mercoledì 2 dicembre 2009

THE SEVEN GATES - Angel Of Suffering


Informazioni
Gruppo: The Seven Gates
Anno: 2009
Etichetta: Heavy Artillery Records
Autore: Mourning

Tracklist
1. Angel Of Suffering
2. Pressure
3. Gehenna’s Sword
4. All Is In All
5. The Serpent’s Wheel
6. Selen
7. Quake Of The Hammer
8. Temple Of Ashes
9. No Salvation
10. Kingdom Of The Lost

DURATA : 43:41



I francesi The Seven Gates dopo un buon demo “All Is In All” si presentano con la loro prima opera completa, “Angel Of Suffering” sotto l’ala protettrice della Heavy Artillery Records (Enforcer, Exmortus ecc..).
Per chi si aspettasse un lavoro d’ultima generazione rimarrà deluso, i ragazzi ci danno dentro e sono dediti ad un sound old, dove le influenze di band storiche si pongono a vessillo di qualità senza però snaturare la vena personale della band che le sfrutta a dovere, integrandole e riproponendole in maniera più che degna.
Si odono infatti richiami a formazioni note come Morbid Angel, Deicide, Grave, Dismember un vero e proprio amarcord sonoro.
Un platter che si muove in direzione primi anni 90, dieci tracce che vogliono e pretendono di suonare old, iniziando dalla titletrack “Angel Of Suffering” scelta come apripista con un riffing ridondante e spesso, “Pressure” con il suo incedere veloce e spacca ossa che riesce a trovare al suo interno spazio per parti più liberamente allentate che le danno quell’intensità e cattiveria giusta.
Con “Gehenna’s Sword” ci troviamo dinanzi al primo dei tre episodi del demo a cui è stata data nuova luce (gli altri due sono “All Is In All” e “Temple Of Ashes”), uno dei momenti migliori dell’intero cd dove l’anima Morbid Angel è forse più evidente e mi catapulta ai tempi di un “Blessed Are The Sick”, la prova del combo in questa traccia è magistrale, i riff sono quanto di meglio abbia ascoltato da un bel pò di tempo a questa parte, così come l’assolo che pervade il pezzo dopo il suo terzo minuto, prima che riprenda a scorrere così come iniziato, nella sua violenta esposizione.
Si rimane su standard qualitativamente alti anche con le successive “All Is An All”e “The Serpent Wheel”, giusto proseguio del terzetto d’apertura.
“Selen” è il pezzo di rottura, uno strumentale che spacca i ritmi martellanti, un minuto e trenta di pausa che dà giusto il tempo di riprendersi, perchè già con la successiva “Quake Of The Hammer” si riparte di slancio, il sound si sposta verso lidi dismemberiani e passaggi che ricordano la formazione di Ola Lindgren, tanto che le linee vocali hanno decisamente cambiato rotta, meno sequenzialmente rapide ma più vocative e profonde, “Temple Of The Ashes” è quella con la spaccato più thrashy ed una ritmica diversificata, il suo variare e l’andazzo thrashy di certe parti la rende particolarmente godibile.
Nella seconda metà del disco la matrice europea ha preso il largo definendo così il suono verso quella direzione, “No Salvation” contiene un rallentamento tipico della scuola death del nostro continente ed un uso della melodica che c’appartiene, senza per questo perdere mordente, al contrario ne esce irrobustita,lanciandosi in un finale sparato.
“Kingdom Of The Lost” la conclusiva non aggiunge né toglie nulla a quanto già detto in precedenza, altra buona prova che afferma il prevalere di scelte più nostrane a quelle oltreoceaniche.
La formazione riesce dove molte altre nell’ultimo periodo hanno fallito, creare un disco che sia di puro death metal senza essere dei cloni stupidi e iperscontati, ci si trova on air un lavoro ben studiato e prodotto, dove ognuno ha dato il suo giusto apporto.
Non si propongono come innovatori e per questo faranno felici molti che amano il vecchio stile a conferma di come si possa fare un buon disco senza concentrarsi in maniera ossessiva sullo strumento.

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