lunedì 21 dicembre 2009

SAVATAGE - Edge Of Thorns




Informazioni
Gruppo: Savatage
Anno: 1993
Etichetta: Edel Music / Atlantic Records
Autore: Mourning

Tracklist:
1. Edge of Thorns
2. He Carves His Stone
3. Lights Out
4. Skraggy's Tomb
5. Labyrinths (Instrumental)
6. Follow Me
7. Exit Music (Instrumental)
8. Degrees of Sanity
9. Conversation Piece
10. All that I Bleed
11. Damien
12. Miles Away
13. Sleep

DURATA: 54:11



1993, anno colmo di gioie e dolori per i Savatage, di cambiamenti momentanei e indelebili nella storia di questa fondamentale band heavy metal.
E' l'anno in cui Jon Oliva per i suoi problemi alla voce è costretto a lasciare il ruolo dietro al microfono celandosi al di là delle quinte come compositore, al suo posto dopo serie su serie di provini arriverà dai Wicked Witch Zachary Stevens, godeva di buona fama ma entrare in una formazione come quella dei fratelli Oliva era dura prova da superare.
Criss e Jon infatti erano da sempre il motore della band, carisma, aspetti tecnici e ricerca, i pilastri.
L'uscita di "Edge Of Thorns" avviene dopo l'acclamato "Streets (A Rock Opera)" datato 1991, non era per nulla facile riuscire a trovare una formula che permettesse di bissare tale successo con una voce che è alquanto diversa da quella che sinora aveva dettato i canoni del Savatage Style.
Zach è più caldo e avvolgente ed anche nelle parti più accentuatamente graffiate taglia in maniera estremamente lontano rispetto Jon, fatto sta che il disco nell'epoca in cui dominava il grunge venne ben accolto (forse per la sua configurazione più easy-listening) sia dalla gente che dalla radio tanto da trovare canali di diffusioni più ampi del previsto, heavy-rotation.
Si percepisce un'anima meno complessa e più diretta rispetta al passato già dalle note iniziali di "Edge Of Thorns" opener e titletrack dello stesso.
Con "He Carves His Stone" si volta lo sguardo verso il passato prossimo per un attimo, l'ombra di "Ghost In The Ruins" sembra aleggiarvi sopra, sono i riff a richiamare il gusto e le scelte del precedente capolavoro del combo.
"Light's Out" e "Skraggy's Tomb" si fanno da contraltare, il primo è un brano tipicamente heavy incalzante, vivace, sfrenato con begli assoli, il secondo scuro nei toni, riflessivo, roccioso, la tipologia di canzone che il miglior Criss Oliva regalava ai suoi fans.
Torna a farsi vivo Jon come pianista nella strumentale e struggente "Labyrinths" appena un 1'40'' secondi emozionanti e carichi di pathos come pochi, segue la power-ballad "Follow Me".
L'album tende ad esplorare la parte più delicata dell'heavy sound.
Chiude l'attraversare in territori dediti quasi al relax un altro instrumental "Exit Music" dove sono ancora i tasti bianco/neri a farla da padrone.
Il disco è altalenante nelle movenze, un continuo sali/scendi di sensazioni che si contrastano, si respingono e allo stesso tempo si cercano, si torna a suonare heavy massiccio con due brani più classici come "Degrees Of Insanity" e "Conversation Piece" nulla che chi ama la band non conosca, hanno un marchio di fabbrica impresso riconoscibile anche ascoltato a distanze considerevoli.
Sembrava si fosse ripartiti di ritmo andante quand'ecco che "All That I Bleed" riaffievolisce i toni, elegante e leggiadra nelle movenze mai melense ci regala le sue note.
Capito l'andazzo non poteva che attenderci l'ennessima improvvisa accelerazione, è giunto il momento in cui l'accoppiata "Damien"/"Miles Away" facciano riprendere quota sonora a "Edge Of Thorns".
La prima vede il piano di John a far da adorno ai giri potenti di Criss dandole orecchiabilità e fruibilità leggera, la seconda invece è una traccia di puro metallo dove la lunga intro melodica lascerà spazio a riff veloci e di presa.
L'arduo compito di scrivere la parola fine tocca quindi a "Sleep", altra ballata stavolta semi-acustica dove Zac esegue una delle sue migliori prestazioni vocali in assoluto, un melancolico saluto che dolcemente pone l'ultima nota.
Nelle righe iniziali della recensione parlavo di cambiamenti indelebili, il 1993 dopo aver dato la gioia di un disco di svolta un cambio dovuto ma decisamente indovinato, aver inserito nelle sue fila Zach senza aver subito "danni" alla creatura Savatage purtroppo vede spegnersi una delle due metà essenziali per la band e per la moglie Dawn.
Criss Oliva il 17 ottobre di quell'anno ha un incidente in macchina, verrà investito da un folle ubriaco che per superare una vettura esce di corsia travolgendoli.
Lei sopravvive, per il chitarrista non c'è scampo muore sul colpo, con lui se n'è andato un pezzo di storia, la sua musica ce ne ricorda le gesta.
Rendo quindi omaggio ai Savatage, a Criss e al loro modo di incidere le note nell'animo di chi li ascolta, una di quelle realtà che si possono considerare realmente uniche e non eguagliabili.

Aristocrazia Webzine © 2008. Design by :Yanku Templates Sponsored by: Tutorial87 Commentcute