martedì 1 dicembre 2009

CARNAL LUST - Dawn Of The Hatred


Informazioni
Gruppo: Carnal Lust
Anno: 2008
Etichetta: Self Released
Autore: Mourning

Tracklist
1. In The Meandering Deep Of My Anger (666/999)
2. Not A Prophecy
3. C.H(Uman) 4
4. Humanity’s Annihilation
5. Psychosis
6. Battlefield/Graveyard
7. Dawn Of The Hatred
8. 1139
9. 1140
10. Vox Populi
11. Fascination Street (The Cure Cover)

DURATA : 48:07

Ricordo ancora quando per istinto comprai il debutto di questi ragazzi francesi “Whore Of Violence” un disco di brutal death metal che nel suo essere ancora immaturo mi prese subito per la composizione e la qualità insite nella band.
A distanza di un quinquennio da quel lavoro datato duemilatre tornano sulla scena con il disco che li consacra come una vera e propria realtà di alto valore, sì perchè “Dawn Of The Hatred” vanta una maturazione evidente sia nel songwriting che nella tecnica sfruttata in maniera evidente senza esser però manieristicamente fine a se stessa.
Spingono sull’acceleratore sin dall’opener “In The Meandering Deep Of My Anger (666/999)” che gode di un riffing devastante e di una sezione ritmica spaccacrani, la successiva “Not A Prophecy” si lancia in fasi melodiche profonde e assolutamente incisive, al suo interno spicca un solo veloce e tecnicamente perfetto che non ne guasta la brutale essenza.
Ed è un escalation martellante e priva di soste quella che il combo transalpino ci offre, “C.H(uman) 4″ ha solo la parvenza di un brano rilassato perchè basta poco per lanciarsi in velocità e lasciare che il profondo groove creato da una serie di riff pesanti come mattoni avvolgano l’ascoltatore, così i pezzi scorrono a valanga riuscendo a suscitare sempre sensazioni diverse.
La pancia del disco formata dal quartetto “Humanity’s Annihilation”, “Psychosis”, “Battlefield/Graveyard”, “Dawn Of The Hatred” più che commentata andrebbe ascoltata ad un volume possibilmente alto per farvi totalmente assorbire dal piglio e le movenze che s’impongono, costantemente possenti anche quando le ritmiche tendono a scemare (vedasi l’ultima di questo lotto).
L’accoppiata che succede il grosso del disco composta dalle numeriche “1139″ e “1140″ ha un tratto catchy perfettamettante inglobato nella vena violenta del loro sound mentre torna ad essere più sfrontatamente diretta “Vox Populi” che nel suo scemare ci condurrà alla cover dei The Cure “Fascination Street” (estratta da “Disintegration” 1989) riproposta in maniera esemplare e personale, incattività, pesante ma con quel tocco scuro che le appartiene.
La prova dei singoli è esaltante, il batterista Jérome è una macchina, l’accoppiata chitarristica Ludo/Mike ricama e tesse trame intricate e personali e la voce di L ChuckD si destreggia egregiamente sia nel growling che nelle parti più graffiate/scream senza far mai perdere tensione ai pezzi.
Quest’album ha permesso di fare il salto di qualità da buona band del già sentito a band matura che gode di personalità propria, consiglio l’ascolto di questi ragazzi agli amanti del genere magari iniziando proprio dal debut per carpire i passaggi netti dell’evoluzione acquisita.

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