lunedì 2 luglio 2012

WHITE SKULL


Informazioni
Autore: Mourning

Formazione
Alex Mantiero - Batteria
Tony "Mad" Fontò - Chitarra
Federica "Sister" De Boni - Voce
Jo Raddi - Basso
Danilo "Man" Bar - Chitarra


I White Skull sono un pezzo di storia del metal italiano, i White Skull sono una sicurezza e per tutti i White Skull sono e saranno quelli con in line-up il trio storico Alex Mantiero (batteria), Tony "Mad" Fontò (chitarra) e Federica "Sister" De Boni (voce). Questo 2012 ci ha consegnato il rientro della cantante in formazione e un nuovo album intitolato "Under This Flag" del quale troverete la recensione nel listone.

Benvenuti su Aristocrazia Webzine, come state? Com'è l'umore in casa White Skull?

Tony: Ottimo!!! Noi stiamo bene e viviamo un bellissimo periodo intenso di appuntamenti tra live, videoclip, interviste e promozione del nuovo album, insomma c’è tanto da lavorare ma siamo sereni e contenti.

Siete fra i portabandiera del metal classico nella nostra Penisola, avete superato la doppia decade d'attività, come si rimane concentrati e focalizzati sull'obbiettivo da centrare?

Tony: La passione per quello che facciamo ci porta a questo.


Il ritorno di Federica in formazione è stato acclamato a gran voce, è stata e continua a essere la dominatrice del palco che incarna il sound White Skull, com'è ritrovarsi nuovamente insieme dopo più di una decade?

Tony: Bello. Senza nulla togliere a chi l’ha sostituita nei dieci anni di sua assenza, ora è come se il tempo che è mancata si sia ridotto, come se fosse stata una breve pausa. C’è una bella armonia fra di noi e credo che la band viva la propria identità al 100%.


Parliamo del vostro nuovo disco, iniziamo dal titolo, perché "Under This Flag"? Qual è il suo significato?

Federica: Il nuovo disco ha come tema principale la guerra degli ultimi cento anni. La bandiera simboleggia la lotta, la conquista, l'identificazione e/o simbolo di un gruppo e la provenienza dello stesso. Dopo più di due decadi di Heavy Metal e molteplici album abbiamo voluto sigillare la nostra identità creando "la bandiera" che simboleggia la perseveranza e la lotta per il nostro credo nella musica Metal. La bandiera è inoltre un simbolo di ri-unione e di riferimento per tutti i nostri fans.


I pezzi hanno tutto ciò che serve per infiammare le folle: ritornelli di facile presa, ritmiche incalzanti, gli attimi struggenti, è fantastica la ballad "A.O.D.", in certi momenti sembra davvero che il tempo per voi non sia mai passato. Come nasce un vostro brano? È cambiato nel corso degli anni il modo di comporre e di rapportarsi alla musica dei White Skull?

Tony: In questi ultimi anni abbiamo consolidato il metodo di composizione. Visto che Danilo viene da distante cerchiamo di prenderci dei veri e propri periodi, nei quali ci chiudiamo in sala prove e sviluppiamo le singole idee fino a concretizzare delle songs, poi cerchiamo subito di registrarle in modo da avere del tempo per rifletterci sopra. Quest’anno è stato ulteriormente diverso in quanto nel primo periodo di composizione Federica abitava ancora oltreoceano, ma grazie ad internet lo scambio di idee è risultato facile e rapido. Poi una volta arrivata in Italia ci siamo messi in sala prove per un altro bel periodo a lavorare sulle linee vocali. Una meticolosa pre-produzione poi aggiusta il tiro dei brani facendoti capire cosa funziona e cosa no. In ultimo, ma non ultimo la passione per la musica ci fa lavorare sereni.


"Nightmares" ha nel suo dna particelle Running Wild, mi viene naturale chiedervelo, cosa pensate del rientro in scena repentino di Rock 'N' Rolf?

Tony: Se Capitan Rolf ha voluto rientrare significa che sentiva la necessità di suonare ancora il Metal, credo sia difficile abbandonare il grande circo del metal e poi credo che l’arte non abbia confini, siamo noi che poniamo dei limiti, Rolf non ha mai abbandonato, il suo cuore ha sempre pulsato metallo, solo che forse si è visto costretto ad annunciare la parola fine.


