intimo di Solitvdo esce a prenderci per mano conducendoci a perderci fra i flutti della battigia marina, facendo sì che l’anima si fonda assieme alle onde perdendocisi.
La produzione ha forti spunti dediti alla vecchia tradizione e si possono notare alcune sottilissime sbavature ritmiche, ma devo dire che in tempi di iper produzioni e rimaneggiamenti tecnologici (sì, anche per le demo signori miei) tutto ciò mi ha fatto emozionare e percepire la vitalità, la passione, la vibrazione di questi brani, suonati e prodotti con il cuore e non con la freddezza di una scheda audio e di un computer, quindi approvo e do il massimo supporto.
Credo proprio che il nostro movimento underground stia assolutamente bene e band come Solitvdo ci rendono grazia della situazione, a prescindere dai riscontri che si potranno trovare a livello nazionale ed internazionale, i quali non modificano il valore artistico che si sta raggiungendo nella nostra Penisola, alla faccia di crucchi, galletti o canadish.
Questo demo merita attenzione, se fossi in voi mi segnerei il nome e contatterei l'autore; poi mi godrei ventisei minuti di sognante e battagliero Black Metal!
La Fiamma Vive in Solitudine.
Gruppo: Solitvdo
Titolo: Demo MMXII
Anno: 2012
Provenienza: Italia
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: myspace.com/solitvdo - solitvdo[at]tiscali.it.
Autore: Akh.
Tracklist
1. Beata Solitvdo, Sola Beatitudo
2. Death At Born
3. ...O Solitvde
4. Ecce Homo
5. ...Et Ego Somnvm In Flvctus
DURATA: 26:36
Dalla Sardegna torna a presentarci Solitvdo, il suo progetto, Herr CDXIII (413, già attivo con i Division VIII, che Aristocrazia ha avuto il piacere di incontrare attraverso una recensione, e coi Crowned in Thorns ), la proposta qui trovata fa parte di un Black Metal di stampo melodico con inserimenti di chitarre acustiche e voci pulite. Se nella vostra mente però si sarà formata la visione di uno dei tanti gruppi che mirano ad annoiarvi con arpeggini e riff blandi vi sbagliate, infatti la melodia sovente si fa battagliera come mostra subito in apertura "Beata Solitvdo, Sola Beatitudo" nella quale emerge immediatamente l'identità di questo combo. Melodia sì ma unita a tensione e a una sana vena B.M. di cui fanno parte anche momenti veloci che ben dimostrano la volontà di ricreare un'atmosfera generale al contempo guerriera, mistica e varia come usavano certi act di matrice più svedese.
Si avvertono a mio avviso anche influenze dai tratti melodici che riportano a certe strutture che possono far venir a mente gli Ulver di "Bergtatt" e lo stesso pensiero ritorna sia per le aperture acustiche sia per certe linee vocali chiare, mentre per i più attenti al mondo underground l'associazione sarà a gruppi come i Gallowbraid nella loro forma più furoreggiante. Esce fuori anche un forte spirito Immortal (epoca "Sons Of Norther Darkness") da certi accordi epici e da un riffing pugnace e vibrante come si può percepire in "Death At Born" o "Ecce Homo".
Ovviamente i rimandi scandinavi non minano la personalità della proposta che anzi riesce a farsi valersi in maniera indipendente e tutto ciò per il valore proprio delle composizioni che vivono bene grazie alla miscela ben dosata delle varie componenti, non ultima una certa marzialità ritmica che accentua il lato rabbioso ed arrembante di Solitvdo. Questa esce prepotentemente anche nel brano "Death At Born" in cui bmp serrati aiutano ad assaltare l’ascoltatore con veemenza e convinzione fino allo sviluppo più trascendente in chiusura di brano, dove i cori puliti la fanno da padrone ricreando il collegamento che andrà a sfociare in "...O Solitvde", un pezzo ispirato dalla lirica del poeta John Keats in cui le clean vocals (che in vaghi frangenti richiamano la presenza suprema di Garm, ma anche di una fragranza evocativa dal sapore medievaleggiante e la presenza di un misticismo della solitudine tangibile ed elitario) su un tappeto di chitarre che si fanno apprezzare per il gusto e le lievi variazione di tema.
Da rimarcare anche la prestazione come session (in quanto Herr CDXIII suona tutti gli strumenti e canta il clean) di WLKN, che con il suo timbro scuro e minaccioso ben si amalgama alle visioni mortifere e al gusto retrò del demo, fornendo una prestazione ottimale; che ben si accosta a questa proposta garantendogli quella vena malvagia e ficcante che va a bilanciare certi altri slanci più "aperti" come si evidenzia nel frangente di "Ecce Homo". Tutta la grazia acustica però fuoriesce nella conclusiva "...Et Ego Somnvm In Flvctus" in cui lo spirito più romantico, introspettivo ed intimo di Solitvdo esce a prenderci per mano conducendoci a perderci fra i flutti della battigia marina, facendo sì che l’anima si fonda assieme alle onde perdendocisi.
La produzione ha forti spunti dediti alla vecchia tradizione e si possono notare alcune sottilissime sbavature ritmiche, ma devo dire che in tempi di iper produzioni e rimaneggiamenti tecnologici (sì, anche per le demo signori miei) tutto ciò mi ha fatto emozionare e percepire la vitalità, la passione, la vibrazione di questi brani, suonati e prodotti con il cuore e non con la freddezza di una scheda audio e di un computer, quindi approvo e do il massimo supporto.
Credo proprio che il nostro movimento underground stia assolutamente bene e band come Solitvdo ci rendono grazia della situazione, a prescindere dai riscontri che si potranno trovare a livello nazionale ed internazionale, i quali non modificano il valore artistico che si sta raggiungendo nella nostra Penisola, alla faccia di crucchi, galletti o canadish.
Questo demo merita attenzione, se fossi in voi mi segnerei il nome e contatterei l'autore; poi mi godrei ventisei minuti di sognante e battagliero Black Metal!
La Fiamma Vive in Solitudine.