venerdì 4 dicembre 2009

ISENGARD - Crownless Majesty





Informazioni
Gruppo: Isengard
Anno: 2001
Etichetta: Hemisphere Entertainment
Autore: Mourning

Tracklist
1. Dreamland
2. Coming Home
3. Legends
4. The Winds Of War
5. Stormcrow
6. Dragon Empire
7. Shadows Of Light
8. The Crownless Majesty
9. Armour Of Gods
10. Poltava
11. Eye Of The Storm
12. The Empire

DURATA: 47:26



Seppur il monicker potrebbe trarre in inganno non è di Fenriz e soci che si parla, i ragazzi in questione infatti sono svedesi e contemporanei alla realtà black norvegese.
E’ un power/speed dal tratto fortemente epico la proposta che ci troveremo ad ascoltare, richiami al primo periodo dei Blind Guardian e ai nostrani Rhapsody, parliamo non di un debut ma bensì di un album maturo, una terza prova che vede sostituire Linus Melchiorsen con Morgan J.Johansson dietro il microfono, cambio che gioverà non poco all’incisività dei brani.
Costruzioni robuste e veloci come “Dreamland” e “Dragon Empire” vengono contrapposte ad altre che vedono nella loro anima inserti riflessivi e dilatati n’è esempio lampante il binomio “Shadows Of The Light”, “The Crownless Majesty”
(titletrack del disco), vi è spazio per creare atmosfere ancestrali, legate a tempi che furono sfruttando sapientemente un quartetto d’archi, l’uso del fagotto (strumento poco usuale nel metal) e un coro gospel che nelle brevi incursioni ne acuisce il potenziale epico.
Di per sè nello sviluppo delle song non si ha nulla di realmente innovativo, il nostro orecchio si troverà ad ascoltare partiture che si baseranno sui classici tempi in quattro quarti che variano in velocità ed ogni tanto verranno inframezzati da cambi improvvisi senza mai però avere un eccessivo o forzato dinamismo.
Ogni membro della line up svolge il suo degno compito, gli assoli in perfetto stile non brilleranno per inventiva ma calzano a pennello, è l’esecuzione di Johansson a fare la reale differenza rispetto ai due capitoli antecedenti (”Feel No Fear”, “Enter The Dragon Empire”).
La voce suadente e nel contempo decisa imprime quella spinta finale a dei brani che probabilmente col predecessore sarebbero risultati alquanto smorti, il dono risiede nella timbrica e nell’impostazione meglio affinata di un Morgan evidentemente più adatto e calato nel genere di Linus.
Se amate il power epico vi risulterà scontato ma piacevole come ascolto.

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