mercoledì 2 dicembre 2009

VOIVOD - Angel Rat


Informazioni
Anno: 1991
Gruppo: Voivod
Etichetta: MCA
Autore: Atem

Tracklist
1. Shortwave Intro
2. Panorama
3. Clouds in My House
4. The Prow
5. Best Regards
6. Twin Dummy
7. Angel Rat
8. Golem
9. The Outcast
10. Nuage Fractal
11. Freedoom
12. None of the Above

DURATA : 44:06



1991. Il Thrash Metal è quasi agli sgoccioli, oscurato in parte dalla nascente scena Grunge. Molte, troppe le bands che ripetono schemi sin troppo abusati, prive di personalità e senza nulla di nuovo da dire.
Una delle poche eccezioni è rappresentata dai canadesi Voivod, che sin da “Killing Technology” avevano iniziato a contaminare a poco a poco la loro proposta di nuove sonorità, proseguendo poi la loro coraggiosa evoluzione in maniera più netta e radicale con “Dimension Hatröss” e “Nothingface”, autentici capolavori di innovazione e genialità incomprese (una ricerca tra l’altro svoltasi in territori dove la sperimentazione era quasi sempre vista come un’entità parassitaria dannosa e disprezzabile).
“Angel Rat” è l’album della nuova svolta musicale intrapresa, la quale a suo tempo, creando un profondo abisso col passato, lasciò indubbiamente disorientati i fans più accaniti a causa anche del nuovo ed imprevisto addolcimento del sound e della sempre più complessa attitudine camaleontica del gruppo, patologicamente incline alla sperimentazione ed alla ricerca sonora d’ogni genere.
Segna inoltre la fine di un’ormai decennale e gloriosa collaborazione con il bassista Blacky, il quale abbandonerà il gruppo subito dopo le registrazioni del disco, probabilmente insoddisfatto della nuova direzione intrapresa dal gruppo e di un periodo travagliato a causa delle gravi condizioni di salute del chitarrista Piggy, già colpito da un tumore al cervello sul finire del 1988.
Musicalmente parlando, della memorabile complessità Progressive cerebrale che tanto caratterizzò l’ineguagliabile duetto storico “Dimension Hatröss” e “Nothingface” ormai non vi è più nessuna traccia, vi è anzi un maggior approccio alla materia forma canzone.
Infatti “Angel Rat” si presenta come un album non eccessivamente melodico e certamente più ascoltabile, immediato e non più matematico. Le colorate strutture delle canzoni, dalle ritmiche e ritornelli qui molto catchy e vivaci, si fanno più snelle ed agili, essenziali ma efficaci.
I dissonanti, lunatici ed anarchici riffs astratti di chitarra di un ispiratissimo Piggy tessono trame più assimilabili ed intuibili che in passato, ma senza perdere l’energia che da sempre li caratterizza, creando una amalgama dinamica di colori e visioni, le linee di basso di Blacky vengono tramandate sino all’ultimo, mantenendo costante e “marziale” il loro tipico incedere “robotico”, le vocals del folle narratore visionario Snake, un tempo assai sguaiate e beffarde, ora vengono rimodellate e assumono toni più pacati e riflessivi non rinunciando tuttavia alla loro tipica follia “Jello Biafriana”.
Il famoso drumming instabile, a tratti Jazzisticamente sbronzo e slogato di Away contribuisce nel plasmare un alternarsi di elasticità e spasticità ritmica, donando alle canzoni un incedere oscillante ma riequilibrato dalle strutture dinamiche cyber delle chitarre.
Il sound è un fantasioso collage di Heavy-Rock/Punk, spruzzato lievemente di Thrash, macchiato ed appiccicato da imboscate vagamente Fusion, riconducibili fin da subito con l’esuberante e scanzonata “Panorama”, strisciando poi furtivamente in rannuvolate stanze di “Clouds in my House” e balzando in modo prorompente, assieme ad un primo infrangersi delle onde sugli scogli con il garrito dei gabbiani, in una strepitosa e folle navigata a velocità supersonica in oceani stellari di “The Prow”. Deliranti intrusioni inaspettate di armonica ed una base dal gusto puramente retrò di organo Hammond in “The Outcast” mentre tentazioni “Kosmische” permeano “Nuage Fractal” con i suoi strampalati spezzoni dal variopinto sapore tropicale e “Space Rockiano” (ne segnalo uno in particolare reso extravagante dalla presenza di una chitarra travestita da Ukulele hawaiano, assolutamente geniale!).
La componente psichedelica viene amplificata notevolmente contribuendo a dipingere degli splendidi paesaggi cosmico/marini oramai al limite dell’onirico, che raggiungono il loro apice nella bellissima “Freedoom”, assieme ai suoi delicati “trilli” di chitarra ed echi spaziali.
In conclusione reputo “Angel Rat” come uno dei migliori album mai composti dall’ensemble canadese (ma ne siamo davvero certi che provengano dal pianeta Terra poi?), di sicuro un buon punto di partenza per chi ancora non li conosce ed anche per chi, conoscendoli almeno parzialmente, non ha ancora una sufficiente domestichezza e vorrebbe cimentarsi con qualcosa di più immediato e “soft”, melodico ed accessibile.

Aristocrazia Webzine © 2008. Design by :Yanku Templates Sponsored by: Tutorial87 Commentcute