lunedì 21 dicembre 2009

WHILE SUN ENDS - Exile




Informazioni
Gruppo: While Sun Ends
Anno: 2009
Etichetta: Self-release
Autore: Mourning

Tracklist:
1. Demain
2. Revives
3. Shame
4. Run
5. Empty
6. Nature

DURATA 32:27



La band in questione riesce finalmente a dar luce al primo demo, l'uscita ha subito ritardi a causa di cambi di line-up continui (sostituzioni dietro al microfono) che ne hanno rallentato e stoppato la divulgazione.
Risolto il problema e trovata l'ugola interpretatrice ascoltando i sei brani che compongono "Exile" troveremo una formazione che ha tanto da dire ma che deve ancora trovare la propria identità.
Puntare sulla combinazione, post/metal, derivazioni metal/core e ambientazioni melancoliche derivanti da act come Novembre o Katatonia potrebbe esser valida scelta se la cosa non risultasse loro alquanto complicata da costruire e mettere in atto.
L'iniziale "Demain" è incantevole per la sua semplicità e l'incedere delicatamente dolciastro che la contraddistingue, figlia più di un alternative rock ricercato che di quelle variazioni ed inserti metallicamente più ricorrenti che prenderanno piede già dalla successiva "Revives".
Qui iniziano i piccoli problemi, infatti questa seconda traccia quando riprende il movimento dell'opener lento e suadente è perfetta, cosa che non si può dire della produzione che limita le chitarre poco spesse/incisive e di un cantato in growl che dissesta quasi straniante l'anima del pezzo.
Con "Shame" si scrollano per un attimo di dosso il vestito buono e lindo per concedersi una sferzata adrenalinica, il brano non è male e trova una sua forma, il chorus pulito ricorda (azzardato ma potrebbe starci come richiamo) lontanamente la vocalità della singer degli Aghora, cosa che non comprendo è la scelta del finale a scemare (malamente) in chiave doom sin troppo fuori dagl'incastri sinora attuati.
"Run" altro episodio e altra influenza che fra passaggi esagitati vien fuori, gli Opeth si mostrano chiaramente nell'iniziare del brano, la piega da lì a poco cambierà puntando dritta verso lidi metal/core per poi tornare a vivere l'intimità da cui è sorta.
Sembra mancare un ordine preciso, va bene il chaos, magari in forma entropica dove comunque una misura d'esso sia una guida sul come muoversi al suo interno.
Che la formazione abbia qualità non vi è dubbio tanto che "Empty" nei suoi dieci minuti di durata per quanto acerba e derivativa è sicuramente la traccia migliore del lotto, quella che mette in risalto appieno il loro tentativo di concatenare più influenze (riuscendoci anche se in parte) così come la conclusiva "Nature" sorprende per lo spirito settantiano e l'indovinato uso del mellotron e del moog come orpelli.
In definitiva, la strada da percorrere è davvero tanta, ci sono alcune decisioni da prendere obbligatoriamente ad esempio dove convogliare la spinta artistica, serve una base che gli dia possibilità di poter davvero comporre senza risultare dispersivi.
Perchè non rinunciare al growl? E' alquanto scontato, la voce della cantante nell'interpretazione pulita è molto bella, andrebbe sfruttata e avvalorata senza per questo rinunciare a pezzi che posseggano una dose metallica più evidente inoltre le potenzialità tecniche dei ragazzi sembrano d'ampio sviluppo. Riorganizzino le idee, con la calma e un assetto adeguato troveranno quella quadratura del cerchio che manca.

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