lunedì 16 maggio 2011

PERDITION TEMPLE - Edict Of The Antichrist Elect


Informazioni
Gruppo: Perdition Temple
Anno: 2010
Etichetta: Osmose Prod
Contatti: www.myspace.com/perditiontemple
Autore: The Inexorable

Tracklist
1. Genocide Evocation
2. From This Darkness Of Flesh
3. In The Name Of A Newborn Tyrant
4. Lust Carnage
5. Testament To Annihilation
6. Plague Camp
7. Spearhead Of The Conquering
8. To Bleed At War

DURATA: 37:21

Allora, vorrei incominciare questa recensione con una piccola premessa: ricordo che quando lessi della nascita di questa band, formata poco dopo lo scioglimento degli Angelcorpse, da parte di Gene Palubicki ebbi subito qualche dubbio. Nel senso che il primo pensiero che si formò nella mia testa fu qualcosa del tipo "No Helmkamp No Party", ma dopo aver sentito i sample, e soprattutto dopo aver messo il disco nel lettore dello stereo posso felicemente ammettere di essermi sbagliato. Anzi, ammetto che appena partita la opener "Genocide Evocation" l'esplosione sonora scaturita dalle casse mi ha disintegrato la scrivania, e sono ancora qui a raccoglierne i pezzi sparsi per la stanza.
In sostanza, ci troviamo davanti al debut album di una band formata da due personaggi che non sono propriamente due novellini, tuttaltro! Per la precisione qui abbiamo il suddetto Palubicki (Angelcorpse, Blasphemic Cruelty, Apocalypse Command) che si occupa di chitarre, basso e voce, mentre Terry Eleftheriou (Angelcorpse, Crucifiction, ChaosBaphomet) si occupa della batteria. Venendo all'album ci troviamo di fronte ad una sferzata di Death Metal "in the best tradition", ovvero velocissimo, furioso e con pesanti influenze slayeriane nel riffing. D'altronde chi segue Palubicki dalle sue vecchie band sa bene che il suo guitar working pesca a piene mani dalla scuola King/Hanneman dei bei tempi andati. Stesso discorso vale per gli assoli. Non c'è bisogno che vi faccia una descrizione track by track del lavoro, vi dico solo che non delude nessuna aspettativa. La produzione è ottima e fa il suo dovere, ogni pezzo viene fuori potente e aggressivo così come deve essere. Grande sorpresa le vocals, non mi aspettavo una prova così positiva da parte di Gene. Abituato come sono a vederlo occuparsi esclusivamente della chitarra mi trovo davanti ad una prova dietro il microfono davvero eccelsa. Un ringhio primordiale, ferale, che riesce senza problemi ad esprimere l'odio che la band trasmette con la sua musica.
Per finire, una parentesi sulla parte estetica del lavoro, curata dall'ormai inflazionato Chris Moyen. Ottimo il logo della band, che per una volta si discosta dai soliti canoni del genere, ritraendo una sorta di colonnato che porta alla mente la facciata di un tempio dedicato a qualche culto ancestrale e torbido. Un po' meno bene la copertina, d'altro canto. Cioè, fa il suo lavoro egregiamente, ma io penso che si sarebbe potuto fare di meglio. Niente da dire invece sul booklet, ci sono i testi, i ringraziamenti e poco altro, ma d'altronde va benissimo così.
Ricapitolando, per quanto mi riguarda, qui abbiamo tra le mani un disco da avere, soprattutto dedicato a coloro che amano determinate sonorità. Certo non è un capolavoro, ma sicuramente una prova genuina ed onesta da parte di due personaggi ben rodati. Ad ogni modo avete il link a portata di mouse, non vi resta altro che fare un salto sullo space e dare un'ascoltata alle tracce caricate. Io quello che dovevo dire, l'ho detto. Il resto sta a voi.

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