lunedì 21 dicembre 2009

ETERNAL BURDEN - Dominion Of Peremption




Informazioni
Gruppo: Eternal Burden
Anno: 2009
Etichetta: Nicky\'s Production
Autore: Mourning

Tracklist:
1. Intro
2. Plague Of Minds
3. Inner Wisdom
4. Moriah
5. Betrayers Of The Light
6. Existence Nemesis
7. Mark Of Fire
8. Dominion Of Peremption(pt.1)
9. Dominion Of Peremption(pt.2)

DURATA: 48:32



Questa band canadese seppur attiva dal 1995 è quasi del tutto sconosciuta in Europa, dopo essersi mossa a lungo nella scena underground nazionale è arrivata al debut solo nel 2007 con "Dominion Of Peremption" una reale e sublime mazzata.
Il black/death interpretato dalla formazione è avvolgente, tecnico, possiede un'apertura melodica possente che si poggia su di un riffing spaccaossa.
Nove tracce che scandiscono dei veri e propri assalti in cui si possono riconoscere le influenze di svariati act scandinavi fra cui spiccano sicuramente i fautori del melodico per eccellenza: gli svedesi.
Dai Marduk agli Edge Of Sanity, dagli At The Gates ai Dark Funeral, dai Dissection ai Dark Tranquillity la presenza del marchio made in Sweden death e black echeggia a gran voce nel sound mostrandosi più cattivo che mai ed esaltando tracce come "Plague Of Minds" e "Moriah".
L'arpeggiato veloce, devastante e le scariche adrenaliniche di batteria martellano a morte bloccandosi spesso di colpo per liberare il campo a tempi cadenzati e aperture atmosferiche incisive dove la screaming affilato/malato spadroneggia.
Non si limitano a semplice copie o ad attingere dalla sorgente del già conosciuto, la tecnica di cui godono e il carattere al combo non mancano di certo e vengono evidenziati da scelte ritmiche e incastri che valorizzano il suono rendendolo personale (non in toto sia chiaro).
"Betrayers Of Light" s'impone nella sua maestosità, "Existence Nemesis" con il suo intro mi riporta indietro ai tempi di "The Gallery" sviluppandosi poi in un'onda travolgente, anche nelle parti più monolitiche conferma la robustezza dell'operato sinora ascoltato trovando anche il modo di risultare catchy con un riff di sicura presa intorno al suo quinto minuto.
La lunga durata dei brani potrebbe sembrare un impaccio a primo impatto, una volta messo su il disco questo pensiero vi passerà in secondo piano, si è completamente travolti da una prestazione decisamente sopra le righe.
Il percorso battagliero intrapreso continuerà a prendere forma con "Mark Of Fire" e avrà degna conclusione con i due capitoli intitolati omonimante summa in pratica della qualità e delle soluzioni dell'intero platter.
La prove dei singoli fanno emergere un quadro fortemente rassicurante e ben studiato, dal singer abile nel destreggiarsi fra growl e scream, ai due riff maker motori e creatori dei pezzi alla base fornita in maniera prestante e puntuale, tutti gli ingranaggi girano e sono oliati a dovere.
C'è forse dal lato della produzione per quanto pulita e precisa, una batteria alle volte troppo presente che tende a oscurare le chitarre quando accelera furiosa seppur si parli di questione d'appena pochi attimi.
Gli Eternal Burden sono una di quelle band da seguire con attenzione, se il secondo lavoro si dovesse mantenere su questi livelli spero vivamente che qualche buona label s'accorga di loro (anche se mi chiedo come abbiano fatto a non metterli sotto contratto sinora viste le innumerevoli release ridicole che girano) e magari li porti in Italia per dei live, acquisto decisamente consigliato.

Aristocrazia Webzine © 2008. Design by :Yanku Templates Sponsored by: Tutorial87 Commentcute