"Under This Flag" nella sua ottima riuscita può essere definito come un passaggio intermedio fra il vecchio, la prima era con Federica alla voce e il nuovo, il suo ritorno e magari una vena ancora più sfrontatamente catchy ma per nulla commerciale?

Tony: Diciamo che "Under This Flag" è la normale evoluzione della band senza perdere quelle che sono le caratteriste e le sonorità della Band, con la voce di Federica la caratteristica della band è rientrata al 100%.


Secondo voi in che stato vive la scena metal italiana? E nello specifico quella legata ai filoni più classici?

Tony: Abbiamo molte buone band qui in Italia che non hanno nulla a che invidiare alle band straniere. Che suonano nel filone classico non siamo rimasti in molti, ma la cosa che credo è che la scena italiana sia sempre stata sottovalutata dagli italiani stessi, credo che bisognerebbe andar fieri di avere band di casa nostra che suonano e sfornano dei dischi all’altezza di altre band provenienti dall’estero, ma spesso, purtroppo, si verifica il contrario.


Una famosa agenzia d'organizzazione live ha da poco fatto "mea culpa", il "pay to play" è una delle tematiche più discusse sulla rete, il metallaro sta diventando un animale da bar oppure è arrivata davvero l'ora che si aprano gli occhi riguardo certi argomenti?

Tony: Mi disse un tour manager una volta: "L’artista è l’ultimo a guadagnarci qualcosa". Purtroppo è la verità, il mondo del music business è così. Anche all’estero in certe situazioni esiste il Pay to Play, non lo trovo giusto, ma purtroppo è una delle realtà. Non credo che il metallaro stia diventando un animale da bar, ma purtroppo questo tipo di fenomeno costringe le band ad adeguarsi al sistema. Io personalmente sono sempre stato contrario, già il fatto di suonare gratis a certe manifestazioni di un certo livello lo considero un Pay to Play, la band comunque investe dei soldi per poter presenziare alla manifestazione (viaggio e quant’altro), ma credo dovrebbe limitarsi a questo.


Il Play It Loud è stato per un paio e più d'anni un appuntamento fisso per gli amanti dell'heavy metal ed è morto a causa delle scarse prevendite, un altro piccolo pezzo di ciò che stava segnando la storia del metal italiano è stato eliminato, quali sono secondo voi le ragioni? È reale il fatto che l'estremo attiri di più e suonare certi generi sembra quasi essere controproducente?

Tony: È semplice, organizzare un evento per il promoter è comunque una spesa, location, pubblicità, service audio e tante altre cose, quando il promoter oltre a tutti gli sforzi vede che la ricettività del pubblico è scarsa e deve rimetterci anche di tasca sua, inizia a pensarci prima di riorganizzare simili eventi e così tutto implode su se stesso. Vedi, la gente spesso è capace solo di lamentarsi che in Italia non si creano eventi interessanti, poi li crei e la gente non va perché non vede nel bill la band del cuore. Lo spirito che c’è in altri paesi è quello di stare assieme tra metallari, tra gente che la pensa allo stesso modo, si ritrovano volentieri per fare festa indipendentemente da chi suona.


In un'Italia devastata da una politica decadente e da una mancanza di cultura a dir poco colossale in tutti i settori, c'è ancora chi si dibatte per fermare i concerti metal incolpando la passione e l'arte che amiamo di satanismo e bifolconate varie, ultima è la notizia del tentativo di boicottagio del Sun Valley in Veneto dopo l'affondo in Sicilia sul Sikelian Hell. Secondo voi saremo costretti a convivere per sempre con questo tipo di dietrologia?

Tony: Bigotteria e ignoranza sono le madri di questo problema. Credo sia difficile cambiare la mentalità delle persone, quindi rimarremo indietro.


In questa ultima decade c'è stata letteralmente un'invasione di act female fronted, mentre signore del metallo come Federica, Doro, Sabina Classen e Leather Leone continuano a proferire il messaggio "metal" per come lo conosciamo e amiamo, il panorama estremo ha le sue rappresentanti che nel bene e nel male si fanno valere, vedasi la Gossow, o la si ama o la si odia. Non vi sembra che la situazione si sia riempita di "starlette pop"? Adesso c'è chi tira dentro addirittura termini come "slut metal" con tanto di Playmate alla voce, non è svalutante nei confronti della donna in genere un simile circo?

Federica: La musica è un'arte ed il talento dovrebbe essere il fuoco che la alimenta. Se invece si vuole rendere la cosa commerciale basta aggiungere immagini push up o simili add-ons che di concreto non hanno niente ma che attirano più attenzione. Personalmente gli estremismi che citavi non mi offendono. A volte li trovo divertenti o interessanti e a volte inutili. Alla fine mi interessa solo cosa la band riesce a trasmettermi. E poi a dire il vero le stesse cose sono state usate anche dai maschi...


Federica com'è stato e com'è vivere in un mondo nel quale l'iconografia è stata spesso legata alla figura univoca dell'uomo? È stato complicato trovare una tua dimensione all'interno d'esso? C'è stato un complimento da parte di tuoi colleghi sulle tue doti canore che ricordi con piacere?

Federica: Non ho mai prestato troppa attenzione alle critiche maschiliste per le quali solo un uomo può cantare Heavy Metal. C'è sempre molta ignoranza e invidia anche in questo settore. Mi sono sempre focalizzata sulla produzione delle canzoni senza considerare alcuna critica inutile. A dire il vero ascolto solo critiche della band e critiche costruttive. Soddisfazioni ce ne sono state tante. Con "Tales From The North" abbiamo raggiunto una visibilità che non ci saremo aspettati. A tutt’oggi ricevo complimenti piacevoli da vari fans e colleghi, per citare qualcuno, di recente al concerto a Russi i nostri tre grandi del Metal Morby, Lione e Tiranti mi hanno dato il bentornato e si sono complimentati per il concerto e per non aver perso un grammo di grinta e voce.


"Under This Flag" è un disco che live deve suonare alla grande, com'è andata la sua presentazione?

Tony: La presentazione bene, lo stiamo vedendo dalla reazione del pubblico che accoglie molto bene le nuove songs e poi dal numero di copie dell’album che vendiamo ad ogni concerto. Pensa che in Repubblica Ceca già cantavano a squarciagola le nuove canzoni, è stato un vero successo, spero che continui così.


Ci sono già date programmate? Dove potremo ascoltare la musica dei White Skull on stage quest'estate?

Tony: Sì, molte e molte altre sono in arrivo, per l’estate abbiamo diversi festival e il management ha già iniziato a lavorare per quella che sarà la stagione invernale. Ora vogliamo suonare, suonare, suonare.


Il miglior e il peggior ricordo della vostra carriera? C'è stato un momento davvero esaltante e uno che vi ha fatto balenare il pensiero di mollare tutto?

Tony: Il miglior ricordo quando per la prima volta con la band abbiamo preso l’aereo per andare a suonare in Israele dove eravamo al secondo posto in classifica e ci avevano organizzato uno show stupendo. Il più brutto in Lituania nel luglio del 2010 quando pensai di mollare tutto in quanto c’erano delle cose all’interno della band che non andavano più bene.


Cosa fanno e chi sono i White Skull nella vita di tutti i giorni? Cosa c'è oltre la band? Passioni, hobby, routine giornaliera...

Federica: Ho molti impegni con la famiglia ed il lavoro. Come hobby mi piace fare weight training... quando posso. Tutto il resto del tempo è dedicato alla famiglia WHITE SKULL!

Tony: I Teschi mangiano, bevono, dormono e lavorano come tutte le persone comuni di questo mondo [ride]. Oltre alla band abbiamo le nostre famiglie, il lavoro che ci permette di vivere e poi ognuno ha le proprie passioni, io per esempio pratico arti marziali (Aikido e Jodo), adoro la cultura giapponese e lo studio della loro scherma, sono un motociclista e mi piace viaggiare.


E siamo giunti alla conclusione, non ci resta che salutare e lanciare un messaggio diretto ai nostri lettori, a voi la parola...

Tony: Concludo con il mio solito messaggio che ormai è il mio motto di quest’anno. Un grazie a te, a tutti i lettori di Aristocrazia Webzine, a tutti i nostri fans e no. Invito tutti a supportare il METALLO ITALIANO, non restate incollati ai social network, andate a socializzare ai concerti con una birra in mano, là è il vero social network, gente vera, birra vera, musica vera e buona. See ‘ya on the road!

